ATENE - Metà sinistra italiana è ad Atene: le delegazioni di Sel e dei parlamentari di sinistra italiani hanno raggiunto piazza Syntagma. La pattuglia di Sinistra Ecologa e Libertà è guidata da Nichi Vendola e vede la partecipazione di Nicola Fratoianni e dei capigruppo Arturo Scotto e Loredana De Petris. Si sono uniti a loro anche l'ex Pd Stefano Fassina, il deputato dem Alfredo D'Attorre e il senatore ex M5S Francesco Campanella.
"Quello di oggi non è un referendum sulla permanenza della Grecia in Europa o sull'euro ma è un referendum tra l'Europa dell'austerità e l'Europa dei diritti sociali". Lo dichiara il leader di Sel, Nichi Vendola, conversando con i cronisti in piazza Syntagma.
"Le ricette della troika hanno causato il crollo dello stato sociale - prosegue - siamo qui perché non è possibile vivere in un'Europa dove le elite decidono da sole lo smantellamento dello stato sociale.
"Siamo qui per sostenere le ragioni del no ma anche per sostenere gli interessi dell'Italia perché è importante essere qui. Bisogna cambiare la medicina per salvare l'Europa": così Stefano Fassina conversando con i cronisti in piazza Syntagma. "Questo è un referendum non per lasciare l'euro ma per cambiarlo - aggiunge Fassina. - La vittoria del no è un'occasione per un cambiamento radicale in tutta Europa".
"Quello di oggi non è un referendum sulla permanenza della Grecia in Europa o sull'euro ma è un referendum tra l'Europa dell'austerità e l'Europa dei diritti sociali". Lo dichiara il leader di Sel, Nichi Vendola, conversando con i cronisti in piazza Syntagma.
"Le ricette della troika hanno causato il crollo dello stato sociale - prosegue - siamo qui perché non è possibile vivere in un'Europa dove le elite decidono da sole lo smantellamento dello stato sociale.
"Siamo qui per sostenere le ragioni del no ma anche per sostenere gli interessi dell'Italia perché è importante essere qui. Bisogna cambiare la medicina per salvare l'Europa": così Stefano Fassina conversando con i cronisti in piazza Syntagma. "Questo è un referendum non per lasciare l'euro ma per cambiarlo - aggiunge Fassina. - La vittoria del no è un'occasione per un cambiamento radicale in tutta Europa".