Uniba chiede indietro soldi ai dipendenti: M5S deposita interrogazione al Mef

Con lettera del 20 maggio 2015, il Mef scriveva all’Università di Bari contestando un’erogazione indebita di risorse, dal 2004 al 2013, per un totale di 35 milioni. Di cui 20 milioni di euro per la progressione orizzontale dei dipendenti e di 15 milioni per la progressione verticale di tecnici amministrativi a elevata professionalità. Soldi che adesso l'Ateneo potrebbe pretendere dagli stessi dipendenti. “I dipendenti, tuttavia – dichiarano il deputato M5S della Commissione Cultura Giuseppe Brescia e la consigliera regionale Antonella Laricchia (M5S), che ha raccolto le loro istanze - ritengono di aver preso parte a delle procedure di progressione orizzontale che ritenevano lecite, in quanto vi erano degli organi preposti a certificare la fattibilità economica di tali progressioni: il Cda, il Collegio dei revisori dei Conti, il direttore generale (all’epoca direttore amministrativo) e dirigente della ragioneria. Invece, nel giugno 2015, il Direttore Generale UNIBA, Avv. Gaetano Prudente, “nelle more della Corte dei Conti” mette in atto interventi che vanno a pesare proprio sui dipendenti, oltre quelli suggeriti dal Mef, a partire dall’individuazione della platea dei beneficiari delle due progressioni economiche orizzontali onde predisporne la retrocessione.” Anche il Mef infatti, nella nota, suggeriva degli interventi correttivi a questo errore come ad esempio la riduzione fondo straordinari e la riduzione componente accessoria degli stipendi, riconoscendo la necessità di evitare “forme di contenzioso per mancata remunerazione di prestazioni o incarichi effettivamente resi, “Contenziosi che invece - continua la Laricchia - delle scelte arbitrarie di rivalsa sugli stipendi degli attuali professori o l’imposizione della retrocessione, potrebbero con ogni probabilità attivare”. Nel frattempo nelle scorse settimane il direttore generale Gaetano Prudente ha recapitato ai sindacati una lettera con cui chiede di identificare tutti i fruitori delle cifre in surplus per inviare loro raccomandate di interruzione della prescrizione per una futura azione di recupero. Come se non bastasse, ha poi inviato un preavviso di recesso dai contratti integrativi: circa 100 euro in meno al mese nelle buste paga dei dipendenti. “Un vero e proprio pasticcio” commenta il deputato Giuseppe Brescia che conclude annunciando di aver “già depositato un’interrogazione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, per capire di quali ulteriori elementi disponga il Ministero stesso e quali iniziative intenda adottare con UNIBA per rimediare a questo problema.”

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