ESCLUSIVO / Putignano e la “Messa di Ratisbona” a Ugento e Bari
RATISBONA (Germania) - A Monsignor Georg Ratzinger è piaciuta molto. L'ultranovantenne (classe 1924) fratello del Papa Emerito Benedetto XVI (nella foto con Biagio Putignano) è rimasto colpito, in particolare, dalla felice contaminazione della musica sacra tradizionale (ovvio riferimento ai canoni gregoriani) con la “musa” che ha sedotto la contemporaneità: l'elettronica.
Era il 30 gennaio scorso, una magica sera avvolta dal candore della neve e la “Messa di Ratisbona”, ennesima opera del maestro compositore Biagio Putignano è stata eseguita, in prima mondiale, all'Auditorium della Hochschule für katholische Kirchenmusik & Musikpädagogik quattro cori spazializzati, uno a ogni angolo della location, all'organo Bastian Fuchs, alla direzione il maestro Stefen Heelen.
Nella Hochschule (finanziata dalla Chiesa Cattolica tedesca) ci sono ben 16 organi a canne, uno in ogni aula più o meno quanti ne sono presenti nei conservatori del Sud Italia.
La dedica: al Papa Emerito Benedetto XVI e al fratello Georg, già direttore del Coro “Regensburger Domspatzen” e docente di contrappunto alla Scuola di Ratisbona (a 100 km. da Monaco, è detta la città italiana più a nord per la presenza di molti italiani: artigiani, imprenditori, professionisti, ecc.).
A ottobre 2014 lo spartito, edito da Edizioni Carrara di Bergamo, era stato già studiato e provato con grande professionalità dal Coro della Hochschule. A settembre la “Messa” (durata 20 minuti) tornerà in Puglia. Due gli eventi in calendario: il 19 in Cattedrale a Ugento alla presenza del Vescovo della Diocesi, Monsignor Vito Angiuli (tramite con Putignano l'organista Francesco Scarcella). Il giorno dopo a Bari, nell'incantevole Basilica di San Nicola.
Biagio Putignano è un compositore del XXI secolo con un piede nel passato e nei suoi suoni, che si porta nel dna e l'altro nel futuro della sperimentazione, la ricerca appassionata, continua, di nuovi orizzonti, orditi audaci, armonie originali, contaminazioni possibili.
Salentino di nascita (Magliano di Carmiano, centro agricolo del Negroamaro all'ombra di Lecce) e barese di adozione (da 15 anni insegna composizione al Conservatorio “Niccolò Piccinni”, il più grande d'Italia, docenti da tutte le regioni d'Italia; vinse un concorso di 25 anni fa), è sposato con Lina, insegnante, ha due figli (Giacomo vive a Milano, ed è junior art director della “The Big Now” agenzia che si occupa di pubblicità e marketing, Lorenzo è studente liceale, ma già pianista diplomato).
Per Putignano il suono non ha segreti: dal teatro greco di Eschilo, Euripide, Sofocle (“si recitava cantando”), alle architetture sontuose dei “Quadri di un'esposizione” di Mussorskij, e nella versione di Emerson, Lake and Palmer e poi i Pink Floyd di “Ummagamma” e “Atomic Mother”.
Un'intervista di un paio d'ore a casa sua, alla periferia di Lecce (tramite il compositore Antonio Amoroso), diviene una performance sospesa fra stage e full-immersion ricca di input e scoperte imprevedibili: vecchi spartiti ereditati dal prozio organista che custodisce gelosamente e libri in greco (del filosofo Aristosseno da Taranto), la foto del nonno allievo di Pietro Magri, una cartolina di Stockhausen e foto di quando venne a Bari (è morto nel 2007).
A relativizzare la boria del nostro tempo, una scoperta: molte idee sul suono, che paiono nuove, in realtà sono vecchie di secoli. L'occhio cade poi su un quadretto: una lettera dell'89 di Olivier Messiaen, francese, uno dei più grandi compositori del Novecento: “Ti ringrazio veramente per aver organizzato un concerto a Lecce con mie musiche...”.
