di Domenico Mesiano. SION (CH) - In occasione dell'inaugurazione del "Museo-Laboratorio dell'emigrazione delle Serre Salentine", desidero, a nome mio personale e del Comitato ad hoc che quest'anno ha promosso e realizzato un progetto in occasione del 50° Anniversario della Tragedia di Mattmark, porgere i più fervidi auguri per la vostra brillante iniziativa, a noi segnalata dagli amici Giuseppe Fedele e Antonio Negro.
Per commemorare le vittime di quella che è stata la più grande sciagura sul lavoro della Svizzera - morirono 88 persone di cui 56 Italiani provenienti da differenti regioni italiane, tra cui 3 Pugliesi - il Comitato ad hoc ha realizzato una mostra fotografica itinerante, un catalogo ed un film.
Gli obiettivi che ci siamo posti sono stati, da una parte, quelli di fare in modo che gli anziani non dimentichino e che i giovani apprendano, dall'altra, attualizzare quei fatti nel contesto odierno.
Per raggiungere questi obiettivi, accanto ai momenti espositivi, abbiamo organizzato dei dibattiti, delle conferenze e delle tavole rotonde, attraverso percorsi tematici che hanno interessato le Comunità, svizzera e italiana, sul piano storico-politico, socio-economico e culturale-didattico. In particolare, vogliamo ricordare :
• il dibattito sull'emigrazione italiana in Vallese negli ultimi 50 anni;
• la conferenza sull'energia elettrica quale fattore di sviluppo dell'economia locale;
• la tavola rotonda sulla sicurezza e la prevenzione dei rischi sui cantieri oggi.
Sono state coinvolte le Istituzioni locali e gli spazi espositivi sono stati allestiti all'interno di plessi scolastici nelle diverse città del Vallese ed in luoghi di manifestazioni culturali molto frequentati.
Sul piano della partecipazione e della visibilità i risultati sono stati molto incoraggianti a dimostrazione che quello che abbiamo presentato non era soltanto un fatto tragico dell'emigrazione, ma una tragedia del mondo del lavoro che toccava tutti, una pagina di Storia del Vallese moderno. Assieme ai lavoratori italiani sono morti 23 Svizzeri e 8 di altre nazionalità. Il ghiacciaio, quando è venuto giù sul cantiere, non ha chiesto il passaporto ad alcuno, né fatto alcuna distinzione di nazionalità.
Il nostro intento è quello di fare in modo che le Storie della nostra emigrazione - la Storia - diventino percorsi didattici e materia d'insegnamento nelle scuole per educare le nuove generazioni alla tolleranza, al rispetto e all'interculturalità.
Crediamo che il vostro Museo si ponga gli stessi obiettivi.
Oggi, più che mai, di fronte alla ripresa dei flussi migratori ed al dramma umanitario dei profughi nel Mediterraneo, far conoscere e ricordare la Storia dell'Emigrazione italiana, diventa un elemento importante per la ricerca di soluzioni rispettose delle persone e per una politica dell'accoglienza degna di un Paese come l'Italia che ha vissuto sulla propria pelle l'immane tragedia dell'esodo.
Per commemorare le vittime di quella che è stata la più grande sciagura sul lavoro della Svizzera - morirono 88 persone di cui 56 Italiani provenienti da differenti regioni italiane, tra cui 3 Pugliesi - il Comitato ad hoc ha realizzato una mostra fotografica itinerante, un catalogo ed un film.
Gli obiettivi che ci siamo posti sono stati, da una parte, quelli di fare in modo che gli anziani non dimentichino e che i giovani apprendano, dall'altra, attualizzare quei fatti nel contesto odierno.
Per raggiungere questi obiettivi, accanto ai momenti espositivi, abbiamo organizzato dei dibattiti, delle conferenze e delle tavole rotonde, attraverso percorsi tematici che hanno interessato le Comunità, svizzera e italiana, sul piano storico-politico, socio-economico e culturale-didattico. In particolare, vogliamo ricordare :
• il dibattito sull'emigrazione italiana in Vallese negli ultimi 50 anni;
• la conferenza sull'energia elettrica quale fattore di sviluppo dell'economia locale;
• la tavola rotonda sulla sicurezza e la prevenzione dei rischi sui cantieri oggi.
Sono state coinvolte le Istituzioni locali e gli spazi espositivi sono stati allestiti all'interno di plessi scolastici nelle diverse città del Vallese ed in luoghi di manifestazioni culturali molto frequentati.
Sul piano della partecipazione e della visibilità i risultati sono stati molto incoraggianti a dimostrazione che quello che abbiamo presentato non era soltanto un fatto tragico dell'emigrazione, ma una tragedia del mondo del lavoro che toccava tutti, una pagina di Storia del Vallese moderno. Assieme ai lavoratori italiani sono morti 23 Svizzeri e 8 di altre nazionalità. Il ghiacciaio, quando è venuto giù sul cantiere, non ha chiesto il passaporto ad alcuno, né fatto alcuna distinzione di nazionalità.
Il nostro intento è quello di fare in modo che le Storie della nostra emigrazione - la Storia - diventino percorsi didattici e materia d'insegnamento nelle scuole per educare le nuove generazioni alla tolleranza, al rispetto e all'interculturalità.
Crediamo che il vostro Museo si ponga gli stessi obiettivi.
Oggi, più che mai, di fronte alla ripresa dei flussi migratori ed al dramma umanitario dei profughi nel Mediterraneo, far conoscere e ricordare la Storia dell'Emigrazione italiana, diventa un elemento importante per la ricerca di soluzioni rispettose delle persone e per una politica dell'accoglienza degna di un Paese come l'Italia che ha vissuto sulla propria pelle l'immane tragedia dell'esodo.