ROMA - Un membro esterno per valutare gli insegnanti, gli idonei al concorso 2012 verranno inseriti nel piano di assunzioni, un tetto di 100.000 euro per le erogazioni liberali dei privati alle scuole, bando di concorso entro il 1 dicembre 2015 per l'assunzione a tempo determinato del personale docente, una valutazione triennale dei presidi. Sono alcune delle principali novità contenute nel maxi-emendamento presentato dai relatori del ddl Scuola alla commissione Istruzione al Senato.
Il testo andra' in aula domani pomeriggio senza che pero' si possa concludere l'esame e giovedi', molto probabilmente, ci sara' il voto di fiducia. Il testo della riforma dovra' poi passare alla camera per l'ultimo esame.
Nel maxi-emendamento, inoltre, si prevede che le prime 100mila assunzioni vengano fatte entro il mese di agosto, mentre slitta da ottobre a dicembre il 'concorsone'. I dirigenti scolastici saranno valutati, su base triennale, in base al miglioramento degli studenti, alla valorizzazione del personale e alle competenze organizzative.
A valutare i docenti invece saranno non piu' solo docenti, genitori e studenti ma anche un componente esterno indicato dall'Ufficio scolastico regionale.
Il testo presentato dai relatori scontenta però le opposizioni che, pur avendo dato una lettura ancora superficiale del nuovo testo, sono concordi nel dire che di fatto "l'impianto rimane lo stesso" e che quindi gli emendamenti di Sel, M5S e Lega resteranno e non saranno ritirati.
PERRONE: SVELATO VOLTO AUTORITARIO RENZI - “La discussione odierna sul DDL scuola ha avuto il solo “pregio” di svelare definitivamente agli italiani il vero volto del Governo Renzi, autoritario e lontano anni luce dai problemi e dalle istanze dei cittadini”.
Queste le prime considerazioni rilasciate dal Senatore Luigi Perrone del Gruppo Conservatori e Riformisti, dopo l'annuncio del voto di fiducia di giovedì 25 giugno sul testo del maxi emendamento scuola del governo.
“Ancora una volta la fiducia per blindare il testo “ufficiale” del decreto voluto dal governo - prosegue Perrone - una prassi che ricorda i peggiori metodi ricattatori e liberticidi con i quali non si affossa solo la scuola ma la pratica stessa della democrazia. Nonostante i tanti pareri avversi e le manifestazioni contrarie alla sedicente “buona scuola” di migliaia di docenti, operatori e studenti, Renzi ignora il Paese e passa ai ricatti".
"Il caso è ancor più grave se pensiamo al metodo utilizzato: tono irrisorio e preclusione nei confronti degli emendamenti contrari alla riforma, presentati in buona parte dal suo stesso partito il PD (334 su 2.000) sempre più lacerato e sofferente verso il “premier”auto-eletto che continua anche nelle ultime ore a voler zittire e bypassare il lavoro in commissione”, conclude il senatore Perrone.
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Il testo andra' in aula domani pomeriggio senza che pero' si possa concludere l'esame e giovedi', molto probabilmente, ci sara' il voto di fiducia. Il testo della riforma dovra' poi passare alla camera per l'ultimo esame.
Nel maxi-emendamento, inoltre, si prevede che le prime 100mila assunzioni vengano fatte entro il mese di agosto, mentre slitta da ottobre a dicembre il 'concorsone'. I dirigenti scolastici saranno valutati, su base triennale, in base al miglioramento degli studenti, alla valorizzazione del personale e alle competenze organizzative.
A valutare i docenti invece saranno non piu' solo docenti, genitori e studenti ma anche un componente esterno indicato dall'Ufficio scolastico regionale.
Il testo presentato dai relatori scontenta però le opposizioni che, pur avendo dato una lettura ancora superficiale del nuovo testo, sono concordi nel dire che di fatto "l'impianto rimane lo stesso" e che quindi gli emendamenti di Sel, M5S e Lega resteranno e non saranno ritirati.
PERRONE: SVELATO VOLTO AUTORITARIO RENZI - “La discussione odierna sul DDL scuola ha avuto il solo “pregio” di svelare definitivamente agli italiani il vero volto del Governo Renzi, autoritario e lontano anni luce dai problemi e dalle istanze dei cittadini”.
Queste le prime considerazioni rilasciate dal Senatore Luigi Perrone del Gruppo Conservatori e Riformisti, dopo l'annuncio del voto di fiducia di giovedì 25 giugno sul testo del maxi emendamento scuola del governo.
“Ancora una volta la fiducia per blindare il testo “ufficiale” del decreto voluto dal governo - prosegue Perrone - una prassi che ricorda i peggiori metodi ricattatori e liberticidi con i quali non si affossa solo la scuola ma la pratica stessa della democrazia. Nonostante i tanti pareri avversi e le manifestazioni contrarie alla sedicente “buona scuola” di migliaia di docenti, operatori e studenti, Renzi ignora il Paese e passa ai ricatti".
"Il caso è ancor più grave se pensiamo al metodo utilizzato: tono irrisorio e preclusione nei confronti degli emendamenti contrari alla riforma, presentati in buona parte dal suo stesso partito il PD (334 su 2.000) sempre più lacerato e sofferente verso il “premier”auto-eletto che continua anche nelle ultime ore a voler zittire e bypassare il lavoro in commissione”, conclude il senatore Perrone.
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