BARI - Sviluppare una cultura di gestione responsabile della pesca fornendo norme di buone pratiche comportamentali. È stato questo lo scopo dell’innovativo progetto formativo “Qualità Totale Sistema Pesca Puglia” svolto dall’Osservatorio Nazionale della Pesca nelle marinerie di Taranto, Bisceglie e Molfetta dove si è tenuto l’incontro conclusivo con l’illustrazione dei risultati.
“Per 18 mesi – ha spiegato nel suo intervento introduttivo il presidente dell’Osservatorio Nazionale della Pesca Emanuele Sciacovelli – circa 200 addetti delle marinerie e delle imprese di pesca e trasformazione di Taranto, Bisceglie e Molfetta, insieme agli studenti degli IPSIAM di Taranto e Molfetta, hanno sperimentato una attività di formazione svolta direttamente in barca e nei luoghi di lavoro risultata per questo particolarmente utile ed efficace. Lo scopo è stato quello di far acquisire nuove competenze tecnico-professionali e migliorare così le pratiche di gestione per aiutare il comparto a uscire dal drammatico scenario della crisi garantendo la sopravvivenza del lavoro”. In particolare sono state quattro le tematiche affrontate: la sicurezza sul lavoro e quella alimentare per offrire pesce di alta qualità, la pesca sostenibile per contribuire alla conservazione delle risorse ittiche e l’efficienza energetica. Una gestione responsabile, ad esempio sul carburante, consente una riduzione dei costi del 20-25 per cento.
Il progetto è stato illustrato nelle sue varie articolazioni e fasi dai docenti che hanno sottolineato l’aspetto continuativo dell’esperienza formativa: le schede di autovalutazione, servite a sviluppare modelli gestionali in base alle esigenze riscontrate nelle singole marinerie, restano disponibili sul sito internet dell’Osservatorio. Ne è seguito un dibattito al quale hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni locali e operatori del settore pesca dal quale è emersa la necessità di attrezzarsi per utilizzare al meglio i fondi europei della prossima programmazione 2014-2020 puntando, come per l’agricoltura, alla costituzione di OP per favorire la commercializzazione diretta e aumentare così la redditività.
“Per 18 mesi – ha spiegato nel suo intervento introduttivo il presidente dell’Osservatorio Nazionale della Pesca Emanuele Sciacovelli – circa 200 addetti delle marinerie e delle imprese di pesca e trasformazione di Taranto, Bisceglie e Molfetta, insieme agli studenti degli IPSIAM di Taranto e Molfetta, hanno sperimentato una attività di formazione svolta direttamente in barca e nei luoghi di lavoro risultata per questo particolarmente utile ed efficace. Lo scopo è stato quello di far acquisire nuove competenze tecnico-professionali e migliorare così le pratiche di gestione per aiutare il comparto a uscire dal drammatico scenario della crisi garantendo la sopravvivenza del lavoro”. In particolare sono state quattro le tematiche affrontate: la sicurezza sul lavoro e quella alimentare per offrire pesce di alta qualità, la pesca sostenibile per contribuire alla conservazione delle risorse ittiche e l’efficienza energetica. Una gestione responsabile, ad esempio sul carburante, consente una riduzione dei costi del 20-25 per cento.
Il progetto è stato illustrato nelle sue varie articolazioni e fasi dai docenti che hanno sottolineato l’aspetto continuativo dell’esperienza formativa: le schede di autovalutazione, servite a sviluppare modelli gestionali in base alle esigenze riscontrate nelle singole marinerie, restano disponibili sul sito internet dell’Osservatorio. Ne è seguito un dibattito al quale hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni locali e operatori del settore pesca dal quale è emersa la necessità di attrezzarsi per utilizzare al meglio i fondi europei della prossima programmazione 2014-2020 puntando, come per l’agricoltura, alla costituzione di OP per favorire la commercializzazione diretta e aumentare così la redditività.