ROMA - "Le riforme strutturali sono la clausola di salvaguardia" che consente all'Italia di stare "dalla parte di chi sta al sicuro". A sostenerlo il premier Matteo Renzi, riferendo in Senato alla vigilia del vertice Ue, ha spiegato che rappresentano la "cintura di sicurezza" rispetto a quello che stiamo vivendo.
"Il vero fondo salvastati dell'Italia e' stato fare le riforme strutturali", ha aggiunto Renzi, spiegando che l'Italia ha fatto passi avanti nel panorama internazionale. "Se di esami si trattava l'Italia si presentava in ruolo di studente: oggi non e' cosi'". Il passo avanti e' stato "positivo ma non sufficiente, i segnali di ripresa sono timidi, il valore delle opere pubbliche bloccate per ritardi tra enti e' di 1% del Pil. Ma se oggi l'Italia e' nelle condizioni di non essere piu' sul banco degli imputati non si deve a fenomeni magici provenienti dall'esterno ma all'attività parlamentare", alle riforme fatte che hanno aumentato la "credibilità" del nostro Paese.
"Negli ultimi quattro anni - ha proseguito Renzi - ci siamo preoccupati di salvare la pelle, ma ora la situazione si sta mettendo su binari di normalità e l'Italia deve fare sentire la sua voce nel dibattito economico e sull'innovazione".
"Il vero fondo salvastati dell'Italia e' stato fare le riforme strutturali", ha aggiunto Renzi, spiegando che l'Italia ha fatto passi avanti nel panorama internazionale. "Se di esami si trattava l'Italia si presentava in ruolo di studente: oggi non e' cosi'". Il passo avanti e' stato "positivo ma non sufficiente, i segnali di ripresa sono timidi, il valore delle opere pubbliche bloccate per ritardi tra enti e' di 1% del Pil. Ma se oggi l'Italia e' nelle condizioni di non essere piu' sul banco degli imputati non si deve a fenomeni magici provenienti dall'esterno ma all'attività parlamentare", alle riforme fatte che hanno aumentato la "credibilità" del nostro Paese.
"Negli ultimi quattro anni - ha proseguito Renzi - ci siamo preoccupati di salvare la pelle, ma ora la situazione si sta mettendo su binari di normalità e l'Italia deve fare sentire la sua voce nel dibattito economico e sull'innovazione".