Salento di artisti folli, geni incompresi, marinai filosofi

di Francesco Greco - Non si può negare che da qualche anno il Salento sia trendy. E lo è anche nella bufera della crisi e della recessione che ha impoverito tutti, creando nuove fasce di povertà che non possono permettersi le vacanze. A dispetto di dati oggettivi e di indicatori economici in rosso. L'appeal però è immutato, e italiani e stranieri continuano a venire qui (booking in aumento anche per la stagione 2015), a danzare alla Taranta, la cattedrale degli 800 Martiri a Otranto, la città vecchia di Gallipoli, Santa Croce e Sant'Irene a Lecce, il faro di Leuca, la spiaggia di Pescoluse, ecc.

Sui motivi di questi flussi costanti si potrebbe scrivere un saggio, ma non è questo il momento, né il luogo. Era solo l'incipit utile per dire che in Salento vengono un po' tutti: artisti e intellettuali, operai e travet, nani, ballerine e tipi strani, grazie anche a un passaparola che funziona.

Da questo input deve essere partito il giornalista Donato Nuzzaci che vive a Spongano dove da un paio d'anni ha aperto “Time Line”,agenzia di marketing e comunicazione e ha assemblato una serie di personaggi sia stanziali che ospiti o di passaggio nel Salento, intervistandoli e allineandoli in una gallery molto ricca semanticamente, che finisce con lo svelare agli stessi salentini la complessità culturale della loro terra, col corroborarne la percezione, e anche l'autostima.

“Salento bagliori di stelle”, Grafiche Giorgiani, Castiglione d'Otranto 2014, pp. 186, euro 10,00, è un libro che a ogni pagina ti sorprende, non solo per lo spessore umano e intellettuale dei personaggi proposti, di ieri e di oggi, ma anche per la loro visuale analitica, che contribuisce a integrare l'idea che i salentini hanno di loro stessi. Le foto e i disegni di Agostino Casciaro poi sono un ulteriore arricchimento dell'operazione culturale portata a termine da Nuzzaci (sua anche la cover, “Costellazione salentina”).

I personaggi rintracciati si lasciano cogliere in tutta la loro sincerità e sollecitati dal giornalista gli regalano confessioni a cuore aperto, visioni prive di accademia, riflessioni acute rese ancor più credibili dal non coinvolgimento emotivo.

Il regista Silvano Agosti, “Essere Umano”, per dire, pescato a Tricase a una rassegna cinematografica (SIFF), in una sera d'estate del settembre 2008, seduto sui gradini della Chiesa di San Domenico, riflette sul lavoro che “non libera dalla vita... praticato per nove ore al giorno è una forma di bulimia produttiva... chi lavora nove ore al giorno ad un certo punto invece di produrre distrugge...”. Originale in una terra dove c'è fame di lavoro, dove si scappa per procurarselo e dove nel mondo contadino era super-sfruttato, ma c'era la mistica del lavoro, tanto da aver inventato l'espressione “mangia pane a tradimento”.

Originale anche l'idea di Sud: “...è molto simile alle donne, è sempre stato emarginato per paura della sua straordinaria potenza culturale. Purtroppo essendo emarginato, si sente impotente”. Condiviso!

Altro personaggio pregno di pathos, Giorgio Paiano, vecchio marinaio di Vignacastrisi, padrone marittimo per tutta la vita e medaglia d'oro per la Marina Mercantile Italiana. A Porto Miggiano, ottobre 2008, filosofeggia: “Stare lì', in mezzo alle onde in tempesta, è una occasione speciale che la vita ti offre, una sensazione indescrivibile... Viaggiare tra le sterminate distese marine e allo stesso tempo lavorare. Che cosa si può chiedere di più?... scandagliare dentro di sé, per trovare un senso, lontano dalla propria casa, dalla propria terra,,, 32 anni di amore per il mare”.

Matthias Behlert è tedesco, faceva il bibliotecario, è giunto a Lecce da Berlino, via Padova. Non è più giovane, conosce 9 lingue (tedesco, italiano, inglese, olandese, polacco, russo, ceko, spagnolo, esperanto, per mangiare fa il musicista di strada. Infanzia nella Germania dell'Est, poi ha “circumnavigato il muro” passando per Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria, Jugoslavia, Austria, arrivando a Dusseldorf, Nuzzaci lo becca a gennaio 2012 e subito capisce che ha una storia da raccontare. Infatti: “Sono venuto in Italia un anno e mezzo fa perché alla mia età (ho più di 50 anni) non sono riuscito a trovare più lavoro... ”. In un anno, quando viveva a Padova, ha mandato oltre 500 domande di assunzione “...ma nessuno mi ha mai risposto”. Più efficace di un trattato di sociologia del lavoro: in una botta sola Matthias fa una pernacchia al Jobs Act, alla Fornero in lacrime, alla troika e ai parametri della Merkel, facendoli apparire dei volgari ciarlatani da bar sport.

Ad Alessano, ottobre 2008, il maestro Luigi Celeghin gli parla dell'organo nella Basilica Santa Caterina d'Alessandria di Galatina: “Mobilitatevi, sensibilizzate i cittadini; il Papa a Parigi ha fatto un intero discorso sulla musica e sull'importanza del canto per la liturgia. La musica è un dono di Dio”. Altri bei ritratti: Matteo Urso, un bambino di 11 anni, di Vignacastrisi, che vuole imparare la cartapesta (giugno 2011), Carlo Rizzello, musicista di Spongano leader degli “Essenza” (marzo 2012), Davide Tarantino, cantautore e leader dei “Bambini Latini” (Torrepaduli, giugno 2012), Tony Schito, cantautore, artista (Sanarica, ottobre 2008), più di 500 canzoni,: ha suonato con i Buena Vista Social Club prima che morisse Compay Segundo, Patty Pravo, Mia Martini, Loredana Bertè, Renato Zero, ecc.: “Bisogna stare qui per risvegliare i sorrisi e la dignità”, Luigi Carbone, studioso di storia patria (Miggiano, gennaio 2012), parla dei sette elementi cosmici della grotta di Santa Marina, Pino Corvaglia, nipote di don Vittorio Corvaglia (1914-2006), Spongano, ottobre 2008, Luigi Calò (Martano, gennaio 2008).

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