Sono una cinquantina i cadaveri individuati nella stiva di un barcone blu diretto verso l'Italia e soccorso al largo della Libia da una unità svedese. Sul barcone viaggiavano altri 400 migranti che sono tratti in salvo.
"Quelli bloccati nella stiva non potevano salire sul ponte esterno" e per costringerli l'equipaggio "faceva ricorso alla violenza, con calci, pugni e colpi di cinghia" anche se "solo provavano a uscire la testa dai boccaporti". Così una decina di migranti dei 312 sopravvissuti hanno ricostruito, davanti al Gip di Catania, il clima che ha portato alla morte di 49 di altri extracomunitari deceduti per asfissia sul peschereccio sul quale erano imbarcati soccorso dalla nave Cigala Fulgosi della marina militare italiana. Superstiti e salme sono giunti il 17 agosto scorso nel porto etneo a bordo della nave norvegese Siem Pilot.
I testimoni, sentiti nell'ambito di un incidente probatorio richiesto dalla Dda della Procura di Catania nell'ambito dell'inchiesta sulla 'strage di ferragosto', hanno anche riconosciuto gli otto presunti scafisti del barcone.
"Quelli bloccati nella stiva non potevano salire sul ponte esterno" e per costringerli l'equipaggio "faceva ricorso alla violenza, con calci, pugni e colpi di cinghia" anche se "solo provavano a uscire la testa dai boccaporti". Così una decina di migranti dei 312 sopravvissuti hanno ricostruito, davanti al Gip di Catania, il clima che ha portato alla morte di 49 di altri extracomunitari deceduti per asfissia sul peschereccio sul quale erano imbarcati soccorso dalla nave Cigala Fulgosi della marina militare italiana. Superstiti e salme sono giunti il 17 agosto scorso nel porto etneo a bordo della nave norvegese Siem Pilot.
I testimoni, sentiti nell'ambito di un incidente probatorio richiesto dalla Dda della Procura di Catania nell'ambito dell'inchiesta sulla 'strage di ferragosto', hanno anche riconosciuto gli otto presunti scafisti del barcone.
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