Prostituzione in centri massaggi: 10 arresti a Brindisi, anche docente universitario

BRINDISI - Un giro di prostituzione nei centri benessere e massaggi gestito da una presunta associazione criminale composta da italiani e cinesi, tra cui anche un docente universitario, è stato scoperto nel corso di indagini durate almeno due anni dagli agenti della Squadra mobile di Brindisi nell'ambito delle quali all'alba sono stati eseguiti 10 arresti, otto in carcere e due ai domiciliari, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip Maurizio Saso su richiesta del Pm Savina Toscani.
 
In tutto sono 15 le persone indagate. Le accuse sono di aver costituito una presunta associazione per delinquere composta dal almeno quattro articolazioni operative nelle città di Brindisi, Lecce, Gallipoli e Taranto, finalizzata al favoreggiamento, all' induzione e allo sfruttamento della prostituzione di ragazze di nazionalità cinese poste "in vendita" in diversi centri massaggi e abitazioni private.

A quanto accertato dagli investigatori, le donne venivano costrette con violenza a prostituirsi e in caso di rifiuto venivano minacciate. In un caso è stato accertato che alla donna era stata anche paventata l'uccisione di parenti in Cina.

Il volume d'affari stimato dagli investigatori è di circa 150mila euro al mese. L'operazione è stata chiamata 'Peonia rossa' dal nome di uno dei centri massaggi localizzati dai poliziotti.

IL RETTORE DELL'UNISALENTO: "FATTI GRAVISSIMI" - In riferimento alle recenti notizie che riguardano l’arresto di un docente dell’Università del Salento, di seguito un commento del Rettore Vincenzo Zara:

«Apprendiamo dalla stampa la contestazione di fatti gravissimi, spiace vi venga associato il nome del nostro Ateneo. Abbiamo piena fiducia nell’operato degli inquirenti e contiamo su un rapido accertamento definitivo delle responsabilità».



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