LECCE - L'ultimo episodio è accaduto nella serata di martedì a Veglie comune del leccese dove i Carabinieri della locale stazione dopo aver notato movimenti sospetti di una coppia di fidanzati hanno scoperto nell'abitazione nella quale questi si stavano accingendo ad entrare, un gruppo di ragazzi in possesso di siringhe da insulina e che appena si sono accorti degli agenti hanno tentato di disfarsi del relativo contenuto.
Sembra una scena vista e rivista negli anni '80, ma che dopo numerosi casi analoghi che quasi quotidianamente appaiono sulle cronache di tutto il Paese e quelli di punture da siringhe in spiaggia come segnalato dallo “Sportello dei Diritti” proprio nei giorni scorsi, fa tornare inevitabilmente indietro la memoria quando l'uso dell'eroina dilagava tra i giovani ed era divenuto un problema di ordine pubblico e di sanità in tutta Europa.
Campagne massicce di sensibilizzazione contro i rischi connessi alla dipendenza da questo terribile oppiaceo e una normativa nazionale "anticonsumo" sempre più evoluta, avevano ridotto drasticamente il fenomeno che agli inizi di questo decennio del duemila sembrava relegato quasi nel dimenticatoio o a qualche nostalgico sopravvissuto.
Ora, invece, l'abbassamento della guardia dello Stato nei confronti di questa piaga sta portando ai suoi effetti in negativo con continui sequestri che confermano le preoccupazioni di chi da sempre combatte per sconfiggerla, ossia che l'eroina, a causa della crisi e dei suoi bassi costi d'acquisto al dettaglio - per una dose sarebbero sufficienti 20 euro - che la rendono più abbordabile anche ai meno abbienti rispetto a cocaina e pasticche, è ritornata prepotentemente sulla scena, specie nella platea dei giovani a partire dai piccoli centri di provincia, con tutte le conseguenze per l'intera nostra società.
Non si tratta, quindi, solo di lanciare un allarme, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Bisogna che le istituzioni prendano atto che le conseguenze di questa terribile e permanente crisi economica che porta inevitabili ripercussioni nella società, non costituisca anche la giustificazione per ridurre l'impegno delle stesse - anche attraverso una costante riduzione di uomini, mezzi e campagne di comunicazione - nell'affrontare battaglie contro fenomeni che si ritenevano vinti e che oggi, purtroppo, ritornano prepotentemente all'orizzonte.E' giunta nuovamente l'ora, quindi, che lo Stato e le amministrazioni dello stesso facciano sentire la loro voce e che si riprenda quella lotta capillare e quello spirito diffuso di prevenzione nei confronti e contro le droghe pesanti che aveva fatto vacillare il traffico di eroina fino quasi a farlo scomparire.
Sembra una scena vista e rivista negli anni '80, ma che dopo numerosi casi analoghi che quasi quotidianamente appaiono sulle cronache di tutto il Paese e quelli di punture da siringhe in spiaggia come segnalato dallo “Sportello dei Diritti” proprio nei giorni scorsi, fa tornare inevitabilmente indietro la memoria quando l'uso dell'eroina dilagava tra i giovani ed era divenuto un problema di ordine pubblico e di sanità in tutta Europa.
Campagne massicce di sensibilizzazione contro i rischi connessi alla dipendenza da questo terribile oppiaceo e una normativa nazionale "anticonsumo" sempre più evoluta, avevano ridotto drasticamente il fenomeno che agli inizi di questo decennio del duemila sembrava relegato quasi nel dimenticatoio o a qualche nostalgico sopravvissuto.
Ora, invece, l'abbassamento della guardia dello Stato nei confronti di questa piaga sta portando ai suoi effetti in negativo con continui sequestri che confermano le preoccupazioni di chi da sempre combatte per sconfiggerla, ossia che l'eroina, a causa della crisi e dei suoi bassi costi d'acquisto al dettaglio - per una dose sarebbero sufficienti 20 euro - che la rendono più abbordabile anche ai meno abbienti rispetto a cocaina e pasticche, è ritornata prepotentemente sulla scena, specie nella platea dei giovani a partire dai piccoli centri di provincia, con tutte le conseguenze per l'intera nostra società.
Non si tratta, quindi, solo di lanciare un allarme, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Bisogna che le istituzioni prendano atto che le conseguenze di questa terribile e permanente crisi economica che porta inevitabili ripercussioni nella società, non costituisca anche la giustificazione per ridurre l'impegno delle stesse - anche attraverso una costante riduzione di uomini, mezzi e campagne di comunicazione - nell'affrontare battaglie contro fenomeni che si ritenevano vinti e che oggi, purtroppo, ritornano prepotentemente all'orizzonte.E' giunta nuovamente l'ora, quindi, che lo Stato e le amministrazioni dello stesso facciano sentire la loro voce e che si riprenda quella lotta capillare e quello spirito diffuso di prevenzione nei confronti e contro le droghe pesanti che aveva fatto vacillare il traffico di eroina fino quasi a farlo scomparire.