Santa Maria di Leuca, la mission di Rosanna: salvare l'antica vela latina

S. MARIA DI LEUCA (LE) – C’è chi si batte per salvare il panda, chi la foca monaca e gli ulivi secolari e chi l’ultima barca con la vela latina issata rimasta dalla rovina e l’oblio. E’ la mission che s’è data Rosanna Schina, giovane bibliotecaria di Castrignano del Capo (Lecce) dopo la laurea in Lettere Moderne all’Università di Bologna e con la passione per il mare.

La barca era in stato pietoso: abbandonata in una vecchia casa di Leuca, ormai prossima alla rottamazione. Rosanna l’ha vista, se n’è innamorata, l’ha comprata dal vecchio proprietario, l’ha rimessa a nuovo, ridipinta di un celeste delicato e, non sapendo che avesse già un nome (“Antonietta”, come la moglie del vecchio padrone), l’ha ribattezzata “Leuca”.

Poi ha chiamato un personaggio assai popolare a Leuca: un esperto pescatore, Mario Margarito, detto “Pistolero”, e gli ha fatto armare la vela. Ce n’è voluto di lavoro paziente, certosino, ma alla fine ce l’ha fatta. Questo tipo di barche con vela “latina”, erano usate, nell’altro secolo, per la pesca: ovviamente andavano a remi. Sono molto difficili da manovrare e gestire rispetto ad altre tipologie di vele, perché più grandi, ma se con l’antica sapienza della gente di mare ci si riesce, scivolano sulle onde più veloci e leggere come piume. Un enorme patrimonio di conoscenze che devono essere preservate e trasmesse alle nuove generazioni affinchè non si disperdano.