“Positivo che si parli di Sud, ma se Renzi e Delrio non si sintonizzano, non cambierà mai nulla”



di Redazione - “E’ certamente positivo che si torni a parlare di Sud e che, soprattutto, si affronti la questione dando la sensazione di voler finalmente fare qualcosa di concreto per la parte più povera del Paese, ma affinché ci possa essere un effetto che vada al di là delle parole è magari il caso che all’interno del governo ci si sintonizzi sulla stessa frequenza”. E’ quanto sostiene il segretario generale della Uil Puglia, Aldo Pugliese, nell’auspicare che alle dichiarazioni di intenti facciano seguito i fatti.

“E’ fondamentale – dice Pugliese – che il presidente del Consiglio Renzi ed il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Delrio, comincino a parlarsi tra di loro, accertandosi che sia la stessa…lingua. Finora abbiamo avuto Renzi che ha parlato di ‘piagnistei’ del Meridione e il ministro che invece mette sul tavolo un corposo intervento, a quanto pare prima dell’approvazione della legge di stabilità. Ebbene, che si trovi una via univoca e si decida di passare finalmente dalle parole ai fatti”.

Secondo Pugliese, però, la vera sfida è quella dello sviluppo economico e dell’occupazione, che si può vincere soltanto puntando sulle infrastrutture che diano lavoro nel tempo e siano quindi fonte di ricchezza diretta ed indiretta: “Nella lista delle opere – afferma il segretario Uil – non si fanno grandi accenni alla Puglia. Sul piano della mobilità ferroviaria si parla come al solito della sola Bari-Napoli, ma non c’è un solo accenno all’alta velocità che servirebbe per collegare Lecce, Taranto, Bari e Milano. Non viene inoltre citato un solo porto della nostra regione su cui puntare per rilanciare l’economia; idem dicasi per gli aeroporti, perché ce ne sono quattro solo sulla carta, visto che a regime ne funzionano due. Eppure, quello che serve è che lo Stato faccia finalmente la sua parte, perché finora ha fatto uso quasi sistematicamente di un intervento di tipo sostitutivo, ovvero le risorse europee. Serve invece il salto di qualità, ovvero che ai fondi dell’Europa si aggiunga il contributo del governo. Se non cambiano le cose, e se queste sono le premesse, purtroppo sappiamo già che cambierà ben poco…”.

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