BERGAMO - La mamma di Yara, Maura Panarese, e' la prima familiare della vittima ad essere stata sentita nel corso della seduta in corso stamattina del processo a Massimo Bossetti, accusato di avere rapito e ucciso la ragazzina. La donna ha iniziato ricostruendo le abitudini della figlia: "Avevamo un rapporto normale, con alcuni litigi come capita a tanti. Frequentava la palestra con ragazzine piu' piccole di lei e altre piu' grandi. Negli ultimi due mesi aveva deciso di lasciare il catechismo. Frequentava spesso la palestra nei pressi della quale e' stata rapita, aveva gli allenamenti il lunedi' e mercoledi', a volte ci andava da sola a piedi o in bici, altre la accompagnavo io in auto".
Il padre della Gambirasio ricorda le ultime ore della figlia e scoppia a piangere
La giovane aveva abitudini regolari: "Si svegliava alle 6,45, andava a scuola e tornava con il papa' e' un'amica, io portavo il piccolo. Il lunedi' pomeriggio Yara andava in palestra, il martedi' a scuola di latino, mercoledi' tornava a casa nostra e pranzava con due amiche e i venerdi' (giorno del rapimento, ndr) tornava in palestra". Una ragazza senza "niente di strano" e molto attenta a non dare confidenza agli estranei.
"Lei non aveva un computer personale - ha detto la mamma di Yara - e non era su Facebook, aveva solamente un cellulare vecchio. Lo controllavo e non ho mai notato nulla di strano. Lei era rimasta impressionata dal caso di Sarah Scazzi e questo fu un'occasione per parlare in famiglia su come comportarsi. Le dissi di entrare in un negozio e di chiedere aiuto se si fosse sentita in pericolo e di non accettare mai passaggi in auto anche da persone conosciute. Yara non mi ha mai parlato di aver conosciuto persone piu' grandi e non ha mai accettato passaggi".
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La giovane aveva abitudini regolari: "Si svegliava alle 6,45, andava a scuola e tornava con il papa' e' un'amica, io portavo il piccolo. Il lunedi' pomeriggio Yara andava in palestra, il martedi' a scuola di latino, mercoledi' tornava a casa nostra e pranzava con due amiche e i venerdi' (giorno del rapimento, ndr) tornava in palestra". Una ragazza senza "niente di strano" e molto attenta a non dare confidenza agli estranei.
"Lei non aveva un computer personale - ha detto la mamma di Yara - e non era su Facebook, aveva solamente un cellulare vecchio. Lo controllavo e non ho mai notato nulla di strano. Lei era rimasta impressionata dal caso di Sarah Scazzi e questo fu un'occasione per parlare in famiglia su come comportarsi. Le dissi di entrare in un negozio e di chiedere aiuto se si fosse sentita in pericolo e di non accettare mai passaggi in auto anche da persone conosciute. Yara non mi ha mai parlato di aver conosciuto persone piu' grandi e non ha mai accettato passaggi".