Cv ricco: dal 2012 è membro onorario dell'Academia de la Musica Valenciana (Valencia, Spagna), premiato con "Il Sallentino" l’anno successivo. E' inoltre nel Direttivo Nazionale della Simc-Italia (Società Italiana Musica da Camera). Come docente, con corsi, seminari, ecc. ha lavorato a Taranto, Lecce, Ceglie Messapica, Bielorussia (Minsk), Croazia (Pucisca), Grecia (Riou), Germania (Monaco), Portogallo (Cascais), Milano, Galatone, Trani, Bari, Brindisi, Pezze di Greco (Br), Matino, Melissano, ecc.
La “Messa di Ratisbona” è la sua ultima opera di musica sacra. In precedenza ha firmato: “Un segno nello spazio” (su un testo di Italo Calvino), data a Foggia nel 1993; “Variazioni sui colori del cielo” (prima a Salisburgo nel 2006, poi al teatro “Piccinni” di Bari, con Alessandro Haber nel 2007); “Come zaffiro mite” (2007), tributo a Celestino V per Carmiano, il suo paese; “Voce che vola nel vento” (a Mantova, Palazzo Mantegna, nel 2010); “Musigonia” (per tre voci e orchestra da camera, del 2003); “La seconda attesa di Euridice” (testo di Gesualdo Bufalino, del 2013), l’oratorio “Cattedrali di silenzio” (da un testo di David Maria Turoldo, del 2001).
Un’incisione recentissima, “Terracromìe”, con Giusy Caruso, pianista che vive a Bruxelles, una composizione avente per oggetto le tecniche architettoniche mutuate da Santiago Calatrava. Un lavoro con l’arpista bolognese Paola Perrucci, il cd della “Messa di Ratisbona” in Germania in procinto di essere realizzato.
Parliamo di chiese greche, rito bizantini, concilio di Nicea, poi di loop, di stretching, di sampling. Biagio ha l'ossessione di suoni nuovi, diversi, belli. Ma è ora di andare. Lo lasciamo a sistemare, come ogni giorno, il suo giardino zen sulla scrivania: rastrellare la sabbia, sistemare le paperelle: a ottobre sarà eseguito a New York, a novembre terrà concerti in Giappone, poi in Azerbaijan. Ha altri progetti in progress: la vita è ancora lunga, sia da docente (concepisce il lavoro in Conservatorio come una mission, in senso gramsciano) che come rabdomante: i suoni da cercare sono ancora tanti, seducenti, infiniti.
per l’ascolto di un estratto -AGNUS DEI- : https://youtu.be/6s6FCWE4o5s
per l’ascolto completo della MESSA: https://www.youtube.com/watch?v=y6rwqN010yE&feature=youtu.be
Era il 30 gennaio scorso, una magica sera avvolta dal candore della neve e la “Messa di Ratisbona”, ennesima opera del maestro compositore Biagio Putignano è stata eseguita, in prima mondiale, all'Auditorium della Hochschule für katholische Kirchenmusik & Musikpädagogik quattro cori spazializzati, uno a ogni angolo della location, all'organo Bastian Fuchs, alla direzione il maestro Stefen Heelen.
Nella Hochschule (finanziata dalla Chiesa Cattolica tedesca) ci sono ben 16 organi a canne, uno in ogni aula più o meno quanti ne sono presenti nei conservatori del Sud Italia.
La dedica: al Papa Emerito Benedetto XVI e al fratello Georg, già direttore del Coro “Regensburger Domspatzen” e docente di contrappunto alla Scuola di Ratisbona (a 100 km. da Monaco, è detta la città italiana più a nord per la presenza di molti italiani: artigiani, imprenditori, professionisti, ecc.).
A ottobre 2014 lo spartito, edito da Edizioni Carrara di Bergamo, era stato già studiato e provato con grande professionalità dal Coro della Hochschule. A settembre la “Messa” (durata 20 minuti) tornerà in Puglia. Due gli eventi in calendario: il 19 in Cattedrale a Ugento alla presenza del Vescovo della Diocesi, Monsignor Vito Angiuli (tramite con Putignano l'organista Francesco Scarcella). Il giorno dopo a Bari, nell'incantevole Basilica di San Nicola.
Biagio Putignano è un compositore del XXI secolo con un piede nel passato e nei suoi suoni, che si porta nel dna e l'altro nel futuro della sperimentazione, la ricerca appassionata, continua, di nuovi orizzonti, orditi audaci, armonie originali, contaminazioni possibili.
