Taranto, abbattimento pini via Ancona: le richieste di Legambiente

TARANTO - Un’altra dolorosa perdita per il già esiguo patrimonio verde della città sta per verificarsi: quasi una ventina di pini, tra cui un filare di nove pini d’Aleppo di grandi dimensioni, dovranno essere abbattuti nei prossimi giorni per motivi di sicurezza. Lo rende noto Legambiente Taranto.

Su segnalazione di diversi abitanti della zona, giustamente arrabbiati per la “sottrazione” di ossigeno che l’abbattimento determinerà, - prosegue la nota - avevamo chiesto ed ottenuto (e riconosciamo la solerzia e la disponibilità dimostrateci in questa occasione)  che l’intervento, previsto inizialmente per lunedì 14 settembre, fosse sospeso per poter esaminare la documentazione in merito, approntata dalla dottoressa forestale Francesca Trisolini, attuale consulente del Comune di Taranto per la materia, e poter fare un sopralluogo con il nostro socio dottore forestale ed esperto di verde urbano Valentino Traversa.

La relazione della dottoressa Trisolini evidenzia il cattivo stato dei pini di via Ancona dovuto sia all’uso improprio delle specie impiegate in origine (a causa delle caratteristiche morfologiche intrinseche)  sia alle potature errate con evidenti capitozzature, tagli anche superiori ai 30 cm non cicatrizzati, eseguite negli scorsi anni (l’ultima, a memoria di un abitante del caseggiato prospiciente il filare di pini, nel 1987) e prospetta  una condizione di pericolo per la sicurezza, dovuta al fatto che gli alberi si trovano nei pressi di una via molto trafficata, sono di grandi dimensioni e in uno stadio di sviluppo ormai maturo, con una prospettiva di vita degli alberi ormai compromessa per cui ogni intervento di risanamento risulterebbe vano.

Lo stato delle piante così come anche da noi constatato e la mancanza, presso il Comune di Taranto,  della strumentazione tecnica necessaria per poter effettuare indagini più approfondite ed eventualmente escludere possibili schianti dei pini, ne rendono purtroppo, - conclude la nota di Legambiente - per motivi di sicurezza, non evitabile l’abbattimento e, sebbene con grande rammarico, abbiamo dovuto prenderne atto.  Sarà possibile salvare solo un pino d’Aleppo,  che appare in migliori condizioni di stabilità, per il quale è previsto un intervento di potatura per l’alleggerimento della chioma, la riequilibratura e l’eliminazione dei diversi monconi di branche ancora presenti.

Vogliamo però siano chiari alcuni punti per noi irrinunciabili:

1)      tutti gli alberi abbattuti devono essere  sostituiti a tempo debito (cioè in autunno) con altrettanti esemplari di specie più adatte al contesto urbano e dunque a crescita più modesta.

2)      anche a fronte di quanto evidenziato dalla dottoressa Trisolini in merito alle potature mal eseguite (sebbene in questo caso non ascrivibili all’amministrazione Stefano), non tollereremo altre potature selvagge e in caso di moria di alberi o di abbattimenti che si rendano necessari in seguito di tali interventi, ci rivolgeremo alla Corte dei Conti per chiedere il giusto risarcimento ai responsabili


3)      l’amministrazione comunale si deve dotare al più presto della strumentazione necessaria in modo da per effettuare sul proprio patrimonio arboreo indagini più approfondite prima di procedere a interventi così drastici

4)      tali dolorose decisioni vanno comunicate, spiegate e condivise prima di tutto con i diretti interessati, cioè i cittadini abitanti nelle zone in cui sono previsti gli interventi, in secondo luogo con i portatori di interessi e cioè con le associazioni che, come Legambiente, denunciano da anni la dissennata gestione del verde urbano e chiedono che sia incrementato sensibilmente per dare ossigeno a una città che ne ha certamente più bisogno di altre.

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