Presentato a Trinitapoli il volume “Canti dell’ulivo” della poetessa Grazia Stella Elia.
di Vittorio Polito - Sabato 5 settembre 2015, a Trinitapoli, presso l’Auditorium dell’Assunta, il professor Daniele Maria Pegorari, docente di Letteratura Contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, ha presentato l’ultima fatica poetica della scrittrice trinitapolese Grazia Stella Elia, “Canti dell’ulivo” edito dalla FaLvision di Bari.
L’evento, patrocinato dal Comune di Trinitapoli e realizzato in collaborazione con la locale sede dell’Archeoclub d’Italia, si è aperto con i saluti del Sindaco, Avv. Francesco di Feo, seguiti dalla introduzione della Presidente, prof.ssa Angela Miccoli, la quale si è soffermata in particolare sul contributo culturale, umano e spirituale che la poetessa ha assicurato nel tempo alla amata terra natia, conseguendo traguardi letterari di prestigio nazionale ed internazionale, ma riflettendo anche su quanto ancora tutto questo sia appannaggio quasi esclusivo del mondo scientifico e accademico più che dei suoi stessi concittadini, destino tra l’altro comune a diverse altre ed alte personalità artistiche trinitapolesi, da cui l’auspicio e l’impegno futuro per l’Associazione finalizzato alla creazione di un centro studi o di un parco letterario che miri alla conoscenza e alla valorizzazione dell’autrice e della sua corposa produzione da assicurare alle generazioni future.
Essenziale, quanto efficace la relazione del professor Pegorari, autore della prefazione alla silloge che porta già nel titolo, “Canti dell’ulivo”, la caratteristica fondamentale di Canzoniere, ovvero raccolta di poesie a tema amoroso, anche se l’oggetto d’amore non è qui una persona ma una pianta, l’ulivo, che si fa persona e diventa per l’autrice interlocutore elettivo per esprimere i sentimenti più reconditi dell’anima. La raccolta si pone in tal senso in continuità con il precedente lavoro dell’autrice dal titolo “L’anima e l’ulivo”. Il professor Pegorari, quindi, non manca di sottolineare come l’aspetto monotematico rappresenti il vero valore e la cifra poetica della corposa raccolta di poesie (100 liriche).
Ha fatto seguito l’intervento del professor Vincenzo Centonze, docente presso la facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Bari, il quale ha voluto portare l’attenzione dell’uditorio sulle nuove frontiere della medicina olistica che, superando il tradizionale dualismo mente-corpo di aristotelica memoria, va sperimentando oggi nuove formule terapeutiche che mirano alla cura dell’anima per risanare le malattie del corpo. Questo innovativo approccio utilizza la letteratura, sia quella fruita che quella prodotta, come strumento terapeutico che sostituisce la prescrizione di un farmaco con la lettura di un libro. La poesia in particolare, come espressione autentica di sentimenti dovrebbe essere, secondo il professor Centonze, uno strumento privilegiato, non solo per educare le nuove generazioni a saper chiamare per nome i propri stati interiori, ma anche per aiutare l’uomo moderno ad uscire dall’isolamento e dall’abbrutimento in cui l’uso dilagante della tecnologia lo ha imprigionato.
La serata si è conclusa con i ringraziamenti che Grazia Stella Elia ha rivolto ai presenti. L’autrice, pur tradita da quell’emozione che la rende ancora più amabile e vicina a tutti noi, ha letto alcune delle sue poesie più significative tratte dalla raccolta dedicata all’ulivo, offrendo ancora un ennesimo dono di sé alla sua Amata Terra.
La Terra che la prof. Stella Elia ha celebrato in maniera sontuosa con quello che, ancora oggi, resta un capolavoro non solo per la ricerca attenta, precisa e rigorosa dei vocaboli ma anche per la raffinata veste grafica: sto parlando di quel gioiello e scrigno di sapere che è il DIZIONARIO DEL DIALETTO di TRINITAPOLI (Levante Editori). Scriveva il prof. Manlio Cortelazzo nel 2004 nella presentazione del Dizionario “ …descrivere in una maniera più efficace di un lungo saggio la vita passata e presente, la visione del mondo e delle persone, i segreti dell’anima collettiva di una comunità, che ha riversato sul suo modo di parlare tutta la storia non scritta delle passate generazioni”. Personalmente mi sono ispirato alla ‘grinta’ della poetessa ‘casalina’ per dar vita ai miei quattro libri pubblicati, di cui Mario Cavalli è stato l’ispiratore principale, ma altri, al pari della Elia, hanno radicato in me una convinzione che, in un anno difficile sotto tutti i punti vista, mi ha confermato che si è vecchi solo quando si perde la curiosità d’imparare e non si ha più voglia di tramandare.
