LECCE – Leccesi a rischio sanzione per i mancati controlli sulle caldaie. Dal 31 luglio scorso, il Comune di Lecce ha sospeso il servizio d’ispezione sugli impianti termici, nonostante sia entrato in vigore il Dpr 74/13, che ha rivoluzionato il sistema dei controlli, introducendo nuovi standard di sicurezza e di risparmio energetico.
Ma andiamo con ordine. La precedente normativa attribuiva alle Province l’onere di compiere accertamenti e ispezioni sugli impianti termici esistenti sul proprio territorio. Tuttavia, consentiva ai Comuni con popolazione superiore ai 40mila abitanti di assumere tale onere. Il Comune di Lecce aveva scelto questa opzione, affidando l’incarico a più società private susseguitesi negli anni (l’ultima è stata la cooperativa VIT).
L’entrata in vigore del Dpr 74/13 ha addossato la responsabilità dei controlli in capo alle Regioni. La Regione Puglia, in attesa di varare un proprio regolamento, delegò temporaneamente gli enti (Comuni e Province) che già eseguivano il servizio di controllo sui rispettivi territori.
Il 31 luglio 2014, scaduto il contratto d’incarico alla cooperativa VIT, l’amministrazione comunale di Lecce rinunciò (per ragioni di opportunità economiche e politiche) alla delega e comunicò tale decisione alla Regione che, di fatto, ne assunse l’intera responsabilità .
Dopo qualche mese, la Regione Puglia modificò la delega alla Provincia di Lecce, includendo anche il territorio del Comune di Lecce.
Nel frattempo, il 15 ottobre 2014, entravano in vigore i decreti attuativi del DPR 74 e con essi anche nuovi controlli da effettuare sugli impianti, nuova modulistica da utilizzare, tempi più stringenti per le operazioni di manutenzione.
Ad oggi la Provincia di Lecce non ha ancora provveduto ad attivare i controlli sul proprio territorio. «I leccesi – fa sapere Antonio Mancarella, presidente della categoria Impiantisti termoidraulici di Confartigianato Imprese Lecce – sono esposti a due rischi: per disinformazione perché si ritiene erroneamente che, in assenza di ispezioni da parte del Comune, non sia necessario effettuare le operazioni di manutenzione periodiche sulla caldaia. In questo caso, oltre ad esporsi a possibili sanzioni, omettendo anche le previste verifiche di sicurezza, si mette a repentaglio l’incolumità propria e dei vicini di casa. Nel caso in cui si eseguisse la revisione periodica dell’impianto – aggiunge – può capitare di non rispettare tutte le novità normative, commissionando al proprio manutentore solo una parte dei controlli. A titolo di esempio, l’analisi dei fumi, che in passato si effettuava ogni due anni, oggi va eseguita ad ogni manutenzione e quindi annualmente. Sempre annualmente bisogna effettuare una prova di tenuta certificata dell’impianto gas. L’assenza di uno dei controlli rende, di fatto, nulla la revisione periodica.
In entrambi i casi – sottolinea – il cittadino sarà esposto a sanzioni alla ripresa dei controlli, con un’aggravante nel primo caso: la responsabilità civile e penale per omessa manutenzione a carico del cittadino in caso di incidenti».
Il Comune di Lecce, da parte sua, si è limitato ad una nota del primo agosto 2014, a firma dell’architetto Fernando Bonocore, dirigente del settore Ambiente, igiene e protezione civile, che recita testualmente: «Si porta a conoscenza degli utenti che questa amministrazione comunale, con delibera di Giunta numero 629 del 31 luglio 2014 ha ritenuto di cessare con effetto immediato la campagna di autocertificazione degli impianti termini della Città di Lecce. Pertanto, a far data dal primo agosto 2014 non bisognerà depositare alcuna documentazione presso gli sportelli comunali. Si rammenta altresì, che i responsabili dell’impianto sono tenuti a rispettare quanto contenuto nel Dpr 74 del 16 aprile 2013, nonché nelle norme di settore vigenti, effettuando tutti i controlli ed opere di manutenzione previste nel decreto suddetto». Alla ripresa dei controlli da parte dell’ente incaricato scatteranno, dunque, migliaia di sanzioni.
