di Luca Losito - Dopo un mercato estivo finalmente degno di nota, il Milan si regala un esordio tristemente in linea con le tante stagioni vissute all'insegna dell'improvvisazione. La scaltra Fiorentina di Sousa fa un sol boccone dei rossoneri, giocando sui chiari difetti di fabbrica che la creatura grezza di Mihajlovic ha. I gol di Alonso e Ilicic sono frutto della lotta in mediana: Borja Valero e Badelj, in due, stravincono il confronto con il trio Bertolacci, Bonaventura e De Jong, consegnando tante occasioni ai loro attaccanti. In più, alcune decisioni arbitrali indirizzano la gara verso i viola e così il 2-0 finale è servito.
L'avvio dei rossoneri è timido e lento, e la Fiorentina prova subito ad approfittarne. Ilicic e Kalinic testano i riflessi di Diego Lopez, il quale si dimostra reattivo, ma sono segnali di avvertimento che dopo le occasioni capitate a Bacca e soprattutto Bonaventura si tramutano nella doppia ammonizione a Rodrigo Ely. Il giovane brasiliano è costretto a mettere una pezza sulle evidenti crepe tra mediana e difesa, e finisce sotto la doccia al 38'. Dalla punizione, Alonso inventa un gioiello che va dritto nel sette e spacca il match.
Nella ripresa i rossoneri provano a reagire, ma affondano anche sulle discutibili scelte di Valeri in area di rigore: Romagnoli interviene in maniera decisa su Ilicic prendendo la palla ed assegna un penalty generoso, Tomovic cintura Bonaventura e non interviene. Va da sé che la Fiorentina realizzi la chance dal dischetto, mentre il Milan oltre a subirla in maniera ingiusta non ne riceva alcuna. E così, il match entra in una fase di stanca, anche perchè i rossoneri capiscono di non poterla ribaltare e i viola scelgono di non osare.
Il 2-0, alla fine, fa felice il Franchi. Mihajlovic, oltre a poter recriminare per i torti subiti, deve riflettere sulle lacune in una fase nevralgica del gioco. Bertolacci è parso in ritardo di condizione, Bonaventura spaesato nel ruolo di mezzala. L'unico all'altezza è stato De Jong, ma non si può chiedere all'olandese ciò che non sa fare: il regista. Nell'ultimo Milan vincente c'era un giocatore molto simile a Nigel, Gennaro Gattuso, ma le sue prestazioni da lottatore erano esaltate dai tanti piedi raffinati che lo circondavano. A tal proposito, diventa fondamentale il recupero di capitan Montolivo. Più un altro buon innesto, magari.
L'avvio dei rossoneri è timido e lento, e la Fiorentina prova subito ad approfittarne. Ilicic e Kalinic testano i riflessi di Diego Lopez, il quale si dimostra reattivo, ma sono segnali di avvertimento che dopo le occasioni capitate a Bacca e soprattutto Bonaventura si tramutano nella doppia ammonizione a Rodrigo Ely. Il giovane brasiliano è costretto a mettere una pezza sulle evidenti crepe tra mediana e difesa, e finisce sotto la doccia al 38'. Dalla punizione, Alonso inventa un gioiello che va dritto nel sette e spacca il match.
Nella ripresa i rossoneri provano a reagire, ma affondano anche sulle discutibili scelte di Valeri in area di rigore: Romagnoli interviene in maniera decisa su Ilicic prendendo la palla ed assegna un penalty generoso, Tomovic cintura Bonaventura e non interviene. Va da sé che la Fiorentina realizzi la chance dal dischetto, mentre il Milan oltre a subirla in maniera ingiusta non ne riceva alcuna. E così, il match entra in una fase di stanca, anche perchè i rossoneri capiscono di non poterla ribaltare e i viola scelgono di non osare.
Il 2-0, alla fine, fa felice il Franchi. Mihajlovic, oltre a poter recriminare per i torti subiti, deve riflettere sulle lacune in una fase nevralgica del gioco. Bertolacci è parso in ritardo di condizione, Bonaventura spaesato nel ruolo di mezzala. L'unico all'altezza è stato De Jong, ma non si può chiedere all'olandese ciò che non sa fare: il regista. Nell'ultimo Milan vincente c'era un giocatore molto simile a Nigel, Gennaro Gattuso, ma le sue prestazioni da lottatore erano esaltate dai tanti piedi raffinati che lo circondavano. A tal proposito, diventa fondamentale il recupero di capitan Montolivo. Più un altro buon innesto, magari.
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