Grecia, il mito in mostra a Tebe

TEBE (GRECIA) - Si inaugura il 4 Ottobre alle ore 19,00 presso il Conference Center di Tebe in Grecia lo SPHINX THEBES FESTIVAL, ideato da Constantine Angelou e Polyxene Kasda. Il Festival è patrocinato dal Ministero della Cultura, dell’Istruzione e dello Spettacolo di Atene, dell’Accademia di Belle Arti di Atene, dalle Università,  dal Museo Nazionale di Tebe e dal comune di Tebe. Il Festival è un progetto artistico nello spazio urbano e sociale  della città di Tebe, dove artisti, scrittori, scienziati, architetti e personaggi della cultura internazionali si incontrano e interagiscono con la città, proponendo idee e  soluzioni per la creazione  della città del futuro,  cioè lo spazio dove si vuole vivere. L’argomento del Festival è l’enigma  che pone la Sfinge ad  Edipo: «Qual è l'animale che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha solo due e alla sera tre?» La risposta è l’essere umano, concetto che qui viene rielaborato attraverso la sua posizione nello spazio, nel tempo, nella storia, nei valori, nelle sfide, con argomenti sul ruolo della tecnologia, sulla comunicazione, sulla coscienza e intelligenza artificiale e via dicendo.

In questo contesto nasce il progetto curato da Dores & Rose Sacquegna della Primo Piano LivinGallery di Lecce, presenti con la rassegna “ Una città fertile: ovvero il quesito della Sfinge”, articolata in tre distinte sessioni (GREEK WAVES, LANDGRAPHIE,  CRYPTOGRAPHIE) sul mito, l’identità e l’utopia, con la partecipazione di noti artisti internazionali e registi greci.

GREEK WAVES è una rassegna di opere cinematografiche realizzate in Grecia da registi greci. Il filo conduttore che unisce queste presenze in mostra è il MITO, quella forza culturale e sociologica che si è manifestata senza precedenti in Grecia considerata la culla del mondo. Attraverso il linguaggio cinematografico contemporaneo, il mito agisce a un livello più profondo e trova nel cinema un terreno fertile, perché sono  tantissimi gli stimoli che invadono l’immaginario collettivo della società. L’evento si apre con l’ omaggio al grande regista THEO ANGELOPOULOS, scomparso tragicamente, ma che ha sapientemente  miscelato fotografia, storia e narrazione, offrendo uno schema universale per una rilettura della mitografia storica greca.

In esposizione il video-reportage “WHY IS THE MEADOW WEEPING, MR. ANGELOPOULOS?” prodotto dalla regia di Filmfabrik di ANASTASIA CHRISTOFORIDOU.  Il legame inscindibile  tra mito e fiction contemporanea è una fonte inesauribile di immagini emozionanti  sul piano emotivo. Ne è un esempio il film “THE REVENGE OF DIONYSOS” di DIMITRIS KOLLATOS -  regista e produttore di teatro d’avanguardia dagli ann’60 - in cui il mito dionisiaco è fortemente rappresentato nella situazione greca dei nostri giorni. Con “ALPHA” dalla regia di STATHIS ATHANASIOU,  primo film prodotto in crowdfunded in Grecia e distribuito da Creative Commons, in mostra  la tragedia greca di Antigone, figlia di Edipo,  in chiave moderna.

