di NICOLA RICCHITELLI – Alla Biennale di Venezia ci saranno anche i suoi quadri: «E' il coronamento di un sogno. Ho organizzato la mia primissima mostra d'arte a Venezia nel 2000. Ritorno volentieri in quel luogo magico di bellezza e incanto!». Perchè la Power è anche questo, una pittrice: «Ho sempre studiato arte nei vari collegi…», non facile tra l’altro imporre questa sua ennesima sfaccettatura artistica nonostante per anni si è quasi sentita l’esigenza di affibbiarle una qualche etichetta: «Le etichette sono semplicemente etichette. Sbiadiscono, cadono. Si riscrivono, si dissolvono nuovamente. Non mi sono mai piaciuti gli incasellamenti».
Parte di qua la nostra chiacchierata con Romina Power. Ma non sono mancate anche i riferimenti a quanto accaduto negli ultimi mesi, in particolar modo a Sanremo: «Non capisco le persone che spendono del tempo a criticare negativamente qualcuno o qualcosa. Se non ti piace, non lo guardare, non gli prestare attenzione».
D: Romina è di questi giorni la notizia della sua partecipazione alla biennale di Venezia. Come ha accolto la notizia?
R:«Benissimo! È il coronamento di un sogno. Ho organizzato la mia primissima mostra d'arte a Venezia nel 2000. Ritorno volentieri in quel luogo magico di bellezza e incanto!».
D: Quanto ha pesato il suo cognome sulla sua credibilità di pittrice?
R:«Assolutamente niente. Quando mi firmo sulla tela, c'e' solo il mio nome».
D: Come nascono i suoi quadri e da cosa trae ispirazione?
R:«Nascono spontaneamente. O da un sogno, o da uno schizzo per qualcosa che ho visto, un paesaggio, un dettaglio... a volte mi lascio guidare dalla musica mentre dipingo. Un quadro l'ho dipinto ispirandomi ad un brano di Mozart».
D: Quando inizia il suo percorso nel mondo della pittura?
R:«Ho sempre studiato arte nei vari collegi (anche se mi scontravo spesso con i professori). Ma ho affrontato la mia prima tela di 1 metro per 2 metri prendendo dei colori di mia madre quando vivevo con lei a Roma. Anche mia zia Anne, la sorella di papà, era pittrice. Mio nonno Tyrone Frederick Power quando non recitava in teatro si ritirava a dipingere in una capanna nel Quebec».
D: Vi è una qualche sua creazione che non venderebbe?
R:«Ce ne sono molte. Come si fa a "vendere" un membro di famiglia?».
D: Cosa le dà più soddisfazione, cantare, recitare o dipingere?
R:«Mi piace la varietà. Nel canto sono coinvolte molte persone, i fonici, i musicisti, il partner... nel recitare, idem. Nella pittura sono io, la tela, i colori e le mie visioni. Punto e basta».
D: Prima la figlia di Tyrone Power, poi la moglie di Albano, ora la ex moglie di Albano: quanto le etichette hanno influito sulla sua vita d’artista?
R:« Assolutamente nulla. Le etichette sono semplicemente etichette. Sbiadiscono, cadono. Si riscrivono, si dissolvono nuovamente. Non mi sono mai piaciuti gli incasellamenti».
D: Romina, scelte come quelle di Mosca e Sanremo si fanno più con il cuore o più per marketing?
R:«Per incoscienza!».
D: Momenti come questi servono anche a far pace con il passato?
R:«Attraverso la pratica del dharma, gli insegnamenti spirituali del Buddha, ho sradicato la rabbia e l'attaccamento dalla mia vita. Ho imparato a dare la vittoria al prossimo, e tutto cià rende la vita ed il rapporto con gli altri molto piu' scorrevole».
D: Felice di aver fatto questa scelta?
R:«L'ho detto, mi piace la varietà. Una sera a Sanremo, un mese e mezzo a finire il mio nuovo romanzo, "Ti prendo per mano", edito da Mondadori Electa».
D: Vi è un qualche commento che non ha apprezzato circa quanto accaduto a Sanremo?
R:« Non capisco le persone che spendono del tempo a criticare negativamente qualcuno o qualcosa. Se non ti piace, non lo guardare, non gli prestare attenzione. Siamo tutti subito pronti a dare giudizi. Ma guardiamo troppo fuori invece che dentro noi stessi».
