Divina Provvidenza, M5S: “Prima il regolamento per i pazienti, poi parliamo di nuovi fondi o di acquisizione”

BARI - Negli ultimi anni, in ogni campagna elettorale, da destra e da sinistra tutti hanno sbandierato l’impegno profuso a favore della CDP: troppe promesse cadute nel vuoto, un vuoto che oggi si riflette nell'assoluto silenzio di tutti i politici locali. "In seguito ai licenziamenti del 2013, centinaia di famiglie biscegliesi hanno difficoltà ad arrivare a fine mese mentre all'interno dell’Ente alcuni dipendenti hanno continuato ad avere superminimi, premi, consulenze d’oro, straordinari e stipendi spropositati in base alle reali competenze svolte", ha commentato la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Grazia Di Bari.

Intanto il Movimento 5 Stelle, grazie all'impegno degli attivisti locali e dei portavoce in Parlamento, dal gennaio 2014 ha presentato più di una interrogazione parlamentare a prima firma del deputato Giuseppe D'Ambrosio (M5S) sul commissariamento della Casa Divina Provvidenza e più volte proposto incontri tecnici al viceministro dello Sviluppo Economico ed al Commissario Straordinario di Casa Divina Provvidenza, avv. Bartolomeo Cozzoli, al fine di trovare una soluzione che potesse risanare il debito con i creditori, evitando la svendita dell’Ente, senza purtroppo ricevere alcuna risposta. Oggi la svendita è l’unica strada che il Commissario riesce a vedere, la svendita di una struttura che ha tracciato la storia di tre città – Bisceglie, Foggia e Potenza -­ e dei rispettivi abitanti. "Dopo essere stata a lungo drenata da abili approfittatori, finisce sul mercato nell'indifferenza e con scarse speranze di salvezza - ha continuato la consigliera regionale Di Bari - una struttura che accoglie 2.223 degenti (1041 a Bisceglie, 724 a Foggia e 458 a Potenza), che rappresenta una realtà occupazionale e socio­-sanitaria dal 1922 e che incide sul territorio con strutture sanitarie per quasi 500mila metri quadrati di complessi ospedalieri specialistici, che nella sola struttura di Bisceglie ha ospitato dalla fondazione al 1990 circa 50.000 pazienti, una vera città nella città".

Il tavolo tecnico-istituzionale organizzato dal sindaco di Bisceglie, nonché presidente della provincia di Barletta - Andria - Trani, Francesco Spina, è stato utile a comprendere quali ripercussioni si avranno in termini occupazionali e quale destino attende i ricoveri, a seguito della probabile cessione dell'ente. "Ormai abbiamo capito: l'unica soluzione emersa dall'incontro per salvare l'ente è che la Regione Puglia approvi un regolamento volto a individuare i requisiti per l'accesso alle strutture di Riabilitazione Funzionale per i pazienti ortofrenici", ha continuato la consigliera regionale Di Bari. Questi pazienti oggi sono classificati come “2^ tipologia”, ma per i pazienti che soffrono di queste malattie non sono state identificate le cosiddette patologie specifiche associate, come ad esempio i deficit sensoriali, i deficit psichici. Per questo motivo, senza questo regolamento, la struttura è destinata a chiudere per esaurimento naturale di pazienti ortofrenici. "Appare chiaro che se vogliamo risolvere i problemi dei pazienti, senza affrontare il tema del futuro economico dell'ente, solo l'approvazione di questo regolamento consentirebbe alle sedi di Bisceglie e Foggia di avere un Centro Socio Sanitario Riabilitativo (C.S.S.R.) in grado di fornire assistenza riabilitativa a favore di soggetti con minorazioni psichiche, motorie e sensoriali, senza variare il numero di posti letto". Secondo la consigliera Di Bari, solo così si scongiura la chiusura della struttura e si evita che i pazienti pugliesi vadano a curarsi fuori dalla propria Regione. "Pertanto - ha concluso - chiederò alla Regione Puglia di approvare il regolamento per l'individuazione delle patologie dei pazienti ortofrenici prima di un eventuale impegno nell'acquisizione della Casa Divina Provvidenza. Prima i pazienti e i lavoratori, poi le questioni economiche".

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto