Pazienti oncologici, privacy e radioterapia

di Vittorio Polito - Un editoriale di Gianluigi De Vito su la “Gazzetta del Mezzogiorno” di oggi, sottolinea la necessità della privacy per i pazienti affetti da malattie tumorali, facendo anche la storia del Comitato donne operate al seno, che richiedevano “un reparto chirurgico dedicato, così come buon senso e dignità vorrebbero.  Ma la richiesta pur accettata dalla ASL (?) fu istituita solo sulla carta, al San Paolo, anzi oggi oltre a non aver istituito il reparto si aggiunge il probabile “innesto” della chirurgia plastica. Al dolore si aggiunge la beffa.

Cosa altrettanto vergognosa è quella del furgone della PET insistente nei viali del Policlinico, definito “polo di eccellenza”, non si sa per che cosa, ove si notano tutte le persone che ivi si recano per essere sottoposti ad esami. Alla faccia della privacy.

A tutto ciò si aggiunge, sempre al Policlinico, la mancanza del servizio di radioterapia e quindi dell’acceleratore lineare che da un anno il direttore generale, Dattoli, e l’ex assessore alla sanità, Pentassuglia, annunciavano di prossima apertura. Così pure i servizi giornalistici del Policlinico davano il servizio di imminente disponibilità. Tutto falso: i servizi non sono ancora disponibili e non si sa quando entreranno in funzione.

Sia l’assessore alla sanità nonché presidente della regione Puglia, Emiliano, che il direttore generale del Policlinico, Dattoli, si sono ammutoliti e non si degnano di una risposta o di un chiarimento, e gli ammalati continuano a fare enormi sacrifici. Tanto i pazienti possono anche morire. Se questa è buona sanità, allora ha ragione Gianlugi De Vito  “sanità ai fichi secchi”.

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