Marò: India, si ad arbitrato. Latorre per altri 6 mesi in Italia

NEW DELHI - La Procura indiana ha oggi accettato in Corte suprema il procedimento di arbitrato internazionale presentato dall'Italia per il caso dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. I giudici hanno quindi fissato un'udienza per il 26 agosto per ricevere il rapporto ufficiale del governo sulla questione. La Corte suprema ha inoltre prolungato di sei mesi il permesso per rimanere in Italia concesso a Latorre per le condizioni di salute.

"Sono soddisfatto ma il mio pensiero è sempre rivolto a Salvatore e al desiderio di poterlo, riabbracciare al più presto, in Italia. E' questo il mio pensiero più pressante, ogni giorno". E' il commento di Massimiliano Latorre. Il fuciliere di Marina, in convalescenza in Italia, giudica "un segno di apertura importante" lo spiraglio odierno.

I COMMENTI - "Ritengo molto positiva la decisione della Corte suprema indiana: evidentemente per entrambe le parti l'arbitrato internazionale può essere la via d'uscita di una situazione imbarazzante che pregiudica i rapporti tra due grandi Paesi come India e Italia". Lo dichiara Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato.

"Marò: bene prolungamento permesso per Latorre. Piccolo passo in avanti ma serve impegno del governo per rientro Girone e chiusura vicenda". Lo scrive su Twitter Giovanni Toti, presidente della regione Liguria.
  
"Oggi è una giornata lieta per il gruppo consiliare di FI perché lo è per due figli della Puglia. Ma è solo una prima battaglia vinta, c'è ancora molto da fare". Lo dichiara il presidente del Gruppo di Forza Italia, Andrea Caroppo. "Perciò -aggiunge- c'è certamente da rallegrarsi perché l'India ha concesso a Massimiliano Latorre altri 6 mesi di permesso in Italia e, soprattutto, ha accolto la richiesta di definizione della vicenda attraverso un arbitrato internazionale. Adesso -conclude Caroppo- occorre il massimo sforzo per riportare anche Salvatore Girone in Italia e chiudere così una delle pagine di dilettantismo politico-istituzionale più tristi della storia italiana".

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