Ilva, ieri il “festival” dei fumi incontrollati
di Mauro Guitto - La giornata di ieri è stata una di quelle che i tarantini, anche quelli volutamente distratti, non potevano non notare. Gli abitanti del quartiere Tamburi, quelli di Statte e gli automobilisti che passavano nelle strade vicine "panoramiche" si sono accorti che dallo stabilimento si potevano "ammirare" ripetute fumate nere che arrivavano non dalle ciminiere bensì da punti imprecisati e in maniera incontrollata che poi si diffondevano all'impazzata nell'atmosfera.
Aggiungiamo un altro campanello di allarme. I "Liberi e Pensanti" denunciano il fatto che nello stabilimento da diversi giorni si sta provvedendo alla demolizione della Batteria n.20 all'interno della quale è presente un'alta concentrazione di amianto e non si sa se le operazioni di rimozione stiano procedendo a norma di legge perchè se così non sta accadendo, l'amianto, ridotto in "polvere", sta finendo sistematicamente nei polmoni dei lavoratori (i primi a venirne a contatto) e degli abitanti. Anche in questo caso, l'Arpa, che è a conoscenza di questo, sta verificando la correttezza di queste operazioni? A tal proposito ricordiamo che tra i vari compiti dell'Arpa c'è quello del "Controllo e analisi delle emissioni e della qualità dell'aria per conto della Regione per le proprie competenze ai sensi delle normative di riferimento vigenti". Si attendono quindi risposte... da più fonti.
Quel poco vento che c'era, anche se poco, faceva poi il resto: "spalmava" la nube nera al di sopra delle zone sottostanti finendo nei polmoni dei cittadini che, "gioco forza", hanno respirato. Chiediamo: cosa è accaduto ieri all'interno dello stabilimento? E' stato riacceso un altoforno? La procedura era quella corretta? (pare di no, a vedere le tante foto scattate da quelle che qualcuno chiama "ecosentinelle" ma che in realtà sono dei comuni cittadini che, per il loro e altrui bene, segnalano come dovrebbe fare qualunque comune cittadino interessato a partecipare alla vita pubblica).
Chiediamo anche: perché la città non è stata preventivamente informata con un comunicato al Comune di Taranto per far sì che si predisponessero le dovute precauzioni per evitare che uomini, donne e bambini inalassero quei fumi insalubri? Qualcuno dirà "Quali precauzioni vorresti che si prendessero?". Per esempio la predisposizione di un programma di salvaguardia della salute pubblica da parte del Comune e l'uso di apposite mascherine (da mettere a disposizione dallo stesso Comune gratuitamente a tutti i cittadini) in determinati giorni e orari preventivamente concordati con l'Ilva durante necessarie(?) operazioni? Forse potrebbe essere una "soluzione" per limitare i danni come si è fatto in alcune città italiane in situazioni di eccessivo inquinamento dovuto al traffico veicolare... Sarebbe sempre meglio che respirare quei fumi, come è accaduto ieri. Siamo consapevoli che l'uso della mascherina non risolve alcun problema e che molti nemmeno la indosserebbero ma stiamo parlando di un modo per "limitare i danni" in attesa e nella speranza che le cose cambino al più presto possibile.
Chiediamo ancora: in tutto questo l'Arpa dov'è? E Renzi? Forse è impegnato a "spalmare" ulteriore altro fumo nero sull'intera Italia su pensioni, occupazione, sanità, servizi, tasse e quant'altro. Peraltro oggi scade il termine entro il quale l'Ilva avrebbe dovuto (o dovrebbe) realizzare l'80% delle prescrizioni AIA. Ci pare azzardato pensare che quella percentuale non sia stata nemmeno lontanamente raggiunta, visto ciò che è accaduto ieri (e non solo) nei cieli di Taranto. Intanto quelle foto (scattate da quei pochi volenterosi e interessati cittadini), tante, sono finite alla Commissione Europea e ai Carabinieri del NOE, raccolte e inviate da Peacelink.
Aggiungiamo un altro campanello di allarme. I "Liberi e Pensanti" denunciano il fatto che nello stabilimento da diversi giorni si sta provvedendo alla demolizione della Batteria n.20 all'interno della quale è presente un'alta concentrazione di amianto e non si sa se le operazioni di rimozione stiano procedendo a norma di legge perchè se così non sta accadendo, l'amianto, ridotto in "polvere", sta finendo sistematicamente nei polmoni dei lavoratori (i primi a venirne a contatto) e degli abitanti. Anche in questo caso, l'Arpa, che è a conoscenza di questo, sta verificando la correttezza di queste operazioni? A tal proposito ricordiamo che tra i vari compiti dell'Arpa c'è quello del "Controllo e analisi delle emissioni e della qualità dell'aria per conto della Regione per le proprie competenze ai sensi delle normative di riferimento vigenti". Si attendono quindi risposte... da più fonti.