di Alex Nardelli - Alfredo Bellucci, un venditore di automobili di Torino, arrabbiato e furioso per l’illegalità e la concorrenza sleale, un giorno ha deciso di denunciare il fenomeno della truffa sui contachilometri, facendo informazione sull’argomento e scrivendo un libro. Il Giornale di Puglia lo ha intervistato per sapere di più su questo fenomeno abbastanza diffuso in tutta Italia, e del quale, grazie ad Alfredo, se ne sono interessati anche il vicepresidente della Commissione Trasporti del Senato, sen. Stefano Esposito, e le Iene, con Matteo Viviani.
D) Chi è Alfredo Bellucci?
R) Un uomo che ha iniziato quasi 20 anni fa a vendere auto per una grande passione per le auto. Ho iniziato facendo il venditore nelle concessionarie e in maniera assolutamente ingenua pensavo che il mercato delle auto fosse un qualcosa che si potesse trattare come qualsiasi altra merce e non pensavo minimamente che in realtà fosse governato e inquinato quasi totalmente dall’illegalità. A un certo punto, siccome mi piace rischiare e sono un po’ ambizioso, come tutti noi lo siamo, e voglio migliorarmi nella vita, ho deciso di mettermi in proprio, ed è stato un po’ come passare dalla padella alla brace, perché prima tutto era inquinato, ma gestito dall’azienda, dopo si è aggiunto anche il rischio imprenditoriale. Ho guadagnato sempre meno rispetto ai più truffaldini.
D) Tu hai scritto un libro sul fenomeno della truffa sui contachilometri. Come nasce questa idea?
R) I sentimenti principali sono stati la grande arrabbiatura, la furia, e quindi, la consapevolezza che davanti all’illegalità si può soltanto combattere con la consapevolezza. Quando informo chi non sa cosa succede, forse ho una chance di combattere l’illegalità. Ho agito di informazione, scrivendo, raccontando la mia storia, magari a qualcuno può piacere.
D) Spiegaci meglio, come funziona tecnicamente questo fenomeno della truffa sui contachilometri?
R) Ovviamente è un discorso abbastanza complesso, tant’è vero che ci abbiamo scritto un libro. In soldoni diciamo che il terreno è fertile perché è estremamente facile alterare un dato chilometrico. Contrariamente a quello che pensa l’opinione pubblica, e cioè che più la tecnologia avanza e più sia difficile attivare informazioni false, a mio avviso è esattamente il contrario, tanto è vero che un dato criptato si può decriptare facilmente. Mi contestano questa osservazione e io gli dico subito “Un contachilometri sarà pure complicato, sarà pure un gioiello della tecnica, ma costa di più o costa di meno del sistema di sicurezza del Pentagono? Se costa di meno e sono riusciti a violare il sistema di sicurezza del Pentagono, figuriamoci se non riescono ad andare su un contachilometri”. Vi sono dei siti internet dove vendono delle apparecchiature con un pacchetto completo start-up, per iniziare l’attività illecita di scalatore di contachilometri. Con un piccolo investimento, parliamo di poco più di 20 mila euro, e poi un’annualità di rinnovo degli aggiornamenti di 1500 euro, si possono avere i sistemi completi per andare ad alterare tutti i contachilometri attualmente in commercio, compresi quelli che escono adesso. Perché c’è da considerare che quando esce una nuova auto con contachilometri più sofisticato, su quello, probabilmente, in questo preciso istante non si riesce ad entrare. Il problema è che non serve taroccarlo oggi, ma tra un paio d’anni, avendo tutto il tempo per studiarsi quel contachilometri e generare il sistema per decriptarlo e venderlo online alle cifre di cui parlavo prima.
D) Nella tua vita lavorativa, quanti casi, in percentuale, di truffe sui contachilometri ti sono capitati?
R) Laddove sono stato truffato io in prima persona, da quando sono diventato imprenditore di me stesso, negli ultimi dodici, tredici anni, direi una decina di volte. E difficilmente, tranne in un paio di casi, sono riuscito a difendermi, nonostante conosca bene la materia. La truffa per me non è devastante come per un privato. Per me è peggiore la concorrenza sleale, che mi fagocita, mi immobilizza, non mi permette di acquistare auto al prezzo di mercato, perché vengono vendute a dei prezzi più alti rispetto a quello che è il reale valore, perché l’acquisto viene fatto con la volontà futura di taroccare il chilometraggio.
