di Vittorio Polito - Realtà Forense, la testata del Sindacato Avvocati e Procuratori di Bari, in uscita da ben 41 anni, ha varato il numero di settembre. La mia curiosità di cronista è stata attirata da un perentorio titolo di prima pagina - che in Italia dal Parlamento all’ultima assemblea di condominio tutti ripetono con convinzione e poca causa - che recitava: ‘Avevamo ragione’.
Leggo che ‘il Consiglio di Stato, in sede cautelare, e il Tar del Lazio, nel merito, hanno accolto le ragioni poste dal sindacato e da ANF (Associazione Nazionale Forense) sull’illegittimità del regolamento elettorale’ e poi una postilla ‘buttati via molti soldi’. Quest’ultima affermazione mi ha fatto pensare all’Ordine dei Giornalisti di cui faccio ancora parte, dopo un ricorso accolto, e mi ha fatto venire la nausea al pensiero di quanti soldi siano sprecati a volte per mania di protagonismo e altre volte perché, prima di intraprendere azioni, non si consulti la base e si dia poco peso allo spirito democratico.
Dal momento che mi bastano le beghe dell’Ordine di cui faccio parte, evito di avventurarmi in sentieri che non conosco, anche se, senza scomodare le vittorie di Pirro, è lecito chiedersi… ‘cui prodest’ ?
Una notizia che mi fa molto piacere apprendere vede protagonista l’avv. Gigi Pansini, che lascia il posto di Segretario del Sindacato al collega Nicola Bonasia, perché chiamato a dirigere l’Associazione Nazionale Forense. La considerazione da fare è che i nostri ‘giovani’ avvocati godono di ampia stima a livello nazionale e questo dovrà far piacere alle tante nuove leve che cercano fortuna in una professione che, a detta di tutti, è ormai più apparenza che sostanza.
Mi ha impressionato favorevolmente notare che l’organo di un Sindacato dia spazio alla cultura con una pagina davvero molto bella e varia che mi permette di fare pace con una professione che, nell’arco dei 16 lustri alle spalle, mi ha procurato gioie e dolori. (Ogni vita… è una storia!)
Il direttore editoriale avv. Francesco Maione, figlio di Arcangelo - illustre civilista e decano dei giornalisti forensi italiani che, fino alla sua scomparsa nel 1997, è stato animatore, oltre che fondatore, della testata - dimostra che quando si hanno buoni Maestri la passione e la cura per i libri resta intatta, anzi migliora.
Dare spazio a Hrand Nazariantz significa avere una sensibilità che aiuta a non essere solo gente di passaggio su questa terra; spero che almeno il 50% delle persone che frequentano il Tribunale sappiano la storia dell’esule armeno. Ora vi regalo una chicca: fu proprio l’avv. Arcangelo a perorare presso don Mario Cavalli (della Levante Editori) la pubblicazione di Pasquale Sorrenti dedicata alla vita di Nazariantz nel 1987 (libro quasi introvabile!). Maione senior recensì su Realtà Forense nel 1988 il volume, del quale custodisco gelosamente una copia.
Nella stessa pagina vi sono due articoli pieni di fascino letterario: uno dedicato alla scomparsa dell’avvocato Giovanna Corrente - compagna del noto giornalista Erio Fumai - in cui il prof. Gagliardi La Gala conferma che si può essere cattedratici senza perdere il volto e la dimensione umana, la qualcosa mi rende ottimista per il futuro delle nuove generazioni.
A fondo pagina vi è uno spazio dedicato ad un libro, silenzioso fin dalla copertina, di Nicola Marra, che ci rivela una piccola verità: la vita è sempre una lunga lezione al servizio dell’umiltà.
Mi sono rimasti impressi due versi di una poesia che senza vocaboli roteanti racconta l’esistenza:
Ti guardo e ti ammiro
senza parole,
mi guardi e mi sorridi
senza parole…
Il vostro cronista si adegua, ormai a corto di parole.
Leggo che ‘il Consiglio di Stato, in sede cautelare, e il Tar del Lazio, nel merito, hanno accolto le ragioni poste dal sindacato e da ANF (Associazione Nazionale Forense) sull’illegittimità del regolamento elettorale’ e poi una postilla ‘buttati via molti soldi’. Quest’ultima affermazione mi ha fatto pensare all’Ordine dei Giornalisti di cui faccio ancora parte, dopo un ricorso accolto, e mi ha fatto venire la nausea al pensiero di quanti soldi siano sprecati a volte per mania di protagonismo e altre volte perché, prima di intraprendere azioni, non si consulti la base e si dia poco peso allo spirito democratico.
Dal momento che mi bastano le beghe dell’Ordine di cui faccio parte, evito di avventurarmi in sentieri che non conosco, anche se, senza scomodare le vittorie di Pirro, è lecito chiedersi… ‘cui prodest’ ?
Una notizia che mi fa molto piacere apprendere vede protagonista l’avv. Gigi Pansini, che lascia il posto di Segretario del Sindacato al collega Nicola Bonasia, perché chiamato a dirigere l’Associazione Nazionale Forense. La considerazione da fare è che i nostri ‘giovani’ avvocati godono di ampia stima a livello nazionale e questo dovrà far piacere alle tante nuove leve che cercano fortuna in una professione che, a detta di tutti, è ormai più apparenza che sostanza.
Mi ha impressionato favorevolmente notare che l’organo di un Sindacato dia spazio alla cultura con una pagina davvero molto bella e varia che mi permette di fare pace con una professione che, nell’arco dei 16 lustri alle spalle, mi ha procurato gioie e dolori. (Ogni vita… è una storia!)
Il direttore editoriale avv. Francesco Maione, figlio di Arcangelo - illustre civilista e decano dei giornalisti forensi italiani che, fino alla sua scomparsa nel 1997, è stato animatore, oltre che fondatore, della testata - dimostra che quando si hanno buoni Maestri la passione e la cura per i libri resta intatta, anzi migliora.
Dare spazio a Hrand Nazariantz significa avere una sensibilità che aiuta a non essere solo gente di passaggio su questa terra; spero che almeno il 50% delle persone che frequentano il Tribunale sappiano la storia dell’esule armeno. Ora vi regalo una chicca: fu proprio l’avv. Arcangelo a perorare presso don Mario Cavalli (della Levante Editori) la pubblicazione di Pasquale Sorrenti dedicata alla vita di Nazariantz nel 1987 (libro quasi introvabile!). Maione senior recensì su Realtà Forense nel 1988 il volume, del quale custodisco gelosamente una copia.
Nella stessa pagina vi sono due articoli pieni di fascino letterario: uno dedicato alla scomparsa dell’avvocato Giovanna Corrente - compagna del noto giornalista Erio Fumai - in cui il prof. Gagliardi La Gala conferma che si può essere cattedratici senza perdere il volto e la dimensione umana, la qualcosa mi rende ottimista per il futuro delle nuove generazioni.
A fondo pagina vi è uno spazio dedicato ad un libro, silenzioso fin dalla copertina, di Nicola Marra, che ci rivela una piccola verità: la vita è sempre una lunga lezione al servizio dell’umiltà.
Mi sono rimasti impressi due versi di una poesia che senza vocaboli roteanti racconta l’esistenza:
Ti guardo e ti ammiro
senza parole,
mi guardi e mi sorridi
senza parole…
Il vostro cronista si adegua, ormai a corto di parole.