Elezioni 2015, proiezioni: Toti in testa in Liguria, Ricci in Umbria, Zaia in Veneto
Il Partito Democratico è in bilico tra una vittoria rassicurante al fotofinish in Liguria e Umbria ed una possibile cocente sconfitta che, in queste due storiche roccaforti della sinistra, avrebbe il sapore di uno doccia fredda. Sono questi gli elementi che emergono dalle prime proiezioni sulle sette Regioni andate alle urne.
Proiezioni che danno per il Pd di Renzi, vittorie certe in Toscana, Marche e Puglia, un risultato che sembra piuttosto netto in Campania e due testa a testa sorprendenti tra Giovanni Toti e Raffaella Paita in Liguria e tra Claudio Ricci e Catiuscia Marini in Umbria, con i primi due leggermente avanti.
Ma ad uscire galvanizzato dal voto è anche Beppe Grillo, con il M5S primo partito in Liguria, Campania e Puglia, mentre in Veneto la Lega Nord conferma la sua forza doppiando Fi e con il trionfo di Luca Zaia in Veneto.
A urne chiuse l'affluenza alle regionali si ferma al 53,9%, una vera emorragia di voti, ben undici punti in meno rispetto a cinque anni fa, quando andò a votare il 64,1% degli aventi diritto. Solo un elettore su due è andato a votare. Anche per l'elezione dei sindaci e dei consigli comunali, generalmente più sentita dagli elettori, sono andati a votare solo il 65%; il dato precedente omologo superava il 73%.
Proiezioni che danno per il Pd di Renzi, vittorie certe in Toscana, Marche e Puglia, un risultato che sembra piuttosto netto in Campania e due testa a testa sorprendenti tra Giovanni Toti e Raffaella Paita in Liguria e tra Claudio Ricci e Catiuscia Marini in Umbria, con i primi due leggermente avanti.
Ma ad uscire galvanizzato dal voto è anche Beppe Grillo, con il M5S primo partito in Liguria, Campania e Puglia, mentre in Veneto la Lega Nord conferma la sua forza doppiando Fi e con il trionfo di Luca Zaia in Veneto.
A urne chiuse l'affluenza alle regionali si ferma al 53,9%, una vera emorragia di voti, ben undici punti in meno rispetto a cinque anni fa, quando andò a votare il 64,1% degli aventi diritto. Solo un elettore su due è andato a votare. Anche per l'elezione dei sindaci e dei consigli comunali, generalmente più sentita dagli elettori, sono andati a votare solo il 65%; il dato precedente omologo superava il 73%.