Petrolio e benzina: tutto quello che c'è da sapere

di Piero Chimenti - Il petrolio è un idrocarburo non rinnovabile, estratto sopratutto nei Paesi del Medio Oriente, la cui importanza è data per la produzione dei carburanti come benzina e diesel, fondamentali per alimentare i mezzi di trasporto. Per questa sua importanza viene definito oro nero. La qualità del petrolio aumenta con la riduzione della quantità di zolfo al suo interno.

La contrattazione avviene su una base di mille barili, che i Paesi produttori s'impegnano a consegnare secondo accordi prestabiliti al prezzo concordato. Questa forma di contratto è denominato futures. Come ogni merce di scambio, anche il petrolio è regolamentato dalla domanda ed offerta, il cui prezzo può variare in una "forbice" calmierato dall'Opec, nei vari mercati, tra cui i più importanti sono quello europeo e quello americano rispettivamente l'Ipe di Londra e il Nymex di New York.

In Italia l'oro nero grava solo del 30% sul prezzo del carburante, il restante 70% è suddiviso tra Iva ed accise, ed un 5-6% diviso tra trasporto e guadagno del benzinaio; ecco perché il calo dei prezzi della benzina e del gasolio non sono proporzionali a quella del grezzo.

L'accise (imposta indiretta che incide sulla quantità del prodotto) pesa sul costo della benzina per circa il 0,26 cent, gravando in sè vari rincari voluti dai Governi che negli anni si sono succeduti per ripianare a situazioni di emergenza, dai 0,001 cent della guerra in Abissinia nel 1935 ai 0,040 cent per far fronte ai forti sbarchi di immigrati fuggiti dalla Libia nel 2011.

Il carico fiscale ha fatto raggiungere alla nostra benzina i prezzi più alti dell'Europa, con la sua pressione fiscale pari al 60,5% rispetto al 47,9% della media Europea, che risulta di poco superiore a quella dell'Unione (solo il 46,3%).

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