BARI - Più che un appuntamento mancato si è trattato di una occasione perduta per Renzi per dimostrare che il Sud é per lui una delle priorità . La Fiera del Levante non è solo una vetrina ma innanzitutto il luogo nel quale convergono da sempre le speranze, le risorse, le energie, le intelligenze delle classi dirigenti meridionali che stanno lavorando per uno sviluppo del Sud che parta dal Sud e, oggi piú che mai, lo faccia senza chiedere assistenza. La presenza della massima carica del Governo a questo appuntamento non doveva quindi essere solamente per un taglio di nastro ma ci si aspettave che desse ufficialmente il via a quella unificazione sociale ed economica del Paese di cui ha parlato recentemente. Del resto, dall’intervento del sottosegretario De Vincenti traspare un dinamismo che giudichiamo complessivamente positivo anche se, tra le pieghe del discorso e dei contributi, il Mezzogiorno compare appena, in dimensione eventuale e soprattutto resta in attesa di fatti. E’ positivo il richiamo fatto alla necessità che la Puglia abbia una politica energetica connessa con quella del Paese, ma intanto l’Italia non ha ancora un proprio Piano energetico che valorizzi e compensi il contributo che già dà la Puglia. E’ apprezzabile che le ricerche off shore di idrocarburi possano beneficiare delle migliori tecnologie oggi a disposizione, ma una valorizzazione dell’economia del mare, magari attraverso una Conferenza internazionale aperta anche agli altri paesi della costa adriatica, non è stata ancora programmata. Ed anche le risorse finanziarie di cui si è parlato sono quasi esclusivamente individuate in quelle europee, con uno scarso ed insufficiente riferimento a quelle del bilancio ordinario di cui il Mezzogiorno e la Puglia hanno diritto. Pure la vicenda della "clausola sugli investimenti" (esclusione dal patto di stabilità ) ancora non è diventata la scelta strategica per la quale il Governo impegni l’Europa. La Puglia è, nei fatti, un’eccellenza nel Mezzogiorno ma questa primazia non servirà se non si supererà quella distanza tra le altre Regioni che determina una sorta di "balcanizzazione" del sud. E’ per questo che condividiamo la spinta del governatore Emiliano perché tutte le regioni del sud facciano quadrato non in chiave rivendicativa, ma programmatoria e di proposta verso il Governo. Come tutti gli osservatori riconoscono, la crescita, anche in questa fase di superamento della recessione, é molto lenta e timida e non durerà se non riprende a crescere l'intero Paese. La vera questione rimane il ritardo della crescita nel Mezzogiorno per la quale, prima ancora dell’individuazione di opere da realizzare, è necessaria una chiara scelta politica unitaria di indirizzo da parte del governo e del parlamento. Sono questi messaggi, forti e chiari, che ci aspettavamo da Renzi e che anche il positivo contributo di De Vincenti non è riuscito a dare. Il tema delle risorse, è rimasto sullo sfondo di ogni ragionamento cosà come quello del lavoro e del fisco che, nel Mezzogiorno bruciano sulla pelle delle famiglie di lavoratori e pensionati. Determinante sarebbe mettere mano complessivamente al sistema fiscale, come la Cisl propone con il suo Disegno di Legge di iniziativa popolare presentato in questi giorni in Parlamento, e non solo attraverso qualche promessa spot (Ici Imu), perché si proceda, tra quelle annunciate, ad una riforma che favorisca le imprese (credito d’imposta o fiscalità di vantaggio), le famiglie e i lavoratori. Così in una la Cisl Puglia e Basilicata.