D) Tu hai dei sistemi per difenderti da queste eventuali truffe? Hai modo di verificare se i contachilometri sono realmente taroccati o no?
R) Diciamo che il sistema di sicurezza che posso avere non ha un’efficacia totale, come non ce l’ha per nessuno. Perché se io avessi un sistema di sicurezza per il quale potessi fare una campagna pubblicitaria dove dico che nessuno potrà più truffare sui contachilometri, probabilmente sarei milionario. La soluzione è avere un altro grado di sicurezza. E se noi ci mettiamo dieci domande, come decalogo, per essere altamente sicuri del buon acquisto del veicolo, dobbiamo avere almeno 8 risposte a queste 10 domande.
D) Della questione si è interessato anche il vicepresidente della Commissione Trasporti del Senato, sen. Stefano Esposito. Ci sono possibilità di proposte concrete per scoraggiare tale fenomeno?
R) Direi assolutamente si con tanto di promessa registrata in un video da parte del Senatore Esposito, che si è impegnato a presentare il progetto per una modifica di legge sostanziale, tra l’altro abbastanza articolata, per lavorare sul nuovo codice della strada per una normativa diversa.
D) Parlaci brevemente della tua collaborazione con le Iene.
R) Io ho fatto avere alle Iene il nostro libro. Matteo Viviani mi ha contattato, chiedendomi se tutto quanto scritto nel libro aveva una base di verità ed io ho confermato tutto quello che ho scritto. Loro poi, in perfetto stile Iene, hanno voluto dimostrare la bontà di quanto scritto. Così mi hanno chiesto di procedere per uno studio per svelare questa truffa, e nell’arco di poche settimane hanno costruito questo servizio in cui si vedono undici commercianti di autoveicoli, tra i quali soltanto uno lavorava onestamente. Gli altri, chi più, chi meno, andavano ad agire sul chilometraggio.
D) Un tuo giudizio sui 'furbetti' in generale.
R) Essere un truffatore o un furbetto è una questione di indole. C’è chi va al supermercato e si mette una banana in tasca ed esce senza pagarla, e chi non lo fa. Il fatto che scala i chilometri, fa di quella persona, sicuramente una persona avida e che fondamentalmente non ha interesse più di tanto verso il prossimo.
D) Chi è Alfredo Bellucci?
R) Un uomo che ha iniziato quasi 20 anni fa a vendere auto per una grande passione per le auto. Ho iniziato facendo il venditore nelle concessionarie e in maniera assolutamente ingenua pensavo che il mercato delle auto fosse un qualcosa che si potesse trattare come qualsiasi altra merce e non pensavo minimamente che in realtà fosse governato e inquinato quasi totalmente dall’illegalità. A un certo punto, siccome mi piace rischiare e sono un po’ ambizioso, come tutti noi lo siamo, e voglio migliorarmi nella vita, ho deciso di mettermi in proprio, ed è stato un po’ come passare dalla padella alla brace, perché prima tutto era inquinato, ma gestito dall’azienda, dopo si è aggiunto anche il rischio imprenditoriale. Ho guadagnato sempre meno rispetto ai più truffaldini.
D) Tu hai scritto un libro sul fenomeno della truffa sui contachilometri. Come nasce questa idea?
R) I sentimenti principali sono stati la grande arrabbiatura, la furia, e quindi, la consapevolezza che davanti all’illegalità si può soltanto combattere con la consapevolezza. Quando informo chi non sa cosa succede, forse ho una chance di combattere l’illegalità. Ho agito di informazione, scrivendo, raccontando la mia storia, magari a qualcuno può piacere.
D) Spiegaci meglio, come funziona tecnicamente questo fenomeno della truffa sui contachilometri?
