BARI - In data 11 agosto, con la circolare sulle supplenze per l’a. s. 2015/2016 il MIUR per il personale ATA, ha disposto che: 1. tutti i posti vacanti e disponibili per il personale ATA siano accantonati in vista del passaggio del personale soprannumerario delle province allo Stato
2. le supplenze annuali del personale ATA non possano essere effettuate dalle graduatorie provinciali ma solo conferite dalle graduatorie d’istituto fino all’arrivo “dell’avente diritto”. A riferirlo in una nota la Flc Cgil Puglia.
Se per i docenti precari - spiega la nota - si è parlato, più o meno metaforicamente, di “deportazione”, allora sarà lecito per il personale precario ATA estendere la metafora alla categoria della “soppressione”. E non sembri un’esagerazione: infatti a che serve spiegare tempi e modalità di immissioni in ruolo e conferimento delle supplenze annuali se poi si afferma che per il prossimo anno queste operazioni non potranno aver luogo? Se non muta il contesto delineatosi con la circolare sulle supplenze, saremmo di fronte alla soppressione di quei diritti che l’inserimento in una graduatoria provinciale fino ad oggi aveva comportato per gli ATA.
Eppure, - prosegue la nota - in base ai dati forniti dal Miur, sono ben 9.962 i posti liberi e disponibili per il personale ATA dopo la mobilità per il 2015/2016 ma, purtroppo, questi posti non possono essere più destinati alle 6.243 immissioni in ruolo, già concordate con le OO.SS dal Ministro Giannini. In Puglia il danno è incalcolabile ed è lecito parlare di emergenza ATA
Si pensi che i posti utilizzabili per le immissioni in ruolo in Puglia sono ben 530 ( vedi tabella sotto e allegata) e che più di 300 posti, secondo i nostri calcoli, si sarebbero potuto destinare alle immissioni in ruolo.
Il danno diventa beffa soprattutto per i collaboratori scolastici visti i 384 i posti disponibili nella sola Puglia. Si consideri che la circolare non solo ha ignorato l’insostituibile specificità di questo profilo professionale (ad esempio per quanto attiene l’assistenza agli alunni disabili) ma, con il blocco delle stabilizzazioni e delle supplenze annuali, colpisce in maggior quantità proprio questo personale precario che rappresenta l’anello economicamente più debole del personale scolastico e, il più delle volte in Puglia, è anche espressione di famiglie monoreddito.
Infine, per comprendere l’entità del danno sugli organici ATA in Puglia si consideri che solo nel 2010/11 l’organico ATA regionale era di 17.000 unità mentre oggi siamo a quota 15.200 circa con un taglio di 1.800 posti in soli 5 anni (il taglio diventa di 4.300 unità se paragonato al 2008/09, anno in cui partirono i tagli della Gelmini, con un organico all’epoca di 19.596 unità!).
Ancora una volta tocca constatare che non sarà un avvio di anno scolastico sereno: contro questo provvedimento iniquo noi continueremo a lottare senza tregua e utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione intensificando l'azione sindacale quanto più possibile unitaria, per tutelare tutte le tipologie di lavoratori colpiti da questo provvedimento: gli aventi diritto al ruolo secondo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea (36 mesi di servizio) e gli aventi diritto alle supplenze annuali al fine di garantire la salvaguardia delle competenze acquisite e della specificità del lavoro scolastico, conclude la nota della Cgil.
2. le supplenze annuali del personale ATA non possano essere effettuate dalle graduatorie provinciali ma solo conferite dalle graduatorie d’istituto fino all’arrivo “dell’avente diritto”. A riferirlo in una nota la Flc Cgil Puglia.
Se per i docenti precari - spiega la nota - si è parlato, più o meno metaforicamente, di “deportazione”, allora sarà lecito per il personale precario ATA estendere la metafora alla categoria della “soppressione”. E non sembri un’esagerazione: infatti a che serve spiegare tempi e modalità di immissioni in ruolo e conferimento delle supplenze annuali se poi si afferma che per il prossimo anno queste operazioni non potranno aver luogo? Se non muta il contesto delineatosi con la circolare sulle supplenze, saremmo di fronte alla soppressione di quei diritti che l’inserimento in una graduatoria provinciale fino ad oggi aveva comportato per gli ATA.
Eppure, - prosegue la nota - in base ai dati forniti dal Miur, sono ben 9.962 i posti liberi e disponibili per il personale ATA dopo la mobilità per il 2015/2016 ma, purtroppo, questi posti non possono essere più destinati alle 6.243 immissioni in ruolo, già concordate con le OO.SS dal Ministro Giannini. In Puglia il danno è incalcolabile ed è lecito parlare di emergenza ATA
Si pensi che i posti utilizzabili per le immissioni in ruolo in Puglia sono ben 530 ( vedi tabella sotto e allegata) e che più di 300 posti, secondo i nostri calcoli, si sarebbero potuto destinare alle immissioni in ruolo.
Il danno diventa beffa soprattutto per i collaboratori scolastici visti i 384 i posti disponibili nella sola Puglia. Si consideri che la circolare non solo ha ignorato l’insostituibile specificità di questo profilo professionale (ad esempio per quanto attiene l’assistenza agli alunni disabili) ma, con il blocco delle stabilizzazioni e delle supplenze annuali, colpisce in maggior quantità proprio questo personale precario che rappresenta l’anello economicamente più debole del personale scolastico e, il più delle volte in Puglia, è anche espressione di famiglie monoreddito.
Infine, per comprendere l’entità del danno sugli organici ATA in Puglia si consideri che solo nel 2010/11 l’organico ATA regionale era di 17.000 unità mentre oggi siamo a quota 15.200 circa con un taglio di 1.800 posti in soli 5 anni (il taglio diventa di 4.300 unità se paragonato al 2008/09, anno in cui partirono i tagli della Gelmini, con un organico all’epoca di 19.596 unità!).
Ancora una volta tocca constatare che non sarà un avvio di anno scolastico sereno: contro questo provvedimento iniquo noi continueremo a lottare senza tregua e utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione intensificando l'azione sindacale quanto più possibile unitaria, per tutelare tutte le tipologie di lavoratori colpiti da questo provvedimento: gli aventi diritto al ruolo secondo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea (36 mesi di servizio) e gli aventi diritto alle supplenze annuali al fine di garantire la salvaguardia delle competenze acquisite e della specificità del lavoro scolastico, conclude la nota della Cgil.