In scena al Petruzzelli il Decamerone secondo Baliani

di Sabrina Lanzillotti - "Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad essere appestata è l’intera società. Ne sentiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare. In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti". Con queste parole, l’attore e regista Marco Baliani ha presentato la sua ultima fatica “Decamerone Vizi, virtù, passioni”, drammaturgia Maria Maglietta e in collaborazione con la Fondazione Teatro Della Pergola, andato ieri sera in scena sul palco del Teatro Petruzzelli.

Quella voluta da Baliani è un adattamento in chiave ironica e moderna di una delle opere più famose della letteratura italiana, già più volte trasposta sia a teatro che al cinema. Nonostante i buoni propositi, però, il risultato non è del tutto convincente. Il testo manca a volte di originalità e freschezza e discutibile è la decisione di utilizzare un linguaggio arcaico che impedisce allo spettatore di comprendere ogni sfumatura. L’affiatamento tra gli attori è lodevole ed evidente, ma questo non è sufficiente per rendere la loro performance credibile.

L’attore più in difficoltà sembra essere proprio Stefano Accorsi, a cui è affidato il ruolo di protagonista e stuntman. La sua interpretazione è forzata e a tratti poco credibile e si dimostra debole quando deve mantenere alta l’attenzione del pubblico, nonostante la continua rottura della quarta parete che, in teoria, ha proprio lo scopo di far sentire lo spettatore più coinvolto. A peggiorare l’attenzione è la decisione di non suddividere la pièce in più tempi, proponendo così un solo atto di ben 104 minuti.

Una nota positiva è rappresentata dai costumi di Carlo Sala che, nella loro semplicità, ben si sposano col messaggio povertà e insicurezza più volte sottolineato tra una novella e l’altra. Durante la commedia si fa inoltre spesso accenno alla mancanza di fondi destinati alla cultura e ai problemi dell’apparato giudiziale.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto