BARI - "Invece di fermare un mostro già di per sé destinato alla chiusura, Renzi preferisce stoppare e aggirare la magistratura. Un pugno in faccia, quello del governo, ai lavoratori e ai cittadini di Taranto e del suo territorio. E un oltraggio alla memoria di Alessandro Morricella". Lo dice l'eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D'Amato, commentando il decreto con cui il consiglio dei ministri ha aggirato i sequestri decisi dalla magistratura nei confronti degli stabilimenti dell'Ilva di Taranto e della Fincantieri di Monfalcone. Entrambi gli impianti erano stati fermati dai giudici per gravi violazioni delle norme ambientali e di sicurezza dei lavoratori. Per l'Ilva, in particolare, il provvedimento era giunto dopo la morte di Alessandro Morricella, operaio di 35 anni investito da un gettito di ghisa nell'altoforno 2.
"Le cause che hanno provocato l'incidente in cui è morto Morricella non sono ancora note - continua D'Amato - In sostanza, l'incidente potrebbe accadere di nuovo. Per questo, i giudici avevano disposto lo stop all'altoforno. Una decisione sacrosanta e volta alla tutela degli operai. E Renzi che fa? Pur di portare avanti il suo spot elettorale di 'salvatore dell'Ilva dà all’azienda di riaprire l'altoforno della morte a patto che presenti 'in termini stringenti' un piano per l’adozione di misure aggiuntive sulla sicurezza del lavoro. Nessuna certezza sui tempi, in sostanza, pur sapendo bene che anche un giorno in più di attività dell'altoforno senza che sia stata adottata un'adeguata contromisura potrebbe costare la vita di un operaio. Una vergogna omicida", conclude l'eurodeputata tarantina.
"Le cause che hanno provocato l'incidente in cui è morto Morricella non sono ancora note - continua D'Amato - In sostanza, l'incidente potrebbe accadere di nuovo. Per questo, i giudici avevano disposto lo stop all'altoforno. Una decisione sacrosanta e volta alla tutela degli operai. E Renzi che fa? Pur di portare avanti il suo spot elettorale di 'salvatore dell'Ilva dà all’azienda di riaprire l'altoforno della morte a patto che presenti 'in termini stringenti' un piano per l’adozione di misure aggiuntive sulla sicurezza del lavoro. Nessuna certezza sui tempi, in sostanza, pur sapendo bene che anche un giorno in più di attività dell'altoforno senza che sia stata adottata un'adeguata contromisura potrebbe costare la vita di un operaio. Una vergogna omicida", conclude l'eurodeputata tarantina.