Sandro Pertini a 120 anni dalla sua nascita
di Alex Nardelli - Ieri, si sono ricordati i 120 anni di Sandro Pertini, nato a Stella (SV), il più amato e ancor oggi ricordato, Presidente della Repubblica. Egli seppe essere fin dall'inizio il Presidente di tutti gli Italiani, svestendo i panni di politico, per divenire sopra le parti, una sorta di rivoluzione, dopo il settennato di Giovanni Leone, caratterizzato ancora da un certo distacco tra la figura presidenziale, e la popolazione che andava a rappresentare.
Pertini invece fu un Presidente completo, il "primo impiegato dello Stato", un patriota, un "difensore civico" dei suoi cittadini, con una particolare e speciale attenzione verso quelle giovani generazioni, future protagoniste dell'Italia di oggi. Da ricordare infatti le quotidiane visite che ben 500 mila studenti hanno fatto a Palazzo Montecitorio prima e al Palazzo del Quirinale poi, nelle quali Pertini amava stravolgere puntualmente il cerimoniale, permettendo ai ragazzi di rivolgergli domande "Impertinenti", dicendo loro era "Mi chiamo Pertini, e quindi fatemi domande impertinenti".
Ma ricordando i 120 anni dalla sua nascita, quali sono i valori che egli ci ha tramandato, e che bisogna continuamente a fare nostri, per far si che il suo lascito non vada mai perso? Sicuramente quelli della moralità, della libertà e giustizia sociale, fondamentali costanti che hanno caratterizzato tutta la vita dell'uomo, prima che del politico e Presidente, Pertini, ex combattente ed esule antifascista.
Egli amava difatti dire "La morale è una scienza morta se la politica non cospira con lei e non la fa regnare nella Nazione. La democrazia si difende, si sostiene e si rafforza con una grande tensione morale; la corruzione è nemica della democrazia, la corruzione offende la coscienza del cittadino onesto, l'esempio dev'essere dato dalla classe dirigente e in primo luogo da me che vi parlo. Si colpiscano i colpevoli di corruzione senza pietismi, senza solidarietà di amicizia o di partito. Questa solidarietà sarebbe vera complicità, la politica deve essere fatta con le mani pulite". Perchè al centro di tutto vi è la dignità umana, ed essa non può prescindere da questi indispensabili valori lasciati in eredità da Sandro Pertini.
Pertini invece fu un Presidente completo, il "primo impiegato dello Stato", un patriota, un "difensore civico" dei suoi cittadini, con una particolare e speciale attenzione verso quelle giovani generazioni, future protagoniste dell'Italia di oggi. Da ricordare infatti le quotidiane visite che ben 500 mila studenti hanno fatto a Palazzo Montecitorio prima e al Palazzo del Quirinale poi, nelle quali Pertini amava stravolgere puntualmente il cerimoniale, permettendo ai ragazzi di rivolgergli domande "Impertinenti", dicendo loro era "Mi chiamo Pertini, e quindi fatemi domande impertinenti".
Ma ricordando i 120 anni dalla sua nascita, quali sono i valori che egli ci ha tramandato, e che bisogna continuamente a fare nostri, per far si che il suo lascito non vada mai perso? Sicuramente quelli della moralità, della libertà e giustizia sociale, fondamentali costanti che hanno caratterizzato tutta la vita dell'uomo, prima che del politico e Presidente, Pertini, ex combattente ed esule antifascista.
Egli amava difatti dire "La morale è una scienza morta se la politica non cospira con lei e non la fa regnare nella Nazione. La democrazia si difende, si sostiene e si rafforza con una grande tensione morale; la corruzione è nemica della democrazia, la corruzione offende la coscienza del cittadino onesto, l'esempio dev'essere dato dalla classe dirigente e in primo luogo da me che vi parlo. Si colpiscano i colpevoli di corruzione senza pietismi, senza solidarietà di amicizia o di partito. Questa solidarietà sarebbe vera complicità, la politica deve essere fatta con le mani pulite". Perchè al centro di tutto vi è la dignità umana, ed essa non può prescindere da questi indispensabili valori lasciati in eredità da Sandro Pertini.