OPINIONI. Xylella, da Bruxelles con furore

di Francesco Greco - Da Bruxelles con furore iconoclasta. L'Europa che spezza le reni alla Grecia, strozzandola con le sue banche, che sulla questione migranti gira la testa dall'altra parte lasciando l'Italia da sola, che non parla mai di sviluppo, ora ha fretta di risolvere la questione xylella, forse perché così l'olio di altre regioni e nazioni acquisterà più valore, senza più la concorrenza dell'oro del Salento. Fretta sospetta.

Approfittando del generale agosto, quando la tensione sul territorio cala, così si pensa, arriva il commissario Ue, un tecnocrate lituano, tale Vytenis Andriukaitis, che magari non sapeva manco dov'è di casa il Salento, non ha mai raccolto un'uliva e soprattutto rappresenta solo se stesso in un'Europa ormai antieuro disfatta, dalla Spagna alla Gran Bretagna alla Polonia alla Grecia, venuto a guidare il concerto in do maggiore delle motoseghe: a militarizzare il territorio ci pensano in loco, quelli del “tengo famiglia”, ansiosi di finire nei libri di storia col massimo disprezzo dei posteri. Dicono che il lituano si occupa di salute: potrebbe saggiare quella cagionevole dell'Europa per mano dei banchieri: lì si che “la situazione è grave”.

Con l'aiuto delle quinte colonne locali e degli ascari sulle cui spalle poggiare la canna del fucile: non mancano mai. Il conto della corda per impiccarci, poi, come sempre, lo manderanno a noi. La devastazione dell'anima di una terra bellissima, libera, creativa e della sua economia. Una fretta a dir poco sospetta. Con la mano sul portafoglio, come se si potesse monetizzare la bellezza: come fanno i colonialisti con i pezzenti (11 milioni), nella terra di Di Vittorio e di Columella.

E' come portare la propria madre sulla circonvallazione e darla in pasto a cani e porci. Nessun dubbio li sfiora sotto la canicola rovente. Loro stessi lo ammettono: a oggi, non ci sono evidenze scientifiche certe, è tutto suggestivo.

E allora, se non si conosce la patologia, come si può procedere alla somministrazione del farmaco? Ci sono in campo alcune sperimentazioni. Gli agronomi sostengono che la malattia si diffonde nell'erba, per cui basta tener pulita la terra e si blocca la pestilenza. Le buone pratiche sono state fatte, ma non basta, perché i piani sono altri: portare alla fame una terra e rubare la dignità e l'orgoglio alla sua gente. A cui non resta che sperare che la malattia retroceda spontaneamente, come l'Aids della diciottenne francese.

Sul territorio comunque non sarà una passeggiata di salute, nonostante il generale agosto. Forse il Salento è morto ma respira ancora...

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