Privacy: nasce un sito per proteggere i propri dati dalla criminalità informatica
BARI - Perdita di dati, crimini digitali, privacy nei social network, accesso dei minori a internet. Il progresso tecnologico nasconde sempre nuove insidie e deve essere seguito da un adattamento delle regole sulla protezione dei dati.
Gli utenti,osserva Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, dovrebbero essere in grado di controllare i propri dati su internet; di sapere quali informazioni sono visibili, dove si trovano, come verranno utilizzate, e devono essere in grado di cancellarle o impedire a altri di raccoglierle.
Per questo i ricercatori del Politecnico federale di Losanna (EPFL) hanno sviluppato un strumento gratuito per proteggere meglio la sfera privata su internet. Il sito “privyseal” consente di verificare quali dati personali vengono trasmessi quando si accettano le condizioni di uso di alcune applicazioni.
Scaricando alcune app l'internauta, senza rendersene conto, quando dà l'OK a volte può dare accesso a foto, sistemi di geolocalizzazione e documenti PDF, rammenta venerdì l'EPFL.Il sito in questione informa “sulle conseguenze esatte dei differenti modelli di richiesta di permesso. Fra i dati accessibili si può ancora scoprire quali siano veramente necessari e quali siano superflui per far funzionare l'applicazione», indica l’alta scuola losannese.Per saperne di più e conoscere meglio il sito (disponibile al momento solo in inglese) si può visitare https://privyseal.epfl.ch
Gli utenti,osserva Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, dovrebbero essere in grado di controllare i propri dati su internet; di sapere quali informazioni sono visibili, dove si trovano, come verranno utilizzate, e devono essere in grado di cancellarle o impedire a altri di raccoglierle.
Per questo i ricercatori del Politecnico federale di Losanna (EPFL) hanno sviluppato un strumento gratuito per proteggere meglio la sfera privata su internet. Il sito “privyseal” consente di verificare quali dati personali vengono trasmessi quando si accettano le condizioni di uso di alcune applicazioni.
Scaricando alcune app l'internauta, senza rendersene conto, quando dà l'OK a volte può dare accesso a foto, sistemi di geolocalizzazione e documenti PDF, rammenta venerdì l'EPFL.Il sito in questione informa “sulle conseguenze esatte dei differenti modelli di richiesta di permesso. Fra i dati accessibili si può ancora scoprire quali siano veramente necessari e quali siano superflui per far funzionare l'applicazione», indica l’alta scuola losannese.Per saperne di più e conoscere meglio il sito (disponibile al momento solo in inglese) si può visitare https://privyseal.epfl.ch