di Pierpaolo De Natale - Era il 7 ottobre del 1985 quando il transatlantico intitolato all'armatore Achille Lauro fu dirottato al largo delle coste egiziane mentre compiva una crociera nel Mediterraneo. Quattro attivisti del Flp (Fronte per la Liberazione della Palestina) salirono a bordo dell'imbarcazione e ne assunsero il controllo, mentre sulla nave si contavano oltre cinquecento persone tra equipaggio e passeggeri. In un primo momento la questione fu risolta per mezzo di trattative diplomatiche che comportarono la resa dei terroristi in cambio dell'immunità e importante fu, a tal proposito, l'intercessione di Arafat e di un suo negoziatore, Abu Abbas.
In realtà la vicenda si complicò quando gli Stati Uniti vennero a conoscenza della morte di Leon Klinghoffer, cittadino americano, ebreo e paralitico assassinato dai dirottatori. La reazione degli Usa fu immediata e, pochi giorni dopo, il Boeing 737 incaricato di riportare a Tunisi i quattro dirottatori e due negoziatori fu intercettato dall'aviazione americana e costretto ad atterrare presso la base aerea di Sigonella, in provincia di Siracusa. A partire dalla mezzanotte dell'11 ottobre, l'Italia ebbe la più imponente crisi diplomatica del dopoguerra con gli Stati Uniti. Due C-141 americani erano pronti a sferrare un attacco militare sul suolo italiano, ma solo grazie alla strenua opposizione del premier Craxi e alla discesa in campo di VAM e Carabinieri i caccia optarono per la ritirata dopo cinque lunghe ore di alta tensione. I dirottatori furono condannati e reclusi a scontare la propria pena nel carcere di Siracusa e il Boeing egiziano con a bordo Abbas fu rispedito a Tunisi, nonostante due tentativi dell'aeronautica statunitense, che provò a bloccare l'operazione rivendicando l'estradizione del negoziante egiziano.
Purtroppo la sorte si abbatté nuovamente sul destino dell'Achille Lauro il 30 novembre del 1994, giorno in cui un incendiò divampò a bordo della nave che all'epoca navigava lungo le coste della Somalia, provocando la morte di due passeggeri e causando l'inesorabile affondamento della storica imbarcazione.
Il caso del dirottamento del transatlantico ebbe rilevanti conseguenze sul piano della legislazione internazionale, la quale vide molti Paesi mobilitarsi per introdurre una disciplina in tema di terrorismo marittimo. L'Organizzazione Marittima Internazionale giunse alla redazione del SUA Act - convenzione approvata nell'88 ed entrata in vigore a partire dal marzo del 1992 - che è stata recentemente al centro del dibattito giurisprudenziale in merito alla vicenda dei due marò italiani.