(GUARDA IL VIDEO) - Dramma dalle proporzioni inenarrabili in Nepal. Sono 4.310 i morti del terremoto in Nepal, secondo il bilancio ufficiale nepalese. Il numero delle vittime potrebbe arrivare a 10.000, ha detto il premier del Nepal Sushil Koirala. Finora i morti accertati sono oltre 4.300.
Secondo la Caritas i morti potrebbero essere anche 6 mila. "Si calcola vi siano già 5.000 feriti e migliaia sono sfollati e senzatetto". Tante persone, impossibile dire quante, sono state inghiottite dai ghiacci nei crepacci sull'Everest. ''Abbiamo visto la morte in faccia'', ha detto l'alpinista Mario Vielmo, uno dei cinque italiani che hanno raggiunto il laboratorio Piramide dell'associazione Ev-K2-Cnr, che si trova a 5.050 metri di quota sul versante nepalese dell'Everest.
MORTI DUE SCALATORI ITALIANI - Sono Renzo Benedetti e Marco Pojer le prime due vittime italiane del terremoto che ha devastato il Nepal. Lo riferiscono due loro compagni di spedizione, Iolanda Mattevi, ferita, e Attilio D'Antoni, illeso, ricoverati entrambi all'ospedale di Kathmandu. Sul nome delle vittime mancano ancora tuttavia conferme ufficiali. I quattro italiani stavano facendo trekking a 3500 metri di quota nella Rolwaling Valley quando sono stati travolti da una frana seguita al sisma di sabato.
Non ce l'hanno fatta anche Oskar Piazza, del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige, e Gigliola Mancinelli, 51 anni, di Ancona, due dei 4 speleologi dispersi. "Vado a prendermelo - dice all'ANSA la compagna di Piazza -. Sembra impossibile a tutti". Salvi gli altri due compagni: Giuseppe 'Pino' Antonini, 53 anni, di Ancona, e Giovanni 'Nanni' Pizzorni, 52 anni, genovese, esperto torrentista.
Secondo la Caritas i morti potrebbero essere anche 6 mila. "Si calcola vi siano già 5.000 feriti e migliaia sono sfollati e senzatetto". Tante persone, impossibile dire quante, sono state inghiottite dai ghiacci nei crepacci sull'Everest. ''Abbiamo visto la morte in faccia'', ha detto l'alpinista Mario Vielmo, uno dei cinque italiani che hanno raggiunto il laboratorio Piramide dell'associazione Ev-K2-Cnr, che si trova a 5.050 metri di quota sul versante nepalese dell'Everest.
Oskar Piazza |
Non ce l'hanno fatta anche Oskar Piazza, del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige, e Gigliola Mancinelli, 51 anni, di Ancona, due dei 4 speleologi dispersi. "Vado a prendermelo - dice all'ANSA la compagna di Piazza -. Sembra impossibile a tutti". Salvi gli altri due compagni: Giuseppe 'Pino' Antonini, 53 anni, di Ancona, e Giovanni 'Nanni' Pizzorni, 52 anni, genovese, esperto torrentista.
VITTIME SALGONO A 3600 - Le vittime del terremoto che sabato ha sconvolto il Paese hanno raggiunto quota 3.600. Lo ha reso noto oggi un portavoce della polizia nepalese a Kathmandu. I feriti provenienti da ogni parte del Paese, ha aggiunto, sono almeno 5.638.
Quattro speleologi italiani del Soccorso alpino, in spedizione nel villaggio di Langtang, travolto da un'enorme valanga, non danno notizie di sé da ieri sera. Ad apprenderlo l'agenzia ANSA dal fratello di uno di loro, Giuseppe Antonini, di Ancona. Roberto Antonini ha parlato con il fratello mezz'ora prima del sisma, poi non ha più saputo nulla.
Continua quindi a salire drammaticamente, ora dopo ora, il bilancio delle vittime del terremoto che ha devastato il Nepal ieri. L'aeroporto internazionale Tribhuvan di Kathmandu e' nuovamente aperto ai voli internazionali che trasportano aiuti ed a quelli commerciali.
Intanto l'Unità di crisi della Farnesina prosegue il lavoro di verifica sulla presenza dei connazionali. Finora sono stati rintracciati oltre 300 italiani, che risultano incolumi. La loro presenza in Nepal è stata accertata anche grazie alla collaborazione delle autorità italiane in India. Le verifiche vengono rese difficili dalle condizioni delle comunicazioni telefoniche sul posto e dal fatto che molti italiani non si erano registrati sul sito dell'Unità di crisi www.dovesiamonelmondo.it.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni esprime la propria vicinanza al Nepal e segue costantemente lo sviluppo degli avvenimenti. Con l'obiettivo di contribuire alla drammatica situazione, riferisce una nota, il ministro ha subito disposto un aiuto di emergenza per un ammontare di 300.000 euro su fondi della Cooperazione. Il finanziamento verrà canalizzato attraverso la Federazione Internazionale della Croce Rossa e consentirà alla Croce Rossa nepalese di realizzare attività di primo soccorso.
Quattro speleologi italiani del Soccorso alpino, in spedizione nel villaggio di Langtang, travolto da un'enorme valanga, non danno notizie di sé da ieri sera. Ad apprenderlo l'agenzia ANSA dal fratello di uno di loro, Giuseppe Antonini, di Ancona. Roberto Antonini ha parlato con il fratello mezz'ora prima del sisma, poi non ha più saputo nulla.
Continua quindi a salire drammaticamente, ora dopo ora, il bilancio delle vittime del terremoto che ha devastato il Nepal ieri. L'aeroporto internazionale Tribhuvan di Kathmandu e' nuovamente aperto ai voli internazionali che trasportano aiuti ed a quelli commerciali.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni esprime la propria vicinanza al Nepal e segue costantemente lo sviluppo degli avvenimenti. Con l'obiettivo di contribuire alla drammatica situazione, riferisce una nota, il ministro ha subito disposto un aiuto di emergenza per un ammontare di 300.000 euro su fondi della Cooperazione. Il finanziamento verrà canalizzato attraverso la Federazione Internazionale della Croce Rossa e consentirà alla Croce Rossa nepalese di realizzare attività di primo soccorso.