Grecia divisa dal referendum. Varoufakis, “Dai creditori terrorismo” (VIDEO)

"Quello che i creditori stanno facendo con la Grecia ha un nome solo: terrorismo". Così il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis in un intervista a El Mundo. "Quello che posso dire - prosegue Varoufakis - è che tutto quello che sta accadendo in Grecia in questi giorni lo avevano preparato fin dall'inizio, che già 5 mesi fa era pronto un piano per farla finita con un governo che non accettava di farsi ricattare 'dall'establishment' europeo". Nella lunga intervista concessa al quotidiano iberico il ministro dell'Economia spagnolo ha ribadito la sua convinzione che se vincerà il 'no' il primo ministro Alexis Tsipras si recherà lunedì a Bruxelles, firmerà un accordo - "non fantastico ma migliore di quello proposto - e "martedì riapriranno le banche".

"Nella mia prima riunione dell'Eurogruppo - ha ricordato - il presidente Jeroen Dijsselbloem mi ha detto chiaramente che avevamo solo due opzioni: firmare l'accordo che il precedente governo aveva accettato o affrontare la fine del programma di aiuti. Gli ho chiesto se mi stesse minacciando con il 'Grexit' nella nostra prima riunione. Perché sappiamo tutti che tagliare il programma di aiuti significava obbligarci a chiudere le banche".

IERI DUE MANIFESTAZIONI AD ATENE - Erano circa 40mila i manifestanti equamente divisi tra le due manifestazioni ad Atene, una in favore del 'Si'' e l'altra a sostegno del 'No' al referendum sull'accordo tra la Grecia e i creditori. Alla manifestazione a piazza Syntagma, contraria all'accordo, ha partecipato anche il premier Alexis Tsipras.

In precedenza si erano registrati scontri tra la polizia e un gruppo di manifestanti vestiti di nero. I manifestanti favorevoli all'accordo si sono invece ritrovati davanti al vecchio stadio Olimpico. Un appello a votare 'No' al referendum di domenica prossima per restare in Europa e viverci con dignita' e' venuto dal primo ministro greco Alexis Tsipras nella manifestazione di piazza Syntagma, mentre Donald Tusk si e' detto convinto che il referendum non riguardi la permanenza nell'euro.

"Forse - spiega il presidente di turno del Consiglio europeo - dovremo abituarci a convivere con paesi membri dell'Eurozona in bancarotta". Secondo Tusk, se i greci voteranno si' "penso che questo consentira' di aprire un capitolo nuovo nella negoziazione, probabilmente piu' promettente di prima". Se invece voteranno no "lo spazio di negoziazione ovviamente si ridurra'".

"BANCHE PRONTE A PRELIEVO FORZOSO" - Le banche greche sarebbero pronte a un piano di emergenza che prevede un prelievo forzoso sui depositi. Lo rivela il Financial Times che, interpellate alcune fonti, spiega che il prelievo potrebbe essere di almeno il 30% su depositi superiori agli 8000 euro. Il piano degli istituti greci ricalcherebbe quello messo in atto a Cipro nel 2013 che prelevo su depositi superiori a 100mila euro. La Grecia pero' ha solo 3 miliardi di euro a copertura del fondo assicurativo.

LA REPLICA DI VAROUFAKIS - "L'articolo del Financial Times su un possibile prelievo forzoso dei conti si basa su voci maliziose che l'Associazione delle Banche Greche ha smentito questa mattina". Così il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, su Twitter.

RENZI: GLI ITALIANI NON DEVONO AVER PAURA - "Gli italiani non devono avere paura" della crisi greca: lo dichiara, al Tg5, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. "L'Italia non ha paura di conseguenze specifiche sul nostro Paese", sottolinea. Se prima Italia e Grecia "erano compagni di sventura, ora non è più così". "Noi siamo quelli che risolvono i problemi, non il problema".

Sottolineando che dal referendum greco non verranno conseguenze per l'Italia, Renzi ricorda: "Tre-quattro anni fa eravamo il problema, insieme alla Grecia. Eravamo compagni di sventura. Dicevano sempre Grecia e Italia, Italia e Grecia, Grecia e Italia...ma adesso non è più così. Riforme, ripartenza dell'economia... noi siamo dalla parte di quelli che cercano di risolvere il problema, non siamo il problema. Anche i denari che abbiamo messo da parte per la Grecia già nel computo economico, nel calcolo del debito.

Gli italiani - ribadisce - non debbono avere paura. Certo, la questione è politica, la partita è complessa. Ma l'Italia è un grande paese, smettiamola di raccontare l'Italia come il malato d'Europa. Non siamo più il malato d'Europa".

CGIL, CISL E UIL: "RESTI IN UE" - "Occorre far convergere tutti gli sforzi per rafforzare la permanenza della Grecia nell'Unione, consentendo una ristrutturazione del debito con tempi più flessibili così da consentire e ristabilirne un percorso di crescita sostenibile". Lo scrivono i leader di Cgil, Cisl e Uil, Camusso, Furlan e Barbagallo, sollecitando una soluzione che non scarichi tutto su lavoratori e pensionati.

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