Ogni società, entra in nuovi miti perché il mito stesso è capace di entrare in essa e trasformarsi per trasmettere le proprie idee, i propri valori e per tradurre e interpretare il lascito del proprio passato. Un altro esempio è il film “THE SUN AND THE WIND”, ispirato alla favola di Esopo e alla poesia di George Drosinis del regista THANASIS NEOFOTISTOS, pluripremiato a numerosi Festival tra cui Avif Cannes 2014.  Dalla regia di THANASIS TSIMPINIS il film in bianco e nero “FAWNS, ” risultato vincitore al Winner Best Cinematography 20th Athens International Film Festival. Il film  narra tra immagine e poesia,  la  storia d'amore tra due omosessuali  e le relazioni umane. Con Η ΠΌΛΙΣ (THE CITY) - A POEM BY C.P. CAVAFY”,  del regista GEORGE TSIROGIANNIS, il film basato su un poema di C.P. Kavafis, uno dei poeti greci più influenti, evoca scenari ontologici contrastanti dove il computer e internet recuperano una dimensione fondamentale del mito, dalla dimensione orale alla performance narrativa. Il bisogno di sentire storie e di identificarsi in esse non è mai tramontato, così come il mito, primo medium di massa, che ha permeato, nella sua essenza liquida qualsiasi forma di racconto, anche nel contemporaneo, non conosce ostacoli come nel caso del film “MATRIARCHY” , (prodotto nel 2014 da Greek Film Center),  del regista NIKOS KORNILIOS, un film che punta il riflettore sulla cooperazione, sul matriarcato, sul potere delle donne, sull’uguaglianza dei diritti, sulla non-violenza.  La rassegna continua con il film  “FOR ETERNITY”, premiato come Best Stage Design and Art Direction durante  4th Athens International Digital Film festival AIDFF  e diretto da MARIA LAFI,  e narra una storia d’amore  ambientata nella vita ultraterrena. Con “CURE”,  IFIGENIA DIMITRIOU narra la vita lavorativa dei dipendenti nel settore pubblico greco, il film volutamente girato in bianco e nero, ha vinto il  3rd PRIZE al San Francisco Greek Film Festival nel 2015 e Athens International Film Festival nel 2014.  Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo sognato di volare e abbiamo letto la novella di James M.Barrie’, ecco allora, un progetto di EIRINI STEIROU e ELIZA ALEXANDROPOULOU, con “Peter Pan Project: first Flight” che rappresenta l'eterno desiderio umano di abbattere la gravità, di superare la paura. Conclude la rassegna il film “ THE LINE BUS”, di PANAYOTIS KRAVVARIS e prodotto da Greek Film Center e Olympus Films nel 2005,  basato sulla storia di un ragazzo di dodici anni che decide di partire per la grande città per crearsi un futuro.

La sessione LANDGRAPHIE presenta video-documentari di alcuni tra i maggiori artisti internazionali della LAND ART che operano con grandi installazioni, azioni e performance temporanee nel paesaggio.  Apre la rassegna il video-documentario  “OVER THE RIVER” di CHRISTO & JEANNE CLAUDE, che documenta una loro  installazione realizzata nell’arco di due anni sul fiume  Arkansas tra Salida e Cañon City in Colorado. La rassegna continua con la nota artista multidisciplinare peruviana GRIMANESA AMOROS (residente a New York|Usa), le cui installazioni coinvolgono architettura e paesaggio, spazi urbani e spazi naturali, presente con “GOLDEN WATERS” e “UROS ISLAND” presentata tra le altre durante la 54 Biennale di Venezia Future Pass.   Un’attenzione alla cura del paesaggio è il progetto multidisciplinare dell’artista americana PAM LONGOBARDI, presente tra gli altri con l’azione interdisciplinare “PLASTIC FREE ISLAND”, realizzata a Kefalonia in Grecia presso lo Ionian Center e che  consiste nella rimozione di oggetti di plastica che inquinavano le acque e le spiagge, per essere poi riutilizzati come installazioni artistiche. Con “ART IN ANTARCTICA”, l’artista argentina ANDREA JUAN crea magnifiche installazioni in situazioni e paesaggi estremi. L’energia della terra, il rito di dipingere con pigmenti presi sui siti di vari luoghi del mondo, è il modus operandi della grande artista tedesca ULRIKE ARNOLD, che dal 1980 ha viaggiato e lavorato nei cinque continenti con installazioni site specific realizzate dentro cave, sui monti rocciosi o in condizioni estreme nei deserti. In mostra con i video “THE COLORS OF EARTH”. GILLES BRUNI, artista francese - noto al pubblico per le sue grandi installazioni realizzate nei primi tempi con Marc Babarit in Europa e in Nord America -  presenta  la sua attività sul paesaggio, l’ecologia del luogo, la gente e la sua storia con i video” THE ROTTING IN THE UNDERGROWTH” e “WASTE LAND”. Chiude la rassegna la video-performance dell’artista scozzese RICHARD ASHROWAN “ALCHEMIST” (prodotto nel 2010 in collaborazione con i performer Alastair MacLennan e Sandra Johnston); il film è un omaggio al medioevale alchimista, astrologo e matematico scozzese Michael Scot ed esplora le qualità del paesaggio attraverso l’alchimia.  Il dialogo è in lingua latino. È stato esposto e ha vinto numerosi premi e Festival.