D: Mosca, Sanremo... e ora che accadrà?
R:«Chissà, chi lo sa?».
D: Vi è qualche scelta che non rifarebbe?
R:«Quella di posare per i fotografi con i miei figli».
D: Vi sono progetti in cui la vedremo impegnata nel prossimo futuro?
R:«Si».
Parte di qua la nostra chiacchierata con Romina Power. Ma non sono mancate anche i riferimenti a quanto accaduto negli ultimi mesi, in particolar modo a Sanremo: «Non capisco le persone che spendono del tempo a criticare negativamente qualcuno o qualcosa. Se non ti piace, non lo guardare, non gli prestare attenzione».
D: Romina è di questi giorni la notizia della sua partecipazione alla biennale di Venezia. Come ha accolto la notizia?
R:«Benissimo! È il coronamento di un sogno. Ho organizzato la mia primissima mostra d'arte a Venezia nel 2000. Ritorno volentieri in quel luogo magico di bellezza e incanto!».
D: Quanto ha pesato il suo cognome sulla sua credibilità di pittrice?
R:«Assolutamente niente. Quando mi firmo sulla tela, c'e' solo il mio nome».
D: Come nascono i suoi quadri e da cosa trae ispirazione?
R:«Nascono spontaneamente. O da un sogno, o da uno schizzo per qualcosa che ho visto, un paesaggio, un dettaglio... a volte mi lascio guidare dalla musica mentre dipingo. Un quadro l'ho dipinto ispirandomi ad un brano di Mozart».
D: Quando inizia il suo percorso nel mondo della pittura?
R:«Ho sempre studiato arte nei vari collegi (anche se mi scontravo spesso con i professori). Ma ho affrontato la mia prima tela di 1 metro per 2 metri prendendo dei colori di mia madre quando vivevo con lei a Roma. Anche mia zia Anne, la sorella di papà, era pittrice. Mio nonno Tyrone Frederick Power quando non recitava in teatro si ritirava a dipingere in una capanna nel Quebec».
D: Vi è una qualche sua creazione che non venderebbe?
R:«Ce ne sono molte. Come si fa a "vendere" un membro di famiglia?».
D: Cosa le dà più soddisfazione, cantare, recitare o dipingere?
R:«Mi piace la varietà. Nel canto sono coinvolte molte persone, i fonici, i musicisti, il partner... nel recitare, idem. Nella pittura sono io, la tela, i colori e le mie visioni. Punto e basta».
D: Prima la figlia di Tyrone Power, poi la moglie di Albano, ora la ex moglie di Albano: quanto le etichette hanno influito sulla sua vita d’artista?
R:« Assolutamente nulla. Le etichette sono semplicemente etichette. Sbiadiscono, cadono. Si riscrivono, si dissolvono nuovamente. Non mi sono mai piaciuti gli incasellamenti».
D: Romina, scelte come quelle di Mosca e Sanremo si fanno più con il cuore o più per marketing?
R:«Per incoscienza!».
D: Momenti come questi servono anche a far pace con il passato?
R:«Attraverso la pratica del dharma, gli insegnamenti spirituali del Buddha, ho sradicato la rabbia e l'attaccamento dalla mia vita. Ho imparato a dare la vittoria al prossimo, e tutto cià rende la vita ed il rapporto con gli altri molto piu' scorrevole».
D: Felice di aver fatto questa scelta?
R:«L'ho detto, mi piace la varietà. Una sera a Sanremo, un mese e mezzo a finire il mio nuovo romanzo, "Ti prendo per mano", edito da Mondadori Electa».
D: Vi è un qualche commento che non ha apprezzato circa quanto accaduto a Sanremo?
R:« Non capisco le persone che spendono del tempo a criticare negativamente qualcuno o qualcosa. Se non ti piace, non lo guardare, non gli prestare attenzione. Siamo tutti subito pronti a dare giudizi. Ma guardiamo troppo fuori invece che dentro noi stessi».
D: Mosca, Sanremo... e ora che accadrà?
R:«Chissà, chi lo sa?».
D: Vi è qualche scelta che non rifarebbe?
R:«Quella di posare per i fotografi con i miei figli».
D: Vi sono progetti in cui la vedremo impegnata nel prossimo futuro?
R:«Si».