MONOPOLI - Xylella, adesso coinvolge anche i vivaisti che ora chiedono di essere convocati dal Governatore di Puglia Michele Emiliano. Si teme l’allargamento dei provvedimenti restrittivi e precauzionali sulle specie ornamentali anche ad altre aree della Puglia e perfino al resto dello Stivale.
Il problema xylella, viene ribadito, non riguarda solo le colture olivicole. «Temo che presto il nostro settore verrà messo in ginocchio».É questa la preoccupazione, per nulla velata, del vicepresidente dell’Anve (associazione nazionale vivaisti esportatori), Leonardo Capitanio. «Potrebbero arrivare presto, purtroppo, misure connesse all’emergenza xylella e che rischiano di limitare la movimentazione delle piante sull’intero territorio regionale. E si parla anche, in extremis, di misure che potrebbero, e speriamo di no, riguardare l’intero territorio nazionale».
Il riferimento è a una missiva del 26 giugno scorso, tra il Ministero delle Politiche agricole, la Protezione civile, la Regione e il commissario delegato per la lotta alla xylella fastidiosa, Giuseppe Silletti.
La questione è legata a doppio filo all’epidemia di xylella fastidiosa in atto nel Salento. Il primo episodio venne registrato nella zona di Gallipoli nel 2009. Ma il caso è entrato di fatto nel vivo dalla fine dello scorso anno con l’allargamento dell’areale dell’infezione veicolata dall’ormai nota cicala sputacchina.
«In realtà c’è già una grave emergenza vivai nella zona del Salento - specifica Capitanio -. Nella provincia di Lecce è già vietata la piantumazione e la movimentazione di una lunga lista di specie arboree, ornamentali e frutticole. Il problema che molti non fanno notare è che l’emergenza non è solo dell’ulivo».
Perché piante ornamentali della macchia mediterranea come l’oleandro, il rosmarino, la ginestra, il mirto sono sottoposte allo stesso regime precauzionale degli ulivi. Ma anche piante non mediterranee che vengono di solito utilizzate per decorare le ville e i resort sono a rischio. Si tratta ad esempio della Polygala, la Westringia, la Duranta o il Metrosideros. Piante di origine sudafricana o australiana che si sono bene ambientate in Puglia.
Il tempo stringe anche per i vivaisti perché giovedì prossimo, 9 luglio, a Bruxelles è fissata una nuova riunione del Comitato fitosanitario europeo in cui verranno probabilmente decise misure restrittive e aggiuntive, necessarie per arginare l’epidemia.
«Chiedo a nome dell’intero comparto vivaistico, dal Salento alla Daunia, al Governatore di Puglia Michele Emiliano, di convocarci e di prendere subito le nostre difese affinché le misure restrittive non vengano allargate ad altri territori perché limeterebbero di molto il lavoro delle aziende e sarebbe un provvedimento inutile perché dalle analisi si evince che l’infezione è ancora ferma nelle aree già note.
Il comparto a livello nazionale occupa oltre 32mila unità lavorative. Creiamo valore per quasi 2 miliardi di euro. E la sola Puglia vale una fetta dell 20% di questo fatturato. In questo periodo il nostro lavoro entra nel vivo e siamo visibilmente preoccupati per le nostre famiglie».
I vivaisti non escludono, in caso di nuove sanzioni e provvedimenti restrittivi, di porre in essere azioni di protesta mirate. Per il momento si limitano a divulgare il senso di disagio lanciando due ashtag in internet: #Sosxylella #difendiamoivivai.
Il problema xylella, viene ribadito, non riguarda solo le colture olivicole. «Temo che presto il nostro settore verrà messo in ginocchio».É questa la preoccupazione, per nulla velata, del vicepresidente dell’Anve (associazione nazionale vivaisti esportatori), Leonardo Capitanio. «Potrebbero arrivare presto, purtroppo, misure connesse all’emergenza xylella e che rischiano di limitare la movimentazione delle piante sull’intero territorio regionale. E si parla anche, in extremis, di misure che potrebbero, e speriamo di no, riguardare l’intero territorio nazionale».
Il riferimento è a una missiva del 26 giugno scorso, tra il Ministero delle Politiche agricole, la Protezione civile, la Regione e il commissario delegato per la lotta alla xylella fastidiosa, Giuseppe Silletti.
La questione è legata a doppio filo all’epidemia di xylella fastidiosa in atto nel Salento. Il primo episodio venne registrato nella zona di Gallipoli nel 2009. Ma il caso è entrato di fatto nel vivo dalla fine dello scorso anno con l’allargamento dell’areale dell’infezione veicolata dall’ormai nota cicala sputacchina.
«In realtà c’è già una grave emergenza vivai nella zona del Salento - specifica Capitanio -. Nella provincia di Lecce è già vietata la piantumazione e la movimentazione di una lunga lista di specie arboree, ornamentali e frutticole. Il problema che molti non fanno notare è che l’emergenza non è solo dell’ulivo».
Perché piante ornamentali della macchia mediterranea come l’oleandro, il rosmarino, la ginestra, il mirto sono sottoposte allo stesso regime precauzionale degli ulivi. Ma anche piante non mediterranee che vengono di solito utilizzate per decorare le ville e i resort sono a rischio. Si tratta ad esempio della Polygala, la Westringia, la Duranta o il Metrosideros. Piante di origine sudafricana o australiana che si sono bene ambientate in Puglia.
Il tempo stringe anche per i vivaisti perché giovedì prossimo, 9 luglio, a Bruxelles è fissata una nuova riunione del Comitato fitosanitario europeo in cui verranno probabilmente decise misure restrittive e aggiuntive, necessarie per arginare l’epidemia.
«Chiedo a nome dell’intero comparto vivaistico, dal Salento alla Daunia, al Governatore di Puglia Michele Emiliano, di convocarci e di prendere subito le nostre difese affinché le misure restrittive non vengano allargate ad altri territori perché limeterebbero di molto il lavoro delle aziende e sarebbe un provvedimento inutile perché dalle analisi si evince che l’infezione è ancora ferma nelle aree già note.
Il comparto a livello nazionale occupa oltre 32mila unità lavorative. Creiamo valore per quasi 2 miliardi di euro. E la sola Puglia vale una fetta dell 20% di questo fatturato. In questo periodo il nostro lavoro entra nel vivo e siamo visibilmente preoccupati per le nostre famiglie».
I vivaisti non escludono, in caso di nuove sanzioni e provvedimenti restrittivi, di porre in essere azioni di protesta mirate. Per il momento si limitano a divulgare il senso di disagio lanciando due ashtag in internet: #Sosxylella #difendiamoivivai.