Salentino di nascita (Magliano di Carmiano, centro agricolo del Negroamaro all'ombra di Lecce) e barese di adozione (da 15 anni insegna composizione al Conservatorio “Niccolò Piccinni”, il più grande d'Italia, docenti da tutte le regioni d'Italia; vinse un concorso di 25 anni fa), è sposato con Lina, insegnante, ha due figli (Giacomo vive a Milano, ed è junior art director della “The Big Now” agenzia che si occupa di pubblicità e marketing, Lorenzo è studente liceale, ma già pianista diplomato).
Per Putignano il suono non ha segreti: dal teatro greco di Eschilo, Euripide, Sofocle (“si recitava cantando”), alle architetture sontuose dei “Quadri di un'esposizione” di Mussorskij, e nella versione di Emerson, Lake and Palmer e poi i Pink Floyd di “Ummagamma” e “Atomic Mother”.
Un'intervista di un paio d'ore a casa sua, alla periferia di Lecce (tramite il compositore Antonio Amoroso), diviene una performance sospesa fra stage e full-immersion ricca di input e scoperte imprevedibili: vecchi spartiti ereditati dal prozio organista che custodisce gelosamente e libri in greco (del filosofo Aristosseno da Taranto), la foto del nonno allievo di Pietro Magri, una cartolina di Stockhausen e foto di quando venne a Bari (è morto nel 2007).
A relativizzare la boria del nostro tempo, una scoperta: molte idee sul suono, che paiono nuove, in realtà sono vecchie di secoli. L'occhio cade poi su un quadretto: una lettera dell'89 di Olivier Messiaen, francese, uno dei più grandi compositori del Novecento: “Ti ringrazio veramente per aver organizzato un concerto a Lecce con mie musiche...”.
Cv ricco: dal 2012 è membro onorario dell'Academia de la Musica Valenciana (Valencia, Spagna), premiato con "Il Sallentino" l’anno successivo. E' inoltre nel Direttivo Nazionale della Simc-Italia (Società Italiana Musica da Camera). Come docente, con corsi, seminari, ecc. ha lavorato a Taranto, Lecce, Ceglie Messapica, Bielorussia (Minsk), Croazia (Pucisca), Grecia (Riou), Germania (Monaco), Portogallo (Cascais), Milano, Galatone, Trani, Bari, Brindisi, Pezze di Greco (Br), Matino, Melissano, ecc.
La “Messa di Ratisbona” è la sua ultima opera di musica sacra. In precedenza ha firmato: “Un segno nello spazio” (su un testo di Italo Calvino), data a Foggia nel 1993; “Variazioni sui colori del cielo” (prima a Salisburgo nel 2006, poi al teatro “Piccinni” di Bari, con Alessandro Haber nel 2007); “Come zaffiro mite” (2007), tributo a Celestino V per Carmiano, il suo paese; “Voce che vola nel vento” (a Mantova, Palazzo Mantegna, nel 2010); “Musigonia” (per tre voci e orchestra da camera, del 2003); “La seconda attesa di Euridice” (testo di Gesualdo Bufalino, del 2013), l’oratorio “Cattedrali di silenzio” (da un testo di David Maria Turoldo, del 2001).
Un’incisione recentissima, “Terracromìe”, con Giusy Caruso, pianista che vive a Bruxelles, una composizione avente per oggetto le tecniche architettoniche mutuate da Santiago Calatrava. Un lavoro con l’arpista bolognese Paola Perrucci, il cd della “Messa di Ratisbona” in Germania in procinto di essere realizzato.
Parliamo di chiese greche, rito bizantini, concilio di Nicea, poi di loop, di stretching, di sampling. Biagio ha l'ossessione di suoni nuovi, diversi, belli. Ma è ora di andare. Lo lasciamo a sistemare, come ogni giorno, il suo giardino zen sulla scrivania: rastrellare la sabbia, sistemare le paperelle: a ottobre sarà eseguito a New York, a novembre terrà concerti in Giappone, poi in Azerbaijan. Ha altri progetti in progress: la vita è ancora lunga, sia da docente (concepisce il lavoro in Conservatorio come una mission, in senso gramsciano) che come rabdomante: i suoni da cercare sono ancora tanti, seducenti, infiniti.
per l’ascolto di un estratto -AGNUS DEI- : https://youtu.be/6s6FCWE4o5s
per l’ascolto completo della MESSA: https://www.youtube.com/watch?v=y6rwqN010yE&feature=youtu.be