di Tefta Radi (giornalista e documentarista della tv albanese). TIRANA - Monsignor Vincenz Prennushi, o.f.m. (1885-1949), martire della Chiesa e della democrazia, rimane una delle personalità più note della Chiesa cattolica albanese e della cultura del Rinascimento albanese nella prima metà del ventesimo secolo. Molto ricca e complessa la personalità di padre Vincenz che si affacciò come una figura poliedrica nella cultura albanese, come scrittore, drammaturgo, poeta, studioso del folklore e traduttore.
Dopo i primi studi presso il collegio francescano di Scutari, proseguì in Italia, Polonia e Austria. Ebbe così l’occasione di conoscere la cultura tedesca e quella austriaca, come pure la letteratura di ispirazione cristiana europea. Gli studi universitari in Filosofia e Teologia li terminò nel 1908 all’Università di Innsbruck, con il massimo dei voti, e venne consacrato sacerdote dell’Ordine dei Francescani Minori.
Ritornò in Albania, a Scutari, nel 1908, dove iniziò a distinguersi nelle attività pastorali, culturali e patriottiche. La mitezza, la clemenza, la padronanza delle emozioni, l’umiltà francescana, l’oratoria, erano le qualità che caratterizzavano frate Prennushi. Coprì tutte le responsabilità nella provincia francescana, come guardiano, definitore, due volte provinciale, nel 1935 Vescovo della Diocesi di Sapa e nel 1940 Arcivescovo di Tirana e Durazzo. Dal 1946 fino alla morte fu Primate Cattolico dell’Albania.
In Prennnushi l’opera pastorale non si può distinguere dall’opera letteraria, perché entrambe, per il giovane francescano, avevano lo stesso asse: l’amore per il Paese, sentimento che nella sua personalità si intrecciava anche con i principi democratici. Quindi il binomio fede e patria era il leitmotiv della sua vita.
Nel giugno del 1921 il Club per i Diritti Nazionali mette il nome di Prennushi nella lista dei candidati per deputato. Come nel 1919, quando non accettò la nomina di senatore dallo stato albanese, anche questa volta rifiuta la carriera politica presentando ai suoi superiori le ragioni della rinuncia. Si era dedicato totalmente alla missione della fede. Pensava che i sacerdoti non dovevano partecipare direttamente alla vita politica, ma suggeriva di non essere indifferenti a essa. Invitava pertanto i laici a interessarsi alla politica e uno tra loro fu Luigj Gurakuqi, considerato una stella della laicità cattolica albanese, uno dei più preparati e onesti.
Con l’invito ai laici a interessarsi alla politica, riportava il progresso nel pensiero politico albanese del tempo. Nell'agosto del 1922, in una riunione nell’Arcivescovato di Scutari, Padre Vincenz diede lettura del suo saggio “Ne lamijet e demokracise se vertete” (“Nei campi della vera democrazia”). I cinquanta clerici arrivati da tutte le diocesi dell’Albania si commossero alle sue parole, che esprimevano il credo delle sue idee democratiche.
L’opera di Prennushi si estende in tutto l’arco di tempo dell’Indipendenza, raggiungendo l’apice negli anni 20 – 30, con le 42 opere pubblicate, con 133 scritti in poesia, prosa, pubblicistica, ecclesiastica, traduzioni, pubblicate in questi periodi. La raccolta poetica “Foglie e Fiori” nel 1924 venne ben accolta dalla critica, che esaltò la sua figura paragonandola a Fishta.
Il nome di Monsignor Prennushi lo troviamo anche nelle Enciclopedie italiane più note. Per 11 anni dirige “Zani i Shna Ndout“ (La voce di Sant’Antonio), un periodico mensile di ispirazione cattolica, ma anche culturale e storico. Negli anni della sua amministrazione aumentarono notevolmente gli articoli scritti da laici e sacerdoti. Si nota chiaramente il suo impegno a incentivare e accompagnare i processi di secolarizzazione e acculturamento dei lettori. Egli aumentò il numero delle pagine da 16 a 32, alle quali collaborarono notevoli personalità del tempo.
Prennushi collaborò con “Hylli i Drites” (La Stella Lucente) e con il giornale “Posta e Shqypnis” (La posta dell’Albania), fondato dal grande Padre Fishta. Inoltre con il settimanale politico, socio-economico e artistico “Ora e Maleve”, giornale dove scriveva l’élite degli intellettuali albanesi, come Luigj Gurakuqi, Don Shantoja, Padre Harapi, Mosi, Zef Harapi, Topalli, Kamsi, Karl Gurakuqi, Koliqi, Palaj.
