I test della Commissione erano iniziati a nel 2013, che avevano portato nel successivo maggio al richiamo di 200.000 articoli, tra cui più di 20 tipi di jeans, uno di lenzuola e federe.Tuttavia ha precisato il vicepresidente dell'ACCC Delia Rickard che «Non è possibile dare una garanzia generale, che non vi siano più in commercio prodotti contenenti coloranti azoici"."Quello che posso dire è che stiamo lavorando per il nostro meglio per fermarli ".
Giovedi scorso, un avviso di richiamo è stato emesso per un particolare di jeans femminile ed anche tre tipi di pantaloni da uomo che erano venduti attraverso un rivenditore online australiano.
Le preoccupazioni delle associazioni dei consumatori australiane ora riguardano "il come" il governo potrà regolamentare il settore in cui i rivenditori locali si riforniscono di prodotti provenienti dall'estero, dove sono ancora utilizzati questi coloranti.
Si tratta di una notizia che avrebbe dovuto fare il giro del mondo proprio per le ragioni espresse dalle associazioni dei consumatori dall'altro capo del globo, e che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, merita l'attenzione delle istituzioni europee e nazionali per verificare se prodotti con lo stesso tipo di colorante siano commercializzati anche nell'UE anche attraverso i canali online.