R) Ovviamente è un discorso abbastanza complesso, tant’è vero che ci abbiamo scritto un libro. In soldoni diciamo che il terreno è fertile perché è estremamente facile alterare un dato chilometrico. Contrariamente a quello che pensa l’opinione pubblica, e cioè che più la tecnologia avanza e più sia difficile attivare informazioni false, a mio avviso è esattamente il contrario, tanto è vero che un dato criptato si può decriptare facilmente. Mi contestano questa osservazione e io gli dico subito “Un contachilometri sarà pure complicato, sarà pure un gioiello della tecnica, ma costa di più o costa di meno del sistema di sicurezza del Pentagono? Se costa di meno e sono riusciti a violare il sistema di sicurezza del Pentagono, figuriamoci se non riescono ad andare su un contachilometri”. Vi sono dei siti internet dove vendono delle apparecchiature con un pacchetto completo start-up, per iniziare l’attività illecita di scalatore di contachilometri. Con un piccolo investimento, parliamo di poco più di 20 mila euro, e poi un’annualità di rinnovo degli aggiornamenti di 1500 euro, si possono avere i sistemi completi per andare ad alterare tutti i contachilometri attualmente in commercio, compresi quelli che escono adesso. Perché c’è da considerare che quando esce una nuova auto con contachilometri più sofisticato, su quello, probabilmente, in questo preciso istante non si riesce ad entrare. Il problema è che non serve taroccarlo oggi, ma tra un paio d’anni, avendo tutto il tempo per studiarsi quel contachilometri e generare il sistema per decriptarlo e venderlo online alle cifre di cui parlavo prima.
D) Nella tua vita lavorativa, quanti casi, in percentuale, di truffe sui contachilometri ti sono capitati?
R) Laddove sono stato truffato io in prima persona, da quando sono diventato imprenditore di me stesso, negli ultimi dodici, tredici anni, direi una decina di volte. E difficilmente, tranne in un paio di casi, sono riuscito a difendermi, nonostante conosca bene la materia. La truffa per me non è devastante come per un privato. Per me è peggiore la concorrenza sleale, che mi fagocita, mi immobilizza, non mi permette di acquistare auto al prezzo di mercato, perché vengono vendute a dei prezzi più alti rispetto a quello che è il reale valore, perché l’acquisto viene fatto con la volontà futura di taroccare il chilometraggio.
D) Tu hai dei sistemi per difenderti da queste eventuali truffe? Hai modo di verificare se i contachilometri sono realmente taroccati o no?
R) Diciamo che il sistema di sicurezza che posso avere non ha un’efficacia totale, come non ce l’ha per nessuno. Perché se io avessi un sistema di sicurezza per il quale potessi fare una campagna pubblicitaria dove dico che nessuno potrà più truffare sui contachilometri, probabilmente sarei milionario. La soluzione è avere un altro grado di sicurezza. E se noi ci mettiamo dieci domande, come decalogo, per essere altamente sicuri del buon acquisto del veicolo, dobbiamo avere almeno 8 risposte a queste 10 domande.
D) Della questione si è interessato anche il vicepresidente della Commissione Trasporti del Senato, sen. Stefano Esposito. Ci sono possibilità di proposte concrete per scoraggiare tale fenomeno?
R) Direi assolutamente si con tanto di promessa registrata in un video da parte del Senatore Esposito, che si è impegnato a presentare il progetto per una modifica di legge sostanziale, tra l’altro abbastanza articolata, per lavorare sul nuovo codice della strada per una normativa diversa.
D) Parlaci brevemente della tua collaborazione con le Iene.
R) Io ho fatto avere alle Iene il nostro libro. Matteo Viviani mi ha contattato, chiedendomi se tutto quanto scritto nel libro aveva una base di verità ed io ho confermato tutto quello che ho scritto. Loro poi, in perfetto stile Iene, hanno voluto dimostrare la bontà di quanto scritto. Così mi hanno chiesto di procedere per uno studio per svelare questa truffa, e nell’arco di poche settimane hanno costruito questo servizio in cui si vedono undici commercianti di autoveicoli, tra i quali soltanto uno lavorava onestamente. Gli altri, chi più, chi meno, andavano ad agire sul chilometraggio.
D) Un tuo giudizio sui 'furbetti' in generale.
R) Essere un truffatore o un furbetto è una questione di indole. C’è chi va al supermercato e si mette una banana in tasca ed esce senza pagarla, e chi non lo fa. Il fatto che scala i chilometri, fa di quella persona, sicuramente una persona avida e che fondamentalmente non ha interesse più di tanto verso il prossimo.