Ma andiamo con ordine. La precedente normativa attribuiva alle Province l’onere di compiere accertamenti e ispezioni sugli impianti termici esistenti sul proprio territorio. Tuttavia, consentiva ai Comuni con popolazione superiore ai 40mila abitanti di assumere tale onere. Il Comune di Lecce aveva scelto questa opzione, affidando l’incarico a più società private susseguitesi negli anni (l’ultima è stata la cooperativa VIT).
L’entrata in vigore del Dpr 74/13 ha addossato la responsabilità dei controlli in capo alle Regioni. La Regione Puglia, in attesa di varare un proprio regolamento, delegò temporaneamente gli enti (Comuni e Province) che già eseguivano il servizio di controllo sui rispettivi territori.
Il 31 luglio 2014, scaduto il contratto d’incarico alla cooperativa VIT, l’amministrazione comunale di Lecce rinunciò (per ragioni di opportunità economiche e politiche) alla delega e comunicò tale decisione alla Regione che, di fatto, ne assunse l’intera responsabilità .
Dopo qualche mese, la Regione Puglia modificò la delega alla Provincia di Lecce, includendo anche il territorio del Comune di Lecce.
Nel frattempo, il 15 ottobre 2014, entravano in vigore i decreti attuativi del DPR 74 e con essi anche nuovi controlli da effettuare sugli impianti, nuova modulistica da utilizzare, tempi più stringenti per le operazioni di manutenzione.
Ad oggi la Provincia di Lecce non ha ancora provveduto ad attivare i controlli sul proprio territorio. «I leccesi – fa sapere Antonio Mancarella, presidente della categoria Impiantisti termoidraulici di Confartigianato Imprese Lecce – sono esposti a due rischi: per disinformazione perché si ritiene erroneamente che, in assenza di ispezioni da parte del Comune, non sia necessario effettuare le operazioni di manutenzione periodiche sulla caldaia. In questo caso, oltre ad esporsi a possibili sanzioni, omettendo anche le previste verifiche di sicurezza, si mette a repentaglio l’incolumità propria e dei vicini di casa. Nel caso in cui si eseguisse la revisione periodica dell’impianto – aggiunge – può capitare di non rispettare tutte le novità normative, commissionando al proprio manutentore solo una parte dei controlli. A titolo di esempio, l’analisi dei fumi, che in passato si effettuava ogni due anni, oggi va eseguita ad ogni manutenzione e quindi annualmente. Sempre annualmente bisogna effettuare una prova di tenuta certificata dell’impianto gas. L’assenza di uno dei controlli rende, di fatto, nulla la revisione periodica.
In entrambi i casi – sottolinea – il cittadino sarà esposto a sanzioni alla ripresa dei controlli, con un’aggravante nel primo caso: la responsabilità civile e penale per omessa manutenzione a carico del cittadino in caso di incidenti».
Il Comune di Lecce, da parte sua, si è limitato ad una nota del primo agosto 2014, a firma dell’architetto Fernando Bonocore, dirigente del settore Ambiente, igiene e protezione civile, che recita testualmente: «Si porta a conoscenza degli utenti che questa amministrazione comunale, con delibera di Giunta numero 629 del 31 luglio 2014 ha ritenuto di cessare con effetto immediato la campagna di autocertificazione degli impianti termini della Città di Lecce. Pertanto, a far data dal primo agosto 2014 non bisognerà depositare alcuna documentazione presso gli sportelli comunali. Si rammenta altresì, che i responsabili dell’impianto sono tenuti a rispettare quanto contenuto nel Dpr 74 del 16 aprile 2013, nonché nelle norme di settore vigenti, effettuando tutti i controlli ed opere di manutenzione previste nel decreto suddetto». Alla ripresa dei controlli da parte dell’ente incaricato scatteranno, dunque, migliaia di sanzioni.