La sessione CRYPTOGRAPHIE è composta da opere di visual art ( pittura, fotografia, video-installazione, digital art, collage, installazione e live performance)  e indaga i paesaggi ibridi dell’era tecnologica tra MITO, IDENTITÀ E UTOPIA. In mostra la video-installazione “CONVULSIONI INTRINSECHE” dell’ Italiana ANTONELLA ZITO ,  e l’opera digitale  “ MY SOUL IN MY BODY, MY BODY IN MY CITY, MY CITY IN MY MIND..” dell’italiana MARIA LUISA IMPERIALI, dove la città è rappresentata come organismo vitale e sistema linfatico.  Strutture geometriche che si intersecano e sovrappongono tra materia e colore per definire mappe di una possibile città del futuro è l’opera “ STRUTTURA 714” dell’italiana MARTA MANCINI. Spazio, tempo e storia sono identificati in “INDUSTRIAL ARCHEOLOGY” dalla serie “Mondi fluttuanti”, di DORES SACQUEGNA (in veste anche di curatore) dove l'essere umano è al centro dell'universo, ed è in grado di recuperare il passato, vivere il presente e pianificare il futuro. Tra passato e futuro anche l’opera dello spagnolo XAVI DE JUAN-CREIX e COR FAFIANI con l’opera “ COLUMN OF THEBES”, che riflette sul carattere inquieto e provvisorio dell’identità culturale della civiltà moderna e post-moderna. Con l’installazione “TO OVERSHOOT IN/CONTEMPORANEA” di VITO SARDANO, gli oggetti  diventano status sympol della civiltà contemporanea dei consumi, delle mode, delle new economy. Con “INABITABILE”, della serie “Dopo la battaglia” della fotografa italiana  PINA DELLA ROSSA, il luogo dell’esistenza umana diventa inaccessibile ma al contempo è un tentativo di ritorno alla prima realtà materiale della creazione, Madre Terra. L’interesse letterario per il mito, i frequenti soggiorni in Grecia e l’incontro con il regista Theodoros Anghelopoulos, conducono l’artista italiano GINO FOSSALI ad elaborare una nuova fase di ricerca di soggetto mitologico,  collocando le sue opere nel tempo dell’origine, per una rifondazione della vita umana nel segno dionisiaco dell’arte. Su questa scia, l’artista americana MARTHE KELLER, risponde ad un altro antico quesito della Sfinge e riguarda le due sorelle di cui la risposta è la luce e il buio. La contesa continua con “PASTA LOTUS”, del designer e artista italiano GIOVANNI LAMORGESE (soundscape di Davide Curci) che presenta una installazione aerea e sonora che trascende tempo e  spazio,   vita reale e teatro, sono e materia.  L’opera simboleggia una vicenda familiare, una contesa tra due sorelle a causa di un piatto di pasta, ma è simbolo e specchio della città futura che permette alla vita e alla sua forza creatrice di mostrarsi in tutta la sua fertile bellezza umana e perfezione divina.

REGISTI GRECI IN MOSTRA: Theo Angeloupolos, Stathis Athanasiou, Anastasia Christoforidou, Ifigenia Dimitriou, Dimitris Kollatos, Nikos Kornilios, Panayotis Kravvaris, Maria Lafi, Thanasis Neofotistos, Eirini Steirou & Eliza Alexandropoulou, Thanasis Tsimpinis, George Tsirogiannis.
ARTISTI: Grimanesa Amoros (Usa), Ulrike Arnold (Germania), Richard Ashrowan (Scozia), Gilles Bruni (Francia), Christo & Jeanne-Claude (Usa),  Andrea Juan (Argentina),  Pam Longobardi (Usa), Xavi De Juan-Creix (Spagna), Cor Fafiani (Olanda), Marthe Keller (Usa) e gli italiani Pina Della Rossa (Napoli),  Gino Fossali (Milano),  Maria Luisa Imperiali (Milano), Marta Mancini (Ancona),  Vito Sardano (Bari),  Antonella Zito (Francavilla Fontana),  Giovanni Lamorgese (Bari), Dores Sacquegna (Lecce). La mostra si potrà visitare sino al 4 di novembre.