LECCE - Sicurezza sulle spiagge. La segnalazione dei turisti a Marina di Pescoluse, Salve, Lecce, dove c'è una torretta e due ragazzi della protezione civile. Ma non c'è un servizio di "salvataggio". Un'emergenza comune che va risolta su tutta la costa quando siamo già in piena stagione estiva
Marina di Pescoluse, nello splendido territorio del comune di Salve in provincia di Lecce. Ma potremmo trovarci in gran parte delle località costiere già affollate in questo primo scorcio dell'estate del Salento come in molte altre province rivierasche italiane.E puntuale arriva la segnalazione di un attento turista che da anni ritorna nel luogo di vacanza per godere in tranquillità - ma che vorrebbe farlo anche in sicurezza - le amenità che offre il territorio.
Il problema è sempre però lo stesso, anno dopo anno: "la spiaggia forse potrebbe essere meglio gestita, nel senso che pur essendo libera, è completo appannaggio di lidi che offrono, dietro pagamento, solamente sdraio ed ombrelloni, senza nessun servizio in cambio".Ma quello che non può sfuggire è che sulla spiaggia, almeno nel tratto indicato dal viaggiatore, esiste una torretta, che dovrebbe essere una postazione di "salvataggio"; dovrebbe, perchè è obbligo il condizionale, perchè lì "ci sono due ragazzi in maglietta rosa con la scritta "protezione civile" che dispongono di bandiere (bianco, gialla e rossa), di un binocolo e di un telefonino. Quando vedono avvicinarsi qualche natante a motore troppo vicino alla riva, usano il fischietto, agitano la bandierina rossa. Ma di più non possono. E non sempre il natante ubbidisce ai loro segnali.
Spesso chiamano la Capitaneria di porto che però o non arriva o arriva con ore di ritardo. Per di più quei ragazzi non dispongono di un barchino di emergenza col quale scendere in acqua ed aiutare qualcuno in difficoltà. Mi chiedo allora: quale è il loro compito? Visto che di salvataggio non si può parlare e di protezione nemmeno?"L'ennesima denuncia di un turista che abbiamo ritenuto utile riportare integralmente per far comprendere cosa accade sulle nostre coste e quali sono le preoccupazioni dei cittadini, rappresenta un vero e proprio problema di sicurezza, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ribadiamo, è comune a gran parte delle spiagge pubbliche dell'intero territorio nazionale e che è bene rimarcare sino a stancarsi, perchè i fatti di cronaca come quello recentissimo della bambina deceduta per colpa dell'elica di un motore, sono frutto anche della trascuratezza in materia di vigilanza del territorio.
L'invito è quindi rivolto ai comuni rivieraschi ed alle Capitanerie di Porto affinché siano aumentati urgentemente i presidi sul territorio che possano garantire la possibilità d'immediato e concreto intervento a tutela dei bagnanti.
Marina di Pescoluse, nello splendido territorio del comune di Salve in provincia di Lecce. Ma potremmo trovarci in gran parte delle località costiere già affollate in questo primo scorcio dell'estate del Salento come in molte altre province rivierasche italiane.E puntuale arriva la segnalazione di un attento turista che da anni ritorna nel luogo di vacanza per godere in tranquillità - ma che vorrebbe farlo anche in sicurezza - le amenità che offre il territorio.
Il problema è sempre però lo stesso, anno dopo anno: "la spiaggia forse potrebbe essere meglio gestita, nel senso che pur essendo libera, è completo appannaggio di lidi che offrono, dietro pagamento, solamente sdraio ed ombrelloni, senza nessun servizio in cambio".Ma quello che non può sfuggire è che sulla spiaggia, almeno nel tratto indicato dal viaggiatore, esiste una torretta, che dovrebbe essere una postazione di "salvataggio"; dovrebbe, perchè è obbligo il condizionale, perchè lì "ci sono due ragazzi in maglietta rosa con la scritta "protezione civile" che dispongono di bandiere (bianco, gialla e rossa), di un binocolo e di un telefonino. Quando vedono avvicinarsi qualche natante a motore troppo vicino alla riva, usano il fischietto, agitano la bandierina rossa. Ma di più non possono. E non sempre il natante ubbidisce ai loro segnali.
Spesso chiamano la Capitaneria di porto che però o non arriva o arriva con ore di ritardo. Per di più quei ragazzi non dispongono di un barchino di emergenza col quale scendere in acqua ed aiutare qualcuno in difficoltà. Mi chiedo allora: quale è il loro compito? Visto che di salvataggio non si può parlare e di protezione nemmeno?"L'ennesima denuncia di un turista che abbiamo ritenuto utile riportare integralmente per far comprendere cosa accade sulle nostre coste e quali sono le preoccupazioni dei cittadini, rappresenta un vero e proprio problema di sicurezza, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ribadiamo, è comune a gran parte delle spiagge pubbliche dell'intero territorio nazionale e che è bene rimarcare sino a stancarsi, perchè i fatti di cronaca come quello recentissimo della bambina deceduta per colpa dell'elica di un motore, sono frutto anche della trascuratezza in materia di vigilanza del territorio.
L'invito è quindi rivolto ai comuni rivieraschi ed alle Capitanerie di Porto affinché siano aumentati urgentemente i presidi sul territorio che possano garantire la possibilità d'immediato e concreto intervento a tutela dei bagnanti.