“Agricoltura, tutelare le denominazioni di origine dal Ttip”

BARI - Continua il negoziato tra Unione europea e Stati Uniti d’America sul TTIP, il Transatlantic Trade and Investment Partnership, nonostante le proteste di più di 480 organizzazioni contrarie al trattato di libero scambio commerciale. A rischio, peraltro, vi sarebbero anche le denominazioni di origine e le indicazioni geografiche protette che rappresentano uno dei capitoli più rilevanti del negoziato, ancor di più per l’Italia, paese leader mondiale nella produzione di prodotti certificati. Per questo, i deputati 5 Stelle della Commissione Agricoltura della Camera hanno presentato una interrogazione parlamentare per proteggere i prodotti DOP e IGP dal TTIP. Per la Puglia sono ben 16 i prodotti interessati: 11 le DOP dai formaggi (Caciocavallo Silano, Canestrato Pugliese, Mozzarella e Ricotta di Bufala Campana) all’olio (Collina di Brindisi, Dauno, Terra d’Otranto, Terra di Bari, Terre Tarentine) passando per il Pane di Altamura e l’oliva foggiana La Bella della Daunia, mentre 5 le IGP dell’ortofrutta (Arancia del Gargano, Carciofo Brindisino, Clementine del Golfo di Taranto, Limone Femminello del Gargano e Uva di Puglia).

“Abbiamo chiesto al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina cosa stia concretamente facendo per la tutela dei nostri prodotti agroalimentari di qualità e se sia stato predisposto un elenco da inserire nell’Accordo, affinché ne sia garantita la protezione – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – È indispensabile garantire che l’accordo includa disposizioni che impediscano l’uso illecito di denominazioni geografiche unionali ingannevoli per i consumatori nonché salvaguardare i regimi che contribuiscono alla loro protezione, considerando anche che gli USA si oppongono da sempre alle richieste europee in tema di indicazioni geografiche".

"Informazioni chiare sull’origine dei prodotti, in realtà, sono fondamentali ed è necessario – continua L’Abbate (M5S) – che si converga su standard comuni in tema di indicazione obbligatoria dell’origine, in grado non solo di proteggere i consumatori ma anche di porre le condizioni di un’equa concorrenza tra gli operatori economici nell’accesso ai rispettivi mercati. Una delle poche soluzioni prospettate potrebbe essere allora l’inserimento nel TTIP di una lista di prodotti DOP ed IGP per i quali, in automatico, sia riconosciuta la registrazione sul territorio statunitense, in quanto non esiste una protezione ex ufficio come in UE, e quindi i produttori si dovranno difendere in tribunale con le proprie risorse. Per questo – conclude Giuseppe L’Abbate (M5S) – vogliamo sapere dal ministro Martina se questa sarà una strada effettivamente percorribile e a che punto sia la predisposizione di questo elenco”.

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