Azzolini: M5s scatenato, “Pd senza vergogna”
BARI - Il caso del senatore molfettese Azzollini (NCD) tiene ancora banco a Palazzo Madama. Lo scrutinio segreto ha portato ad un risultato che secondo molti era atteso: la maggioranza che sostiene Renzi ha respinto la richiesta di arresti domiciliari giunta al Senato dalla Procura di Trani.
“Quella del Partito Democratico è una scelta vergognosamente coerente” questi i primi durissimi commenti di deputati, senatori e consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. “Il capogruppo del PD Zanda aveva chiesto ai suoi senatori di ‘votare secondo coscienza’ e dal momento che la ‘coscienza’ di molti nel Partito Democratico non è per niente limpida, ciò che non doveva accadere è successo. I nostri cittadini hanno bisogno di tornare a credere nello Stato e nella giustizia e questi senatori non sono degni di rappresentarli. Oggi il Partito Democratico ha ricoperto nuovamente di vergogna il nostro Paese.”
I senatori nel corso della seduta hanno anche respinto la richiesta di voto palese sulla votazione, avanzata dalla minoranza prima del voto finale.
Non è valso a nulla neanche il richiamo dei senatori pugliesi pentastellati Buccarella e Lezzi alla relazione della Giunta delle Autorizzazioni a prima firma del Presidente Dario Stefano (SEL) che aveva dato il via libera (voto favorevole di M5S, PD e SEL) alla richiesta del GIP del Tribunale di Trani, non ravvisando la presenza di “fumus persecutionis” nella richiesta dei magistrati.
"Per salvare la sua maggioranza, nei giorni in cui il governo taglia drasticamente sulla Sanità, Renzi e la maggioranza dei suoi a palazzo Madama, salvano dagli arresti un senatore accusato di aver speculato sulle strutture sanitarie nella nostra Regione, – tuonano i pentastellati - serviva che la politica facesse un passo indietro, concedendo al cittadino Azzollini di difendersi in Tribunale senza farsi vigliaccamente scudo dei privilegi parlamentari. Invece il Partito Democratico ha permesso al “prode molfettese” di dribblare la richiesta di arresto, sostenendo, di fatto, quella politica “vecchia”, dell'arraffo clientelare, della gestione padronale del territorio, che ha vinto ancora una volta in questo Parlamento, sempre più delegittimato.”
“Quella del Partito Democratico è una scelta vergognosamente coerente” questi i primi durissimi commenti di deputati, senatori e consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. “Il capogruppo del PD Zanda aveva chiesto ai suoi senatori di ‘votare secondo coscienza’ e dal momento che la ‘coscienza’ di molti nel Partito Democratico non è per niente limpida, ciò che non doveva accadere è successo. I nostri cittadini hanno bisogno di tornare a credere nello Stato e nella giustizia e questi senatori non sono degni di rappresentarli. Oggi il Partito Democratico ha ricoperto nuovamente di vergogna il nostro Paese.”
I senatori nel corso della seduta hanno anche respinto la richiesta di voto palese sulla votazione, avanzata dalla minoranza prima del voto finale.
Non è valso a nulla neanche il richiamo dei senatori pugliesi pentastellati Buccarella e Lezzi alla relazione della Giunta delle Autorizzazioni a prima firma del Presidente Dario Stefano (SEL) che aveva dato il via libera (voto favorevole di M5S, PD e SEL) alla richiesta del GIP del Tribunale di Trani, non ravvisando la presenza di “fumus persecutionis” nella richiesta dei magistrati.
"Per salvare la sua maggioranza, nei giorni in cui il governo taglia drasticamente sulla Sanità, Renzi e la maggioranza dei suoi a palazzo Madama, salvano dagli arresti un senatore accusato di aver speculato sulle strutture sanitarie nella nostra Regione, – tuonano i pentastellati - serviva che la politica facesse un passo indietro, concedendo al cittadino Azzollini di difendersi in Tribunale senza farsi vigliaccamente scudo dei privilegi parlamentari. Invece il Partito Democratico ha permesso al “prode molfettese” di dribblare la richiesta di arresto, sostenendo, di fatto, quella politica “vecchia”, dell'arraffo clientelare, della gestione padronale del territorio, che ha vinto ancora una volta in questo Parlamento, sempre più delegittimato.”