TARANTO - Venerdì 11 settembre si svolgerà anche a Taranto, promossa da Campagna Welcome - Taranto, la Marcia delle donne e degli uomini scalzi. L'appuntamento è alleore 18 in Piazza Immacolata e la conclusione alle ore 21 in Piazza della Vittoria. Così Legambiente Taranto in una nota.
Legambiente aderisce: la Marcia - prosegue la nota -è infatti l'occasione perchiedere con forza i primi necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali, indicati nell'appello con cui la Marcia delle donne e degli uomini scalzi è stata lanciata pochi giorrni fa da Venezia.
Chiediamo perciò:
- certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
- accoglienza degna e rispettosa per tutti
- chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
- creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino
ma anche l'avvio di politiche diverse nei confronti dei paesi in conflitto e dove regnano corruzione, violenza e dittature.
È evidente a tutti come su questi temi oggi si combatta una battaglia decisiva per cercare di far cambiare passo alla nostra Europa, sempre più prigioniera di egoismi, populismi e politiche sociali controproducenti. Serve una risposta ampia che rappresenti una risposta collettiva alla tragedia in corso che ha responsabilità precise.
Nell'appello per la Marcia si legge: "E' arrivato il momento di decidere da che parte stare. E' vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.
Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E' difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un'altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.
Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.
La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà. E' l'inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano.
Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.
Siamo convinti che oggi Dare asilo a chi scappa dalle guerre significa costruire la pace.
Per questo riteniamo necessario un rapido cambio di passo in difesa di diritti e libertà e vogliamo dare il nostro contributo al 'cammino di civiltà' promosso e auspicato dai firmatari dell'iniziativa. Per questo Legambiente si unisce alla marcia e invita tutti a partecipare, conclude la nota.
Legambiente aderisce: la Marcia - prosegue la nota -è infatti l'occasione perchiedere con forza i primi necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali, indicati nell'appello con cui la Marcia delle donne e degli uomini scalzi è stata lanciata pochi giorrni fa da Venezia.
Chiediamo perciò:
- certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
- accoglienza degna e rispettosa per tutti
- chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
- creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino
ma anche l'avvio di politiche diverse nei confronti dei paesi in conflitto e dove regnano corruzione, violenza e dittature.
È evidente a tutti come su questi temi oggi si combatta una battaglia decisiva per cercare di far cambiare passo alla nostra Europa, sempre più prigioniera di egoismi, populismi e politiche sociali controproducenti. Serve una risposta ampia che rappresenti una risposta collettiva alla tragedia in corso che ha responsabilità precise.
Nell'appello per la Marcia si legge: "E' arrivato il momento di decidere da che parte stare. E' vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.
Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E' difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un'altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.
Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.
La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà. E' l'inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano.
Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.
Siamo convinti che oggi Dare asilo a chi scappa dalle guerre significa costruire la pace.
Per questo riteniamo necessario un rapido cambio di passo in difesa di diritti e libertà e vogliamo dare il nostro contributo al 'cammino di civiltà' promosso e auspicato dai firmatari dell'iniziativa. Per questo Legambiente si unisce alla marcia e invita tutti a partecipare, conclude la nota.