(ANSA) |
Probabilmente qualche presagio di una serata storta si è potuto intuire sin da prima del fischio d’inizio: nel riscaldamento Jovetic è costretto a rimanere ai box per un guaio muscolare. Qualche attimo dopo dal calcio d’inizio, invece la partita volge a favore dei toscani: su un retropassaggio di Medel, Handanovic stoppa male il pallone e atterra Kalinic. Sono i primi segnali di una serata da incorniciare dell’attaccante di Paulo Sousa, mentre gli errori del portiere sloveno influiranno sul risultato. Inevitabile il rigore che Ilicic insacca in rete. Questa sera Handanovic non è il miracoloso para rigori.
L’Inter però, non c’è. Non attua alcun piano di rimonta, anzi sembra preoccupata dal gioco della Fiorentina, così ampio da rendere pericolose tutte le zone di campo, fatto di tanti fraseggi che fanno correre a vuoto Kondogbia, Guarin e Felipe Melo. Badelj è un ottimo ruba palloni e BorjaValero domina ogni pallone. La preoccupazione interista è intuibile anche dall’atteggiamento di Perisic che pensa solo a stare attento alle discese di Marcos Alonso. I nerazzurri sembrano essere entrati in campo solo con le gambe, lasciando la testa ad Appiano Gentile: sono confusi, deconcentrati, stanchi e sfiancati dal possesso palla dei viola. Altra preoccupazione che porta Mancini a cambiare costantemente le posizioni in campo è legata all’altezza di Medel in difesa che rischia la fisicità di Kalinic e Ilicic. Questo, però porta molti giocatori nerazzurri fuori posizione. Mentre Paulo Sousa esorta i suoi a continuare a giocare con la testa, il centrocampo dell’Inter che ha sbagliato costantemente passaggi, ha peccato in leziosità e non è mai riuscito a tamponare, ancora una volta è Handanovic a lasciare sorpreso il pubblico. Sul tiro dell’attivissimo Ilicic la parata è da grande portiere, ma sulla respinta non è reattivo e sembra quasi lasciare lo spazio necessario a Kalinic per realizzare il primo dei suoi tre gol. 2-0 e la partita in circa venti minuti ha già una sentenza.
La reazione dell’Inter è senza senso. Non ha un ordine. Mancini continua i suoi spostamenti in difesa, la Fiorentina, così, applica verticalizzazioni letali. Su una ripartenza, i nerazzurri sono tutti avanti, Miranda rincorre e atterra Kalinic. Il cartellino rosso è d’obbligo. L’Inter in inferiorità numerica va in tilt. Telles e Santon a tratti si improvvisano centrali in difesa, Medel, improvvisamente, si trova in zona offensiva. Tutto sotto consiglio di Mancini che si trasforma in regalo per gli ospiti: in velocità Alonso passa la centro dove Kalinic è un rapace. 3-0 in meno di mezz’ora.
La partita è addormentata ormai. Nella ripresa l’Inter prova a non prendere gol. Entra Ranocchia. Mancini comincia a togliere i suoi centrocampisti (fermati dal cartellino giallo): Kondogbia si perde in inutili giochetti e Guarin non indovina un passaggio. L’unica reazione viene da Icardi che prepotentemente realizza il gol della consolazione. Ma l’Inter non dà l’impressione di voler riprovarci. La difesa, che questa sera sembra essere tornata ad antichi squallori, offre svarioni su cui Kalinic si avventa per realizzare la sua tripletta, la prima del campionato.
In una serata l’Inter è ridimensionata; la sconfitta casalinga obbliga Mancini a rimescolare le carte per ritrovare immediatamente lo spirito e l’agonismo mostrato fin d’ora. L’infortunio di Jovetic e gli episodi sfortunati di Handanovic danno l’idea di una “serata no”. La Fiorentina: perfetta, concentrata, crea quel possesso palla iberico logorante che si trasforma in veloci verticalizzazioni. Il gioco espresso dalla squadra di Paulo Sousa merita il primato.
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