Ogni famiglia è composta da giovani e meno giovani: l’importante è convivere. L’ulivo è la famiglia: l’olio il ‘cemento’ che unisce giovani e meno giovani.
L’evento, patrocinato dal Comune di Trinitapoli e realizzato in collaborazione con la locale sede dell’Archeoclub d’Italia, si è aperto con i saluti del Sindaco, Avv. Francesco di Feo, seguiti dalla introduzione della Presidente, prof.ssa Angela Miccoli, la quale si è soffermata in particolare sul contributo culturale, umano e spirituale che la poetessa ha assicurato nel tempo alla amata terra natia, conseguendo traguardi letterari di prestigio nazionale ed internazionale, ma riflettendo anche su quanto ancora tutto questo sia appannaggio quasi esclusivo del mondo scientifico e accademico più che dei suoi stessi concittadini, destino tra l’altro comune a diverse altre ed alte personalità artistiche trinitapolesi, da cui l’auspicio e l’impegno futuro per l’Associazione finalizzato alla creazione di un centro studi o di un parco letterario che miri alla conoscenza e alla valorizzazione dell’autrice e della sua corposa produzione da assicurare alle generazioni future.
Essenziale, quanto efficace la relazione del professor Pegorari, autore della prefazione alla silloge che porta già nel titolo, “Canti dell’ulivo”, la caratteristica fondamentale di Canzoniere, ovvero raccolta di poesie a tema amoroso, anche se l’oggetto d’amore non è qui una persona ma una pianta, l’ulivo, che si fa persona e diventa per l’autrice interlocutore elettivo per esprimere i sentimenti più reconditi dell’anima. La raccolta si pone in tal senso in continuità con il precedente lavoro dell’autrice dal titolo “L’anima e l’ulivo”. Il professor Pegorari, quindi, non manca di sottolineare come l’aspetto monotematico rappresenti il vero valore e la cifra poetica della corposa raccolta di poesie (100 liriche).
Ha fatto seguito l’intervento del professor Vincenzo Centonze, docente presso la facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Bari, il quale ha voluto portare l’attenzione dell’uditorio sulle nuove frontiere della medicina olistica che, superando il tradizionale dualismo mente-corpo di aristotelica memoria, va sperimentando oggi nuove formule terapeutiche che mirano alla cura dell’anima per risanare le malattie del corpo. Questo innovativo approccio utilizza la letteratura, sia quella fruita che quella prodotta, come strumento terapeutico che sostituisce la prescrizione di un farmaco con la lettura di un libro. La poesia in particolare, come espressione autentica di sentimenti dovrebbe essere, secondo il professor Centonze, uno strumento privilegiato, non solo per educare le nuove generazioni a saper chiamare per nome i propri stati interiori, ma anche per aiutare l’uomo moderno ad uscire dall’isolamento e dall’abbrutimento in cui l’uso dilagante della tecnologia lo ha imprigionato.
La serata si è conclusa con i ringraziamenti che Grazia Stella Elia ha rivolto ai presenti. L’autrice, pur tradita da quell’emozione che la rende ancora più amabile e vicina a tutti noi, ha letto alcune delle sue poesie più significative tratte dalla raccolta dedicata all’ulivo, offrendo ancora un ennesimo dono di sé alla sua Amata Terra.
La Terra che la prof. Stella Elia ha celebrato in maniera sontuosa con quello che, ancora oggi, resta un capolavoro non solo per la ricerca attenta, precisa e rigorosa dei vocaboli ma anche per la raffinata veste grafica: sto parlando di quel gioiello e scrigno di sapere che è il DIZIONARIO DEL DIALETTO di TRINITAPOLI (Levante Editori). Scriveva il prof. Manlio Cortelazzo nel 2004 nella presentazione del Dizionario “ …descrivere in una maniera più efficace di un lungo saggio la vita passata e presente, la visione del mondo e delle persone, i segreti dell’anima collettiva di una comunità, che ha riversato sul suo modo di parlare tutta la storia non scritta delle passate generazioni”. Personalmente mi sono ispirato alla ‘grinta’ della poetessa ‘casalina’ per dar vita ai miei quattro libri pubblicati, di cui Mario Cavalli è stato l’ispiratore principale, ma altri, al pari della Elia, hanno radicato in me una convinzione che, in un anno difficile sotto tutti i punti vista, mi ha confermato che si è vecchi solo quando si perde la curiosità d’imparare e non si ha più voglia di tramandare.
Ogni famiglia è composta da giovani e meno giovani: l’importante è convivere. L’ulivo è la famiglia: l’olio il ‘cemento’ che unisce giovani e meno giovani.