“Trivelle in Adriatico, la Puglia si schiera contro”

BARI - La conferenza dei capigruppo ha deciso di discutere in aula martedì  22 settembre le due proposte di deliberazione, ai sensi dell’art.75 della Costituzione, di un referendum abrogativo delle norme dei decreti nazionali che autorizzano le trivellazioni in mare.
A comunicarlo è il consigliere regionale Pino Lonigro, che ha partecipato alla conferenza in rappresentanza del gruppo consiliare “Noi a Sinistra per la Puglia”.

“Si conferma la linea contro le trivellazioni da parte dell’Assemblea regionale della Puglia, che anche nella scorsa legislatura con una proposta di legge di iniziativa regionale alle Camere, diversi ordini del giorno e manifestazioni si è sempre schierata contro questo autentico scempio della natura, delle coste e dei mari”.

“Il referendum abrogativo - continua Lonigro - ha l’obiettivo di fermare i progetti petroliferi in mare, per scongiurare danni enormi all’Adriatico e soprattutto agli stupendi litorali pugliesi, a cominciare dalle meravigliose ed incontaminate Isole Tremiti. Questi progetti petroliferi, come si ricorderà, sono stati sbloccati nel 2012 dal Governo Monti, col decreto Sviluppo (art.35 del Dl 83/2012, solo per le nuove concessioni) e dall’accelerazione fornita dal decreto Sblocca Italia del Governo Renzi (art.38 del Dl. 133/2014)”.
“Sono queste le norme che dobbiamo cancellare, con un referendum abrogativo e la Puglia darà una mano affinché nel 2016 i cittadini italiani possano pronunciarsi contro le trivellazioni. È giusto e opportuno fare squadra, coinvolgendo tutti nella battaglia a difesa delle nostre coste, minacciate dai progetti delle compagnie petrolifere e dalla chiara scelta di campo attuata dal Governo nazionale, in favore dell’opzione “trivelle”, che si estende dal Gargano allo Ionio”.

“Dobbiamo fermarli! – dichiara Lonigro – e l’unico modo per farlo è dare la parola ai cittadini, informandoli dei danni che certe operazioni arrecano ai nostri mari e all’ecosistema, aggredito non solo dalle torri per l’estrazione di idrocarburi ma già nella fase di ricerca, dalle tecniche di prospezione airgun che sparano contro i fondali aria compressa ad alte atmosfere. L’uso dell’airgun causa il disorientamento e la morte dei grandi cetacei, come accaduto a fine 2009 proprio in Puglia, con lo spiaggiamento sul Gargano di sette grandi capodogli”.
“Airgun e trivelle delle multinazionali vanno fermati e i cittadini lo faranno”, conclude il presidente Lonigro.

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