LECCE – «La scelta di Trenitalia di fermare il Frecciarossa a Bari si pone in forte contraddizione con la costante crescita che il Salento sta vivendo negli ultimi anni in termini turistici. - afferma Alfredo Prete, Presidente di Confcommercio Lecce - Appare paradossale - prosegue – che Trenitalia non tenga in considerazione che una realtà così florida, a forte vocazione turistica, quale è quella salentina, possa essere un reale motore di sviluppo economico per l’intera Puglia. Non è la prima volta che Trenitalia trascura il Salento. Già in passato ha soppresso numerosi treni che collegavano il Salento al Nord, così come le stesse vetture risultano oramai obsolete, costringendo i passeggeri a viaggiare su treni sporchi e fatiscenti. Escludere il Salento dalle politiche di investimento finalizzate all’implementazione della rete dei trasporti, significa di fatto ignorare non solo le ripercussioni positive che lo sviluppo infrastrutturale porterebbe in termini occupazionali ed economici, ma anche il suo importante impatto ambientale, considerando il minor flusso di autovetture che giungerebbe nella nostra regione. Ci chiediamo dunque quali siano i criteri di riferimento e le logiche aziendali che guidano le scelte di Trenitalia. Non dimentichiamo infine – aggiunge Prete – che il Governo già da tempo ha riaperto la “questione meridionale”, che deve essere realizzata attraverso investimenti al Sud e per il Sud, e non mediante mere logiche aziendali. In questo momento tutti insieme, ognuno con le proprie competenze, abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce e far fronte comune per il bene del nostro territorio».
Sullo stesso argomento si è espresso anche il presidente di Federalberghi Lecce, Raffaele De Santis. «Il Salento è oramai divenuto fiore all’occhiello della Regione Puglia, – sostiene – a dimostrazione del fatto che nel Sud risiedono alte potenzialità di ripresa economica, ma nonostante ciò, continua ad essere letteralmente “dimenticato” dalle Ferrovie. Alquanto scontata è stata dunque la reazione da parte dei cittadini salentini nel vedersi tagliare fuori da un progetto che avrebbe offerto al territorio un’importante possibilità per poter crescere maggiormente soprattutto da un punto di vista qualitativo, iniziando proprio dai trasporti. Ciò che stupisce maggiormente, - sottolinea - generando non poca delusione, è l’essersi trovati di fronte al fatto compiuto, senza aver possibilità alcuna di replicare. È possibile che una decisione del genere, una decisione presa sicuramente con la consapevolezza che avrebbe arrecato un danno non irrilevante alla nostra terra la cui ricchezza è basata sul turismo, sia stata presa nell’arco di pochi giorni? Sembrerebbe di no, dal momento che già lo scorso 29 novembre nel documento approvato dall’Unione Europea c’era un capitolo relativo alla Puglia e all’alta Velocità Napoli-Bari. (Nuovo Quotidiano di Puglia.it 1.09.2015). Ancora una volta il Salento dovrà attendere, se mai arriverà, il momento in cui riuscirà ad avere un trattamento eguale al resto della Regione Puglia e poter quindi sperare di essere collegato al resto dell’Italia con tempistiche degne del XXI° secolo. E’ inaccettabile che un polo turistico che ha ormai raggiunto risultati significativi a livello nazionale ed internazionale venga messo ancora una volta all’angolo ad attendere».
Sullo stesso argomento si è espresso anche il presidente di Federalberghi Lecce, Raffaele De Santis. «Il Salento è oramai divenuto fiore all’occhiello della Regione Puglia, – sostiene – a dimostrazione del fatto che nel Sud risiedono alte potenzialità di ripresa economica, ma nonostante ciò, continua ad essere letteralmente “dimenticato” dalle Ferrovie. Alquanto scontata è stata dunque la reazione da parte dei cittadini salentini nel vedersi tagliare fuori da un progetto che avrebbe offerto al territorio un’importante possibilità per poter crescere maggiormente soprattutto da un punto di vista qualitativo, iniziando proprio dai trasporti. Ciò che stupisce maggiormente, - sottolinea - generando non poca delusione, è l’essersi trovati di fronte al fatto compiuto, senza aver possibilità alcuna di replicare. È possibile che una decisione del genere, una decisione presa sicuramente con la consapevolezza che avrebbe arrecato un danno non irrilevante alla nostra terra la cui ricchezza è basata sul turismo, sia stata presa nell’arco di pochi giorni? Sembrerebbe di no, dal momento che già lo scorso 29 novembre nel documento approvato dall’Unione Europea c’era un capitolo relativo alla Puglia e all’alta Velocità Napoli-Bari. (Nuovo Quotidiano di Puglia.it 1.09.2015). Ancora una volta il Salento dovrà attendere, se mai arriverà, il momento in cui riuscirà ad avere un trattamento eguale al resto della Regione Puglia e poter quindi sperare di essere collegato al resto dell’Italia con tempistiche degne del XXI° secolo. E’ inaccettabile che un polo turistico che ha ormai raggiunto risultati significativi a livello nazionale ed internazionale venga messo ancora una volta all’angolo ad attendere».