Nel 1940 il Papa nominò Arcivescovo di Durazzo Monsignor Prennushi. Come tutto il clero cattolico, soffriva della grave situazione creatasi in Albania dopo il 29 novembre del 1944 dal regime comunista e dalle innumerevoli condanne contro il clero, soprattutto verso quello cattolico. Nel maggio del 1945, dopo l’espulsione del nunzio apostolico, Monsignor Leone Nigris, il dittatore Enver Hoxha invitò Monsignor Gasper Thaci, Arcivescovo della metropoli di Scutari e Monsignor Prennushi, Arcivescovo di Durazzo, a separare la Chiesa Cattolica Albanese dal Vaticano e creare la Chiesa Nazionale.
Ma entrambi dichiararono coraggiosamente l’impossibilità di un tale gesto. I due alti prelati rifiutarono con coraggio l’imposizione della politica comunista verso la fede cristiana. Monsignor Prennushi si contraddistinse per le sue idee anticomuniste. Imprigionato nel 1947, venne torturato barbaramente dal regime di Hoxha nella prigione di Durazzo, dove pativano la loro condanna anche personalità di spicco della cultura del paese.
Muore il 19 marzo del 1949. Si avvera così la terza profezia della stigmatizzata Teresa Neumann, che aveva predetto al giovane francescano Vincenz nel lontano 1928. Morì nelle braccia di Arshi Pipa, scrittore dissidente. I suoi ricordi, nel libro “La prigione”, sono veramente toccanti e raccontano delle barbarie a cui sono stati sottoposti Monsignor Prennushi e tanti altri intellettuali albanesi, in particolare nel periodo 1944-1948 e anche in seguito.
Il film-documentario da me girato, riporta anche la storia del cattolicesimo albanese, figure portanti della sua storia, ma anche dell’arte e della cultura nazionale, come Padre Fishta, Shtjefen Gjecovi, Monsignor Gasper Thaci, Monsignor Pjeter Gjura, dom Nikoll Kacorri, ecc.
Il film mostra anche le relazioni interreligiose tra cattolici, musulmani e ortodossi, come la sua amicizia con il grande mufti di Durazzo Mustafa Varoshi, con Papa Razmi, ecc. Nel film-documentario dedicato a Prennushi, assieme a questa grande figura del Rinascimento Nazionale Albanese, sono anche presentate altre personalità importanti della diaspora albanese.
Martire della fede e della democrazia, le autorità della Chiesa cattolica albanese hanno consegnato alla Commissione Vaticana per la beatificazione la proposta per la beatificazione di Monsignor Prennushi e altri 39 sacerdoti e laici albanesi.
Dopo i primi studi presso il collegio francescano di Scutari, proseguì in Italia, Polonia e Austria. Ebbe così l’occasione di conoscere la cultura tedesca e quella austriaca, come pure la letteratura di ispirazione cristiana europea. Gli studi universitari in Filosofia e Teologia li terminò nel 1908 all’Università di Innsbruck, con il massimo dei voti, e venne consacrato sacerdote dell’Ordine dei Francescani Minori.
Ritornò in Albania, a Scutari, nel 1908, dove iniziò a distinguersi nelle attività pastorali, culturali e patriottiche. La mitezza, la clemenza, la padronanza delle emozioni, l’umiltà francescana, l’oratoria, erano le qualità che caratterizzavano frate Prennushi. Coprì tutte le responsabilità nella provincia francescana, come guardiano, definitore, due volte provinciale, nel 1935 Vescovo della Diocesi di Sapa e nel 1940 Arcivescovo di Tirana e Durazzo. Dal 1946 fino alla morte fu Primate Cattolico dell’Albania.
In Prennnushi l’opera pastorale non si può distinguere dall’opera letteraria, perché entrambe, per il giovane francescano, avevano lo stesso asse: l’amore per il Paese, sentimento che nella sua personalità si intrecciava anche con i principi democratici. Quindi il binomio fede e patria era il leitmotiv della sua vita.
Nel giugno del 1921 il Club per i Diritti Nazionali mette il nome di Prennushi nella lista dei candidati per deputato. Come nel 1919, quando non accettò la nomina di senatore dallo stato albanese, anche questa volta rifiuta la carriera politica presentando ai suoi superiori le ragioni della rinuncia. Si era dedicato totalmente alla missione della fede. Pensava che i sacerdoti non dovevano partecipare direttamente alla vita politica, ma suggeriva di non essere indifferenti a essa. Invitava pertanto i laici a interessarsi alla politica e uno tra loro fu Luigj Gurakuqi, considerato una stella della laicità cattolica albanese, uno dei più preparati e onesti.
Con l’invito ai laici a interessarsi alla politica, riportava il progresso nel pensiero politico albanese del tempo. Nell'agosto del 1922, in una riunione nell’Arcivescovato di Scutari, Padre Vincenz diede lettura del suo saggio “Ne lamijet e demokracise se vertete” (“Nei campi della vera democrazia”). I cinquanta clerici arrivati da tutte le diocesi dell’Albania si commossero alle sue parole, che esprimevano il credo delle sue idee democratiche.
L’opera di Prennushi si estende in tutto l’arco di tempo dell’Indipendenza, raggiungendo l’apice negli anni 20 – 30, con le 42 opere pubblicate, con 133 scritti in poesia, prosa, pubblicistica, ecclesiastica, traduzioni, pubblicate in questi periodi. La raccolta poetica “Foglie e Fiori” nel 1924 venne ben accolta dalla critica, che esaltò la sua figura paragonandola a Fishta.
Il nome di Monsignor Prennushi lo troviamo anche nelle Enciclopedie italiane più note. Per 11 anni dirige “Zani i Shna Ndout“ (La voce di Sant’Antonio), un periodico mensile di ispirazione cattolica, ma anche culturale e storico. Negli anni della sua amministrazione aumentarono notevolmente gli articoli scritti da laici e sacerdoti. Si nota chiaramente il suo impegno a incentivare e accompagnare i processi di secolarizzazione e acculturamento dei lettori. Egli aumentò il numero delle pagine da 16 a 32, alle quali collaborarono notevoli personalità del tempo.
Prennushi collaborò con “Hylli i Drites” (La Stella Lucente) e con il giornale “Posta e Shqypnis” (La posta dell’Albania), fondato dal grande Padre Fishta. Inoltre con il settimanale politico, socio-economico e artistico “Ora e Maleve”, giornale dove scriveva l’élite degli intellettuali albanesi, come Luigj Gurakuqi, Don Shantoja, Padre Harapi, Mosi, Zef Harapi, Topalli, Kamsi, Karl Gurakuqi, Koliqi, Palaj.
Nel 1940 il Papa nominò Arcivescovo di Durazzo Monsignor Prennushi. Come tutto il clero cattolico, soffriva della grave situazione creatasi in Albania dopo il 29 novembre del 1944 dal regime comunista e dalle innumerevoli condanne contro il clero, soprattutto verso quello cattolico. Nel maggio del 1945, dopo l’espulsione del nunzio apostolico, Monsignor Leone Nigris, il dittatore Enver Hoxha invitò Monsignor Gasper Thaci, Arcivescovo della metropoli di Scutari e Monsignor Prennushi, Arcivescovo di Durazzo, a separare la Chiesa Cattolica Albanese dal Vaticano e creare la Chiesa Nazionale.
Ma entrambi dichiararono coraggiosamente l’impossibilità di un tale gesto. I due alti prelati rifiutarono con coraggio l’imposizione della politica comunista verso la fede cristiana. Monsignor Prennushi si contraddistinse per le sue idee anticomuniste. Imprigionato nel 1947, venne torturato barbaramente dal regime di Hoxha nella prigione di Durazzo, dove pativano la loro condanna anche personalità di spicco della cultura del paese.
Muore il 19 marzo del 1949. Si avvera così la terza profezia della stigmatizzata Teresa Neumann, che aveva predetto al giovane francescano Vincenz nel lontano 1928. Morì nelle braccia di Arshi Pipa, scrittore dissidente. I suoi ricordi, nel libro “La prigione”, sono veramente toccanti e raccontano delle barbarie a cui sono stati sottoposti Monsignor Prennushi e tanti altri intellettuali albanesi, in particolare nel periodo 1944-1948 e anche in seguito.
Il film-documentario da me girato, riporta anche la storia del cattolicesimo albanese, figure portanti della sua storia, ma anche dell’arte e della cultura nazionale, come Padre Fishta, Shtjefen Gjecovi, Monsignor Gasper Thaci, Monsignor Pjeter Gjura, dom Nikoll Kacorri, ecc.
Il film mostra anche le relazioni interreligiose tra cattolici, musulmani e ortodossi, come la sua amicizia con il grande mufti di Durazzo Mustafa Varoshi, con Papa Razmi, ecc. Nel film-documentario dedicato a Prennushi, assieme a questa grande figura del Rinascimento Nazionale Albanese, sono anche presentate altre personalità importanti della diaspora albanese.
Martire della fede e della democrazia, le autorità della Chiesa cattolica albanese hanno consegnato alla Commissione Vaticana per la beatificazione la proposta per la beatificazione di Monsignor Prennushi e altri 39 sacerdoti e laici albanesi.