TARANTO - A dieci anni dalla morte di mons. Motolese il Consiglio di Amministrazione ed il personale tutto della Fondazione Cittadella della Carità ricorderanno in preghiera mons. Guglielmo Motolese con una S.Messa che sarà presieduta dall’Arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, e che si terrà nell’Auditorium della struttura sabato 6 giugno alle ore 10.00.
La scelta di celebrare in Cittadella, in occasione di una data così importante, corrisponde al desiderio di mons. Santoro, che ha più volte affermato, da quando ha avocato a sé le redini della Fondazione, l’impegno nel “custodire e preservare l’identità della Cittadella : non un luogo di cura come gli altri, ma di tenerezza e di accoglienza, un luogo valido per la sua professionalità alta. Mi sono trovato ad ereditare un’opera molto grande, che però avevamo perso; dovevamo scegliere se venderla o tenerla e farla continuare ad essere ciò che mons. Motolese voleva. Ed io con i sacerdoti mi sono detto: dobbiamo rischiare, ma vale la pena, dobbiamo essere pronti a fare sacrifici, ma con la carità, che si trasmette con la semplicità del cuore, con l’amore innanzitutto”.
La Diocesi di Taranto ha preso in carico morale il “Valore” Cittadella della Carità ed intende portarlo avanti, nonostante le palesi difficoltà economiche che sta attraversando la struttura. La S.Messa celebrata da mons. Santoro nell’Auditorium evoca alla mente immagini care, quelle di don Guglielmo che celebrava e parlava ai parenti, ai dipendenti, agli amici, alle Suore del suo grande progetto, di quella Cittadella che doveva essere al contempo espressione di carità e di amore fraterno verso l’uomo, accolto nella sua sofferenza e nel suo dolore. Un luogo di cura dove poter ricevere le migliori prestazioni.
Questa è la Cittadella, e questo è l’impegno di tutti coloro che credono ancora nel progetto di mons. Motolese, oggi progetto di mons. Santoro, e che, con caparbietà, lavorano ogni giorno con un unico obiettivo: condurre la struttura al pareggio di bilancio e continuare l’Opera. Nel solco della continuità.
La scelta di celebrare in Cittadella, in occasione di una data così importante, corrisponde al desiderio di mons. Santoro, che ha più volte affermato, da quando ha avocato a sé le redini della Fondazione, l’impegno nel “custodire e preservare l’identità della Cittadella : non un luogo di cura come gli altri, ma di tenerezza e di accoglienza, un luogo valido per la sua professionalità alta. Mi sono trovato ad ereditare un’opera molto grande, che però avevamo perso; dovevamo scegliere se venderla o tenerla e farla continuare ad essere ciò che mons. Motolese voleva. Ed io con i sacerdoti mi sono detto: dobbiamo rischiare, ma vale la pena, dobbiamo essere pronti a fare sacrifici, ma con la carità, che si trasmette con la semplicità del cuore, con l’amore innanzitutto”.
La Diocesi di Taranto ha preso in carico morale il “Valore” Cittadella della Carità ed intende portarlo avanti, nonostante le palesi difficoltà economiche che sta attraversando la struttura. La S.Messa celebrata da mons. Santoro nell’Auditorium evoca alla mente immagini care, quelle di don Guglielmo che celebrava e parlava ai parenti, ai dipendenti, agli amici, alle Suore del suo grande progetto, di quella Cittadella che doveva essere al contempo espressione di carità e di amore fraterno verso l’uomo, accolto nella sua sofferenza e nel suo dolore. Un luogo di cura dove poter ricevere le migliori prestazioni.
Questa è la Cittadella, e questo è l’impegno di tutti coloro che credono ancora nel progetto di mons. Motolese, oggi progetto di mons. Santoro, e che, con caparbietà, lavorano ogni giorno con un unico obiettivo: condurre la struttura al pareggio di bilancio e continuare l’Opera. Nel solco della continuità.