Violenza sulle donne, ecco il Piano operativo della Puglia
BARI - “Abbiamo voluto dare gambe solide alla battaglia per contrastare la violenza sulle donne. Dopo la legge regionale, sono necessari strumenti concreti per dare attuazione ai propositi e alle indicazioni di legge”. Spiega così il presidente della Giunta regionale Nichi Vendola la scelta della Regione Puglia di approntare un Piano regionale di contrasto alla violenza sulle donne, il cui obiettivo è di dare attuazione alla legge regionale approvata lo scorso anno. “Ad un anno dall’avvio dell’iter del disegno di legge di iniziativa della Giunta Regionale, approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale della Puglia nella seduta del 25 giugno 2014, molteplici sono state le attività realizzate per consolidare e potenziare la rete dei servizi territoriali mirata alla creazione di un sistema integrato tra istituzioni e servizi” spiega ancora Vendola.
Quattro le macro azioni previste nel Piano: l’attivazione dell’Osservatorio per il monitoraggio della violenza alle donne e ai minori, la realizzazione di “Programmi antiviolenza” a favore delle donne vittime di violenza, sole o con minori, finalizzati all’accoglienza, al sostegno e all’accompagnamento, tramite percorsi personalizzati, il consolidamento e il potenziamento dei servizi di prevenzione contrasto della violenza di genere previsti dai Piani Sociali di Zona, l’adozione delle “Linee guida regionali in materia di maltrattamento e violenza in danno dei minori”, per garantirne i diritti contro ogni forma di maltrattamento e violenza. Con una dotazione complessiva di 3 milioni di euro, che andranno a finanziare le quattro azioni del Piano regionale di contrasto alla violenza sulle donne, per la prima volta la Regione Puglia fornisce strumenti concreti a tutti i soggetti del pubblico e del privato sociale per consolidare il sistema di servizi a supporto delle politiche regionali di contrasto alla violenza sulle donne.
“Siamo partiti da alcuni presupposti culturali fondamentali – continua Vendola – non si può convivere con la violenza ed è necessario nominarla, guardarla in faccia e far conoscere i diritti per renderli esigibili. Per questo abbiamo agito anche sul contesto, cercando di rompere quel muro culturale che impedisce di vedere la violenza e mettendo in atto politiche pubbliche che guardano trasversalmente al mondo delle donne come una ricchezza fondamentale. Siamo partiti da zero in quest’area delle politiche regionali e in poco tempo abbiamo tessuto una rete fitta, mettendo a valore soprattutto il prezioso lavoro compiuto volontariamente da tante associazioni di donne sul territorio. Sono 18 i Centri antiviolenza in Puglia, di cui 10 pubblici, 7 Case rifugio per donne vittime di violenza e 1 Casa rifugio per donne vittime di tratta. L’avviso in scadenza la prossima settimana, il 21 marzo, ha proprio l’obiettivo di sostenere e rafforzare la rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio operanti sul territorio regionale per potenziare le forme di assistenza, accoglienza e accompagnamento alle donne vittime di violenza e ai loro figli”.
“Sono dieci anni che facciamo dell’integrazione delle politiche una necessità culturale e di efficacia delle politiche stesse” ha sottolineato la vicepresidente Angela Barbanente, ricordando come già dal 2006 i Piani per la riqualificazione urbana attribuivano una premialità alla qualità dei contesti a misura di bambini e bambine.
“La necessità di ridefinire un sistema complessivo capace di rilevare e prendere in carico le situazioni di maltrattamento e violenza sui minori – rimarca Rosy Paparella, Garante regionale dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza – è alla base del lavoro in corso per la definizione delle Linee guida regionali in materia di maltrattamento e violenza in danno dei minori, con un’attenzione particolare alle nuove forme di violenza (cyberbullismo, adescamento on line etc.) in gran parte nascoste anche in Puglia”.
Quattro le macro azioni previste nel Piano: l’attivazione dell’Osservatorio per il monitoraggio della violenza alle donne e ai minori, la realizzazione di “Programmi antiviolenza” a favore delle donne vittime di violenza, sole o con minori, finalizzati all’accoglienza, al sostegno e all’accompagnamento, tramite percorsi personalizzati, il consolidamento e il potenziamento dei servizi di prevenzione contrasto della violenza di genere previsti dai Piani Sociali di Zona, l’adozione delle “Linee guida regionali in materia di maltrattamento e violenza in danno dei minori”, per garantirne i diritti contro ogni forma di maltrattamento e violenza. Con una dotazione complessiva di 3 milioni di euro, che andranno a finanziare le quattro azioni del Piano regionale di contrasto alla violenza sulle donne, per la prima volta la Regione Puglia fornisce strumenti concreti a tutti i soggetti del pubblico e del privato sociale per consolidare il sistema di servizi a supporto delle politiche regionali di contrasto alla violenza sulle donne.
“Siamo partiti da alcuni presupposti culturali fondamentali – continua Vendola – non si può convivere con la violenza ed è necessario nominarla, guardarla in faccia e far conoscere i diritti per renderli esigibili. Per questo abbiamo agito anche sul contesto, cercando di rompere quel muro culturale che impedisce di vedere la violenza e mettendo in atto politiche pubbliche che guardano trasversalmente al mondo delle donne come una ricchezza fondamentale. Siamo partiti da zero in quest’area delle politiche regionali e in poco tempo abbiamo tessuto una rete fitta, mettendo a valore soprattutto il prezioso lavoro compiuto volontariamente da tante associazioni di donne sul territorio. Sono 18 i Centri antiviolenza in Puglia, di cui 10 pubblici, 7 Case rifugio per donne vittime di violenza e 1 Casa rifugio per donne vittime di tratta. L’avviso in scadenza la prossima settimana, il 21 marzo, ha proprio l’obiettivo di sostenere e rafforzare la rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio operanti sul territorio regionale per potenziare le forme di assistenza, accoglienza e accompagnamento alle donne vittime di violenza e ai loro figli”.
“Sono dieci anni che facciamo dell’integrazione delle politiche una necessità culturale e di efficacia delle politiche stesse” ha sottolineato la vicepresidente Angela Barbanente, ricordando come già dal 2006 i Piani per la riqualificazione urbana attribuivano una premialità alla qualità dei contesti a misura di bambini e bambine.
“La necessità di ridefinire un sistema complessivo capace di rilevare e prendere in carico le situazioni di maltrattamento e violenza sui minori – rimarca Rosy Paparella, Garante regionale dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza – è alla base del lavoro in corso per la definizione delle Linee guida regionali in materia di maltrattamento e violenza in danno dei minori, con un’attenzione particolare alle nuove forme di violenza (cyberbullismo, adescamento on line etc.) in gran parte nascoste